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  • Sabato, 12 Settembre 2015 15:06 ,
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Si riparte, con passi leggeri

  • Mercoledì, 09 Settembre 2015 12:16 ,
  • Pubblicato in COMUNE INFO

Comune - info
09 09 2015

di Luciana Bertinato*

Settembre è alle porte, si riparte. Non sarà un anno scolastico facile: a giugno ci siamo lasciati alle spalle le accese discussioni sulla riforma, la rabbia di tanti colleghi precari, i cortei nelle piazze e uno sciopero del mondo della scuola come mai si era visto in precedenza.

Buon inizio alle insegnanti neo assunte in ruolo dopo lunghe stagioni di attesa, a chi sarà costretto a prendere la valigia per spostarsi in lungo e in largo nella penisola, a coloro che accompagnano da tempo i bambini e le bambine nella loro unica e originale crescita. Senza dimenticare un pensiero solidale per i colleghi esclusi dalla scuola dopo anni di prezioso lavoro.

Proviamo a ripartire, con passi leggeri, mettendo in cartella qualche suggerimento attinto dall’esperienza di alcuni buoni maestri.

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Dialoghi, ritmo lento, relazioni

Prestiamo ascolto ai bambini e ritroviamo insieme la cura della parola: il dialogo è una buona occasione per conoscerci e costruire la piccola comunità-classe basata su regole condivise, le sole che possono educare alla libertà responsabile. Mettiamo ordine nella conversazione che diventerà, giorno dopo giorno, un esercizio di democrazia e fantasia. Scopriremo con gioia che “I pensieri infantili sono sottili. A volte così affilati da penetrare nei territori più imprevisti arrivando a cogliere, in un istante, l’essenza di cose e relazioni… ma anche fragili e volatili”, come racconta Franco Lorenzoni nel suo bellissimo libro I bambini pensano grande.

Impariamo dalla natura, dall’incedere lento delle lumache – penso a quelle tracciate dalle matite colorate di Gianfranco Zavalloni – e proviamo a rallentare recuperando un tempo giusto per fare le cose. Non facciamoci prendere dall’ansia di svolgere a tutti i costi “il programma”, dall’assillo delle incombenze burocratiche, dalle incalzanti richieste dei genitori sulle prestazioni dei figli. Ieri in biblioteca, dentro un libro di narrativa restituito da una ragazzina, ho trovato un post colorato sul quale c’è scritto:

“Oggi la scuola procede a ritmi molto sostenuti, tra noi i più ‘bravi e veloci’ riescono a stare al passo e vanno avanti senza difficoltà, gli altri (anche metà classe) vengono lasciati indietro perché le insegnanti non hanno il tempo di aspettarli. Tutta una corsa, ma la scuola non dovrebbe funzionare così!”.

Penso con tristezza alla Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani, lezione non ancora appresa da molti di noi.

Costruiamo relazioni aperte ai vari colori, agli sguardi diversi sul mondo, alle lingue e alle culture differenti. Se lasceremo entrare tra i banchi la vita dei bambini, la nostra scuola sarà “grande come il mondo, con i maestri, i genitori, le biblioteche, il quartiere, la televisione…”. Torneremo a ridere, come suggeriva Gianni Rodari, e a promuovere un’interdipendenza positiva che ci farà stare bene anche nelle situazioni più difficili. “Ci vogliono maestri nuovi che sappiano ritrovare il bambino vero, intero e felice – scriveva Mario Lodi – insegnanti capaci di possedere un cuore, che è un motore potente. E poi attaccarsi al bambino, seguirlo con dedizione, riuscire a scrutarne i talenti nascosti. Senza mai dimenticare che il compito della scuola è trasformare un gregge passivo in un popolo di cittadini pensanti”.

Attività per cominciare

Iniziamo con gioia, soprattutto con i piccoli che entrano alla primaria e con i nuovi arrivati, utilizzando i linguaggi più amati: il gioco, la lettura dell’insegnante, la narrazione, il disegno. Alcuni consigli qui di seguito.

La lettura espressiva di un racconto o una filastrocca scelti con cura.
Una presentazione animata da una parola, un gesto, una canzone.
La conversazione, i pensieri scritti e i disegni di un momento delle vacanze raccolti in un cartellone collettivo.
L’autoritratto allo specchio per raccontare e scoprire come si è cambiati.
Alcuni giochi cooperativi che favoriscono la socializzazione e l’apprendimento di abilità cognitive. Ai bambini piace molto quello che disegna le strade per conoscersi. Si fa rotolare un gomitolo di lana, da un compagno all’altro, su un grande foglio bianco steso sul pavimento. Si fissano con il nastro adesivo i fili tracciati, infine ciascun bambino scrive qualcosa di sé nella sua postazione d’arrivo.
Accattivante anche la scrittura a catena: data una frase aperta su un argomento, si costruisce una catena di frasi, ognuna delle quali contiene la parola finale scritta dal compagno. Al termine ogni gruppo di lavoro legge la propria sequenza.
Nella mia scuola il primo giorno è una festa: ogni anno i grandi delle classi quinte accolgono i primini. A ciascun piccolo è affidato un compagno di quinta con cui potrà dialogare e cantare, giocare, conoscere gli spazi dell’edificio e completare un librino personale attraverso il reciproco scambio di ritratti, curiosità e notizie. Ogni incontro diventa un momento intenso di scoperte ed emozioni.
Inizi di pace

In classe quarta, io riprenderò l’attività sulle relazioni e le soluzioni dei conflitti, iniziata lo scorso anno con il progetto dei Pacifici ideato dal giocattolaio Roberto Papetti. Il punto di partenza è stato il confronto con i pensieri e le riflessioni dei bambini, la conclusione l’esposizione delle loro piccole sagome nei luoghi più significativi del paese. Ora siamo in cammino, insieme a moltissime altre sagome bambine che stanno arrivando da ogni parte d’Italia, per far sì che la riflessione sulla Pace cresca e si diffonda, con semplicità e mitezza, attraverso un percorso comune.

Il 24 e 25 ottobre, in occasione del V convegno nazionale della Rete di Cooperazione Educativa “C’è speranza se accade @” (ci sarà anche la redazione di Comune, ndr), i Pacifici giungeranno nella piazzetta del Monastero delle monache benedettine di Bastia Umbra (Perugia). La Pace si può coltivare nei pensieri degli alunni delle nostre scuole, nel mondo. Non vogliamo più vedere bambini che fuggono dalle guerre con la paura nei volti, corpicini senza vita soffocati dentro i camion sulle nostre strade o inghiottiti dal mare nella quotidiana tragedia della migrazione. I valori dell’accoglienza e della solidarietà siano la nostra bussola nell’anno che ci aspetta.

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Fonte: La Vita Scolastica, magazine online dedicato a chi insegna nella scuola primaria. La pubblicazione su Comune-info è stata autorizzata dall’autrice.
* Luciana Bertinato ogni giorno in bicicletta raggiunge ventidue bambini e bambine in una classe alla primaria “I. Nievo” di Soave (Verona), ma spesso le lezioni non si svolgono tra i banchi. Dal 1995 fa parte della Casa delle Arti e del Gioco, fondata da Mario Lodi a Drizzona (Cremona), che promuove corsi di formazione per insegnanti e laboratori creativi per bambini. Altri suoi articoli sono qui.

Scuole 2015



Zeroviolenza ha realizzato nel 2015 il Corso dedicato a genitori e insegnanti delle scuole materne, elementari e medie.
"La città dei bambini nella mente degli adulti. Differenze e integrazione" che si è svolto in 4 Istituti delle periferie romane.

In ogni Istituto si sono tenuti 5 incontri di 2 ore ciascuno con personale altamente specializzato: Geni Valle e Simona Di Segni dell'A.i.Psi. e Loredana Lipperini scrittrice e giornalista.

Le Scuole del Corso:

- Istituto Alberto Manzi
al Pigneto
- Istituto Laparelli
a Tor Pignattara
- Istituto Rita Levi Montalcini
al Tuscolano
- Istituto di Via Poseidone
a Torre Angela
La partecipazione è aperta e riservata agli adulti

Il calendario degli incontri
La scheda metodologica del corso
Le locandine del corso
Rassegna stampa
Articoli e bibliografia


I primi 4 incontri affronteranno il ruolo e le difficoltà dell’ambiente familiare e scolastico nello sviluppo dell’individuo.
Si parlerà del processo di costruzione dell'identità e dell’identità di genere, della relazione tra uomini e donne, e tra generazioni differenti. Un altro tema affrontato sarà il passaggio dalla fisiologica dipendenza del bambino alla sua indipendenza.

L’intento è quello di avviare una riflessione critica indirizzata alla decostruzione degli stereotipi più comuni per avvicinarsi al significato più autentico della identità e dell’appartenenza a un genere. Al centro sarà la crescita dell’individuo nel suo obbligatorio dipanarsi all’interno delle relazioni più significative: famiglia, scuola, gruppo dei pari.

Lo strumento psicoanalitico posto al servizio del sociale può avviare il passaggio dall’informazione alla formazione di quanti si occupano dei bambini, non per fornire risposte già confezionate ai dubbi e alle domande di genitori ed educatori, ma per stimolare consapevolezza e pensieri nella ricerca delle proprie soluzioni ai problemi che accompagnano il compito educativo.

Il 5° incontro si occuperà dei processi di costruzione degli stereotipi di genere prodotti dal mercato pubblicitario, attraverso la genderizzazione dei giochi e dei dispositivi on line, in un processo di progressiva precocizzazione della identità di genere, per le bambine ma anche per i bambini.
Passando dalla Televisione al mondo dell'Editoria, a quello dei social network, l'incontro mostra le differenze e la interazione tra i differenti linguaggi di comunicazione, mostrandone insidie e potenzialità.

Gli argomenti e i relatori del Corso sono:
1 - Il ruolo dell'ambiente nella costruzione dell'identità e dell'identità di genere, a cura di Geni Valle (psicoanalista 


"Gli adulti imparano, gli adulti insegnano la relazione tra generi e generazioni differenti" è un Progetto realizzato con il contributo della Regione Lazio



La santa benedizione alle editrici Lgtb

Nessuna condanna, nessuna approvazione, ma una benedizione e l'apertura di un dialogo. Questo è il senso della lettera ricevuta dalla coppia milanese che ha fondato "Lo Stampatello", casa editrice di libri per l'infanzia, alcuni dei quali sulle tematiche Lgbt.
Andrea Giambartolomei, Il Fatto Quotidiano
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Pensando alla ragazza di Firenze

  • Venerdì, 07 Agosto 2015 10:22 ,
  • Pubblicato in ZeroViolenza
Picasso, Donne che corronoMonica Pepe, Zeroviolenza
29 luglio 2015

E' molto difficile comprendere perchè proprio in quel momento scatta nella mente di un uomo o di un ragazzo la molla della violenza nei confronti di una donna.
Ovviamente il riferimento è alla violenza subìta nel 2008 da una ragazza fiorentina, di cui si parla in questi giorni per la sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello che ha assolto tutti i ragazzi coinvolti.

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