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Trivelle in CroaziaCoordinamento Nazionale No Triv
26 gennaio 2016

La Croazia intende proclamare "una moratoria al progetto di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi", gas e petrolio, nell'Adriatico. Lo ha annunciato il premier incaricato Tim Oreskovic nella presentazione del suo programma di governo in parlamento lo scorso 22 gennaio.

Le libertà che l'Europa assicura

migrantiSe è vero che il fenomeno della migrazione politico-economica che si sta rovesciando sull'Europa è un fenomeno di gigantesche proporzioni storiche, epocale come si dice, allora è quasi certo che la percezione complessiva che ne abbiamo non corrisponde alla realtà alla quale esso darà luogo quando si sarà definitivamente assestato.
Ernesto Galli della Loggia, Corriere della Sera ...

Corriere della Sera
18 09 2015

Un migrante è morto fulminato nel sito francese dell’Eurotunnel, il tunnel sotto la Manica: è quanto annuncia la prefettura del Nord-Pas-de-Calais citata dai media francesi. Il ragazzo, di circa vent’anni, cercava di salire su una navetta ferroviaria per trasporto dei Tir nel Tunnel sotto alla Manica. Calais è un altro dei punti critici di frontiera dove i migranti cercano di attraversare il confine per raggiungere il Nord Europa.

Come la Croazia, che ha chiuso nella notte tutti i valichi di frontiera con la Serbia e dove sono cominciati i lavori di costruzione di un nuovo muro: si tratta della barriera al confine tra Ungheria e Croazia. Lo ha annunciato il premier ungherese Viktor Orban. Alla chiusura annunciata in precedenza dei valichi di Ilok, Ilok 2, Principovac, Principovac 2, Tovarnik, Erdut e Batina, si è aggiunta anche quella di Bezdan.

Orban ha dichiarato che sarà costruito un muro sul lato del confine di 41 chilometri in cui i due Paesi non sono divisi da un fiume entro oggi: «Dobbiamo implementare le stesse misure che ci sono sul confine con la Serbia», ha detto Orban aggiungendo che a questo punto 600 soldati sono impiegati sul muro, altri 500 saranno schierati oggi e 700 durante il weekend. Al momento della chiusura, al valico di Bezdan si trovavano un centinaio di migranti che non sono riusciti a passare e sono stati condotti con un autobus in un vicino centro d’accoglienza. Sospesa anche la circolazione dei treni tra Belgrado e Zagabria. Da mercoledì più di 11 mila migranti hanno attraversato il confine tra Serbia e Croazia.

Croazia al collasso
All’indomani dei duri scontri con la polizia magiara, con un bilancio di oltre 300 feriti e condanne in tutto il mondo della violenza degli agenti, i migranti diretti in Germania e nel resto del Nord Europa hanno perso il braccio di ferro con l’uomo forte di Budapest e hanno accettato di seguire l’itinerario croato. In poche ore dalla notte scorsa Horgos si è praticamente svuotato e giovedì sera, come ha detto il ministro della Difesa serbo in visita al confine, restavano solo profughi sufficienti a riempire non più di due-tre autobus. Ma quando migliaia di migranti che hanno abbandonato il confine ungherese diretti verso quello serbo-croato hanno sfondato i cordoni degli agenti alla frontiera di Tovarnik, la tensione è salita anche al confine con la Croazia. Ma anche qui, dopo le prime dichiarazioni di apertura e disponibilità, le autorità croate hanno rapidamente tirato il freno dinanzi alla prevedibile "invasione" dei disperati della rotta balcanica. «Siamo ormai saturi», ha chiarito Zagabria.

Hollande: «Decisioni, o sarà la fine di Schengen»
All’indomani dei violenti scontri tra polizia e migranti al confine tra Serbia e Ungheria, giovedì anche il governo bulgaro ha scelto la linea dura e schierato l’esercito al confine con la Turchia, a sostegno della polizia nelle operazioni di vigilanza in vista degli arrivi dei profughi. Intanto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha convocato una riunione straordinaria per mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere come trattare la crisi dei rifugiati. Il presidente francese François Hollande, da Modena dove ha incontrato il premier Matteo Renzi, ha avvisato: «Decisioni mercoledì, o sarà la fine di Schengen».«Si dovranno creare hot spot in Italia, Grecia e Ungheria — ha spiegato —, lavorare con la Turchia perché accolga i migranti siriani e agire infine sui Paesi di origine».

La Croazia cancella il debito dei cittadini poveri

  • Martedì, 03 Febbraio 2015 10:43 ,
  • Pubblicato in REPUBBLICA

La Repubblica
03 02 2015

MILANO - Una misura larga e senza precedenti, che per alcuni porta con sé la macchia indelebile del populismo e che anticiperebbe le elezioni politiche a orolgeria. In Croazia, da questa mattina, molti poveri non hanno più debiti. Lo ha deciso il governo, che ha siglato un accordo con banche, compagnie di finanziamenti e ha rinunciato in prima persona a crediti da lui stesso vantati verso persone in tale difficoltà da ritenere che comunque non sarebbero mai state in grado di restituire il dovuto.

La misura è attiva da oggi, per coloro che vivono del welfare pubblico, ed è stata voluta il 15 gennaio scorso dal governo di orientamento a sinistra. In un Paese dal reddito medio di circa 750 euro al mese, apre le porte a cominciare dal 2 aprile anche ai cittadini facenti parte di un nucleo familiare con un reddito pro capite inferiore a 1.250 kune al mese (162 euro al cambio attuale), oppure ai cittadini 'single' con reddito fino a 2.500 kune (330 euro). Per accedere bisogna poi avere a carico un affitto e non essere in grado di onorare impegni di spesa sottoscritti in passato: si potrà beneficiare di un'amnistia fino a circa 4.500 euro di debito. Si calcola che la misura coinvolga fino a 60mila cittadini su una popolazione che supera di poco i 4 milioni. Una stima di Reuters dice che le perdite ammonteranno a 309 milioni di dollari.

Il costo complessivo del progetto "Cancella il debito" si aggira sui 210milioni di kune, ossia 27milioni di euro per le casse del governo, ma stando alle stime dell'esecutivo dovrebbe portare benefici a breve e lungo termine sull'economia. Se ne è detto convinto il primo ministro Zoran Milanovic, che è riuscito a portare nell'impresa comuni, aziende pubbliche e private fornitrici di servizi, aziende di telecomunicazioni e nove banche.

La Croazia, entrata nella Ue ma fuori dalla zona Euro, ha una disoccupazione vicina ai 20 punti percentuali e dal 2008 ad oggi ha perso il 12 per cento del suo prodotto interno lordo. L'accelerazione verso queste politiche, però, per alcuni analisti e oppositori è "un classico caso di populismo", come dice Timothy Ash, chief economist della banca londinese Standard Bank. In effetti, il partito di Milanovic retrocede nei sondaggi dietro l'Unione democratica, che si è aggiudicata anche il round dell'elezione presidenziale.

Donna e conservatrice il nuovo presidente croato

Kolinda Grabar-Kitarovic, primo presidente donna nei Paesi BalcaniciLa vittoria di Kolinda Grabar-Kitarovic - candidata dell'opposizione, diplomatica di carriera, 46 anni, prima donna ad essere eletta presidente nei Paesi balcanici - è una netta bocciatura per l'azione del governo di coalizione a guida socialdemocratica, in carica dal 2011. 
Luca Veronese, Il Sole 24 Ore ...

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