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La terza guerra mondiale ai profughi

Ecco, dopo molti summit e molte discussioni, è stato deciso che il nemico sono coloro che fuggono in cerca di salvezza, commettendo l'errore di portare in salvo anche donne e bambini.
Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano ...

Il paese di sinistra senza più pace per 25 migranti

È un paese in Toscana, ai confini con la Romagna, uno degli angoli più remoti - e rossi - d'Italia, in subbuglio per l'arrivo dei migranti. Da mesi ci si ribella, ci si batte, ci si divide.
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera ...

Internazionale
14 09 2015

Siamo al momento della verità. Se l’Unione europea non riuscirà a trovare un accordo sul problema dei migranti in occasione della riunione dei ministri dell’interno, bisognerà convocare un vertice straordinario dei 28 leader europei, un Consiglio europeo che rischierebbe di confermare le divisioni interne sprofondando l’Europa in una crisi politica gravissima.

Dopo essersi consultati per tutto il fine settimana, i governi di Francia e Germania propongono che i paesi membri accettino il principio di una ripartizione dei migranti in base alle dimensioni e alla situazione economica di ciascun paese, impegnandosi al contempo ad affrontare seriamente il problema del controllo delle frontiere esterne e a creare centri d’accoglienza per poter distinguere tra migranti economici e rifugiati politici.

Un cauto ottimismo

Trovare un accordo su questi due punti non è impossibile, perché il secondo è universalmente accettato e perché l’Ungheria, che si oppone più degli altri al sistema delle quote obbligatorie, sarebbe esentata come la Grecia e l’Italia, gli altri due paesi della frontiera europea dove i rifugiati sono già molto numerosi.

L’intesa è tanto più realizzabile se consideriamo che la Polonia non rifiuta l’idea di accogliere i migranti, che altri paesi ostili alle quote cominciano a rivedere la loro posizione e che nelle riunioni ministeriali si vota a maggioranza qualificata.

Domenica, a Parigi come a Berlino, si respirava un cauto ottimismo. Al contempo, oltre al fatto che la battaglia sarà difficile e incerta, bisogna tenere conto che il flusso di migranti e richiedenti asilo continua ad aumentare e ci vorrà qualche giorno prima di realizzare la selezione alle frontiere.

L’Europa ha bisogno di tempo, ed è per questo che tedeschi e francesi hanno raggiunto un accordo provvisorio su 120mila migranti. Francia e Germania vogliono affermare un principio che sia applicabile anche in seguito e allo stesso tempo vogliono ridurre il numero di arrivi spingendo l’Unione a contribuire al miglioramento delle condizioni di vita nei campi profughi siriani in Giordania, Libano e Turchia.

Riuscirci non sarà facile, perché esistono grosse difficoltà logistiche e soprattutto perché la politica interna di quasi tutti gli stati membri attraversa un periodo particolarmente complesso.

L’Unione paga il suo ritardo nel dotarsi di una politica estera e di una difesa comuni che le avrebbero permesso di avere un peso in Medio Oriente e gestire le crisi senza bisogno dell’approvazione e dell’appoggio degli Stati Uniti. Adesso l’Ue deve fare i conti con la sua inesistenza come potenza politica sulla scena internazionale, ed è per questo che è arrivato il momento della verità.

Questa crisi renderà l’Unione più forte o la indebolirà ulteriormente riducendola presto all’“ognuno per sé”, trasformando ciascuno stato europeo in una potenza trascurabile. È precisamente contro questo scenario che la Germania ha messo in guardia i partner chiudendo le sue frontiere.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Merkel spieghi come uscire dall'impasse

Dall'euforia allo sconcerto. Non solo per la decisione tedesca di reintrodurre i controlli alla frontiera, il che significa praticamente lasciare per strada i migranti fuggiaschi. Ma sconcertanti sono i motivi della decisione.
Gian Enrico Rusconi, La Stampa ...

la Repubblica
11 09 2015

"Piuttosto che dare la canonica ai migranti la brucio": altro che l'appello all'accoglienza di Papa Francesco. Quassù, sulle colline liguri dell'Albenganese, il parroco di Onzo non è d'accordo. E secondo alcune testimonianze dei cittadini, non avrebbe usato mezze parole. Lo racconta Giuliano Arnaldi, consigliere comunale: "Ha detto proprio così, me l'ha ribadito di persona, quando gli ho telefonato per organizzare l'accoglienza in paese - spiega Arnaldi - Ma a quanto so lo aveva già detto sul sagrato della chiesa. Sempre così: brucio la canonica piuttosto che darla ai migranti. Sono parole sconcertanti".

Che a noi di Repubblica, don Angelo Chizzolini, non ripete direttamente e nega di aver pronunciato in quei termini. Ci dice, però, che "La canonica è casa mia e in casa mia non ospito nessuno, al massimo i miei genitori, di sicuro non i profughi". Il motivo?
"Evangelicamente bisognerebbe accogliere, lo so, ma i problemi concreti nei paesi sono altri, noi non abbiamo spazio, qui ho la canonica e poi un altro appartamento già dato a una famiglia bisognosa. Cosa dovrei fare, ospitarli in casa mia?".

Il dibattito è sulla bocca di tutti in questo piccolo centro di 235 abitanti in provincia di Savona. Si era acceso qualche giorno fa, con la notizia che alcuni dei migranti in arrivo in Liguria sarebbero stati destinati proprio qui. "In realtà era un'informazione scorretta e non è arrivato nessuno - spiega Arnaldi - ma la voce è bastata per fomentare il dibattito tra favorevoli e contrari all'accoglienza. Con rammarico si è subito capito che il parroco è tra i contrari: ma è grave che faccia affermazioni così forti, lui che è della stessa chiesa di Papa Bergoglio".

Una polemica che appesantirà ulteriormente il clima nella chiesa di Albenga, già complicata, tanto che è stata commissariata e ad oggi qui convivono due vescovi.

Giulia Destefanis

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