Sulla società sorvolo per il momento, ma per quanto riguarda le donne, come per ogni stereotipo la favola diventa realtà provata e crea entusiasmo.
Che bello si sente dire – specialmente dagli uomini – abbiamo trovato la risoluzione del problema violenza, ci si può occupare e riabilitare questi uomini.
Ovviamente non è vero, ma vediamo perché.
Non è solo questione di statistiche (andiamo a vedere i risultati concreti delle varie iniziative in Italia e non solo), ma di metodi che nell’ebbrezza della nuova esperienza si dimenticano di proteggere le vittime di quegli stessi uomini che seguono.
Si sfumano i confini della segretezza e dell’anonimato che sono indispensabili al percorso delle donne. Certo in buona fede…
I percorsi di lui e di lei si confondono nella collaborazione fra le diverse equipes, e spunta, mai domata, la mediazione che riduce a conflitto la più grave delle violenze.
Ultima, ma non meno importante… che sollievo per le Istituzioni finanziare progetti che mettono al centro gli uomini e fanno delle donne una variabile dipendente e finalmente più silenziosa.
La trappola è ben orchestrata, i Centri antiviolenza si ritrovano sullo sfondo e quasi in dovere di collaborare a questi progetti.
Sembra scortese e fuori moda non partecipare a progetti, iniziative e dibattiti su questo tema. Per alcuni soggetti para-istituzionali la scelta è strumentale, per altri soggetti può essere una buona soluzione per non affrontare a partire da sé il rapporto maschilità/violenza. La vicenda di Maschile Plurale insegna.
In sintesi rimettere al centro gli uomini è una risposta che può essere difensiva e questo, dico la verità non mi interessa, ma è anche un pericolo simbolico e pratico per le donne.
Lo sguardo scivola lontano dalla relazione uomo/donna e si ferma ad analizzare la relazione uomo maltrattante/violenza.
Sinceramente mi sembra lontano dal desiderio che stava nel convegno “Le parole non bastano” del 2012, promosso dalla Casa delle donne maltrattate di Milano e Maschile Plurale di allora. Proposta e progetto che vedeva nella relazione fra uomini e donne lo strumento per combattere la violenza contro le donne stesse e per una nuova e più vera identità maschile.
Parliamone… gli stereotipi vanno combattuti, sempre.