04 03 2013

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza parteciperà alla 57° Commissione sulla Condizione della Donna che si svolgerà nella sede delle   Nazioni Unite a New York

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza,  parteciperà con una propria delegata,  alla 57° Commissione sulla Condizione della Donna (CSW – Commission on the Status of Women) che si svolgerà nella sede delle Nazioni Unite, a New York, dal 4 al 15 marzo 2013.
Durante la  sessione interverranno i  rappresentanti degli Stati membri, gli enti delle Nazioni Unite e le ONG con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) provenienti da tutte le regioni del mondo.

La sessione del 2013 sarà  dedicata principalmente alla eliminazione e alla prevenzione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze (Elimination and prevention of all forms of violence against women and girls).

D.i.Re presenterà le prassi e gli interventi adottati in Italia dai centri antiviolenza per aiutare le donne vittime di violenza maschile. Azioni e interventi fatti nonostante la situazione di grande difficoltà in cui operano i centri antiviolenza italiani. Le scarse risorse economiche devolute ai centri antiviolenza, la inattuazione e il mancato finanziamento del Piano Nazionale Antiviolenza, l’inadeguatezza delle risposte fornite dallo Stato italiano, come l’ insufficiente applicazione di alcune leggi, rendono carente  la risposta istituzionale alle donne vittime di violenza.

 Il problema  era già stato denunciato, nel 2012, da D.i.Re insieme alla Piattaforma Lavori in Corsa 30 anni Cedaw ,  nel Rapporto Ombra  sulla applicazione della Cedaw - la Convenzione per l’eliminazione di tutte  discriminazioni contro le  donne sottoscritta dall’Italia nel 1979.  Rashida Manjoo, special rapporteur dell’Onu sulla corretta applicazione della Convenzione, ha criticato l’Italia che pur avendo approvato buone leggi a contrasto della violenza sulle donne non ha saputo realizzare una diminuzione dei  femminicidi e delle violenze.

Anzi la condizione delle donne italiane è complessivamente peggiorata.

Nella classifica del Gender Gap Report sulla condizione della donna nel mondo, stilata dal World Economic Forum, nel 2012 l'Italia è passata dal 74° all'80° posto, ultimo tra i Paesi europei e in coda a molti paesi che hanno  meno risorse . Sappiamo che la disparità di potere tra uomini e donne favorisce il fenomeno della violenza maschile sulle donne. In una recente interpellanza parlamentare sono stati presentati i dati EURES-Ansa che confermano l' aumento degli omicidi di donne per mano di mariti, ex coniugi e conviventi e  rivelano che nel nostro Paese il 25% degli omicidi sono domestici, 7 vittime su 10 sono donne, 8 assassini su 10 sono uomini.

Solo l'8% o il 10% delle donne denuncia una violenza subita. Il 90% non lo fa. Circa l'80 % degli uomini violenti sono familiari, il 20% sono sconosciuti.

I dati sui femminicidi raccolti dalle ricercatrici della Casa delle donne di Bologna dalle notizie sulla stampa, dicono che nel corso del 2012 sono state 125  le donne uccise da partners o ex partner, mentre sono state circa quindicimila le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza associati a D.i.Re per denunciare violenze da parte di ex o di partner.  

Per far fronte al problema della violenza sulle donne, D.i.Re ha stilato, nel febbraio 2013,  un Manifesto con cinque richieste al futuro governo, in cui chiede la ratifica del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, il rinnovo del Piano nazionale contro la violenza alle donne, del novembre 2010, con garanzia di stanziamenti economici adeguati, la rilevazione dei dati sulla violenza alle donne  su tutto il territorio nazionale e azioni di prevenzione e di sensibilizzazione rispetto al fenomeno della violenza maschile contro le donne.
Abruzzo24ore
25 02 2013

Cita L'Aquila, lo fa a fine puntata dopo aver snocciolato i dati di una tragedia di massa, uno sterminio silenzioso. Riccardo Iacona, ha voluto dedicare la domenica del silenzio elettorale, alla strage silenziosa delle donne.

E cita L'Aquila, come esempio di luogo, che nonostante le difficoltà del dopo terremoto, può vantare un centro anti violenza.

Luogo fondamentale per la donna vittima di abusi.

Non è però solo il nostro paese quello in cui le donne muoiono per mano di chi le amava, o credeva di amarle. Ma solo in Italia, nell'evoluta Europa, la donna violata rischia la solitudine.

Ma non dovunque: come sempre l'Italia è divisa in due, e al nord esistono centri e case rifugio in numero quasi adeguato, più si scende al sud più i numeri diminiuiscono.

E nel 2012 sono in Italia 105 sono le donne morte per mano dei propri mariti, compagni, fidanzati, ex fidanzati, ex mariti.

Fondamentale avere centri antiviolenza e case rifugio: ma l'Italia è cartente di oltre 5000 posti letto di rifugio, disattendendo le prescizioni europee.

Perché in Italia, i fondi per i centri anti violenza, che si reggono sul pubblico, cambiano al cambiare del governo. Non come nel resto d'Europa dove invece la quaota di finanziamento contro la vioelnza alle donne è fissata, e non suscettibili di variazioni su base politica.

Tra i centri che soffrono c'è anche quello dell'Aquila, di cui ci raccontava Simona Giannangeli, in una recente intervista.

E Iacona invade letteralmente lo sudio con il numero 1522 "Mi sono stupito, anche nella mia redazione pochi sapevano dell'esistenza di questo numero".

Sul sito Rai poi lascia un segno, pubblicando i riferimenti di tutti i centri antiviolenza d'Italia, aderenti alla rete nazionale.
Barbara Bologna

ABRUZZO

Associazione Ananke Onlus
Via Tavo 248, 65100 - Pescara (PE)
Tel: 085/4283.851
web: www.centroananke.it
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Biblioteca delle Donne Melusine – Centro Antiviolenza l’Aquila
Via Alcide De Gasperi 45, 67100 – L’Aquila (AQ)
Tel: 0862/65985
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Centro Antiviolenza “La Libellula”
Via San Polo 46, 67039 - Sulmona (AQ)
Tel: 0864/566918
Web: www.horizonservice.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Posti letto: 6

Centro Provinciale Antiviolenza Donne “La Fenice”
Via Taraschi, 9 64100 Teramo (TE)
Telefono: 0861 029009
E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CRI – Centro Antiviolenza
via Pietro Falco 1 ( c / o sede del comitato provinciale di Croce Rossa)- Chieti (CH)
Numero verde: 800 32 00 78
Web: www.crichieti.net
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Telefono Rosa - Associazione Il Filo di Arianna
Via Cesare De Lollis, 23 66100 Chieti (CH)
Telefono: 0871 347999

Quello sportello deve chiudere

  • Martedì, 12 Febbraio 2013 08:35 ,
  • Pubblicato in L'Intervista
Gianna Urizio
12 febbraio 2013

In questi giorni l'‘Associazione Donne in Genere’ onlus, presente da 15 anni nel IV Municipio, con uno sportello antiviolenza (il centro donna LISA) ha denunciato la decisione della Giunta del loro Municipio di aprire uno sportello di primo ascolto per le donne vittime di  violenza affidandolo ad un'Associazione, lo Studio E.L.P.S.,
Comuni e Regioni nella maggior parte dei casi hanno già sospeso i finanziamenti. "I soldi sono finiti, non siamo più in grado di fare fronte agli impegni" dichiarano gli amministratori locali ...

Comunicato 6 Febbraio "donne in genere"

  • Giovedì, 07 Febbraio 2013 08:18 ,
  • Pubblicato in Flash news

Associazione “Donne in Genere” onlus
07 02 2013

Donne in Genere Onlus

COMUNICATO STAMPA

Ampia solidarietà e partecipazione è stata espressa da molti centri antiviolenza di tutta Italia e dall’Associazione nazionale D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza) e da amministrazioni pubbliche per la denuncia dell’associazione “Donne in Genere” onlus, della scelta del IV Municipio di affidare uno sportello antiviolenza allo Studio E.L.P.S. (Espero Legal & Psychological Services), privo sia dei requisiti, sia dell’esperienza e competenza necessarie nel contrasto alla violenza contro le donne.
Questa decisione, in evidente contrasto con le leggi e le norme promulgate a livello nazionale e regionale sul tema della violenza di genere, disattende le numerose indicazioni che emergono in materia da un'ampia letteratura internazionale, frutto delle ricerche di organismi governativi e non, di istituti statistici e dell’esperienza pluridecennale delle donne direttamente impegnate sul campo.
Particolarmente grave per la trasparenza delle scelte politiche del Municipio è che l’apertura di questo sportello è avvenuta senza delibera, bando o avviso pubblico.
Altrettanto grave è il fatto che lo sportello è stato affidato senza un’attenta valutazione dei requisiti dei soggetti chiamati a gestirlo: l’associazione affidataria non ha come scopo essenziale la lotta alla violenza contro le donne, né è dotata di personale adeguato e formato che, come richiesto dalla L.R. del Lazio n. 64 del 1993, deve essere tutto femminile. Al contrario, essa si pone dichiaratamente in un'ottica di “tutela delle persone […] e sostegno della famiglia con pratiche di mediazione”.
Tutto ciò viola le direttive del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede per i servizi antiviolenza, pubblici e privati, di “non applicare le tecniche di mediazione familiare quale strumento di contrasto alla violenza verso le donne nei casi in cui venga acclarata la violenza di genere in famiglia”.
Sebbene rubricato – è un caso?– all’ultimo punto dell’ordine del giorno, il tema verrà discusso nel prossimo Consiglio del IV Municipio, giovedì 7 febbraio, con inizio alle ore 12.
In tale occasione, l’associazione “Donne in Genere” farà sentire la propria voce chiedendo la chiusura di un servizio inadeguato, inopportuno e potenzialmente pericoloso per le donne.

Associazione “Donne in Genere” onlus
Attiva nel IV Municipio con uno sportello d'ascolto e consulenza legale per le donne vittime di violenza, il Centro Donna L.I.S.A,
Per ulteriori informazioni e contatti:
3286967602 Silvia
3497847705 Gianna
Roma, 6 febbraio 2013


Centro Donna L.I.S.A.
Via Rosina Anselmi 41
00199 Roma
Tel. 06/87141661
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.centrodonnalisa.itche gli appartenenti alle forze di sicurezza responsabili di stupro avrebbero dovuto essere puniti, prospettando addirittura la pena di morte. Aspettiamo ancora che in carcere ci vadano gli aggressori e non le vittime.

 

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