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Bandiera della pacePatrick Boylan*, Peacelink
7 ottobre 2015

Il Pentagono è furioso. Grazie ad una “gola profonda”, il Corriere della Sera ha potuto rivelare in prima pagina, il 6 ottobre, che il Ministro della Difesa Roberta Pinotti e il suo omologo statunitense Ashton Carter avevano già deciso l'uso, per missioni di bombardamento, dei caccia italiani attualmente in Iraq per i soli compiti di ricognizione.

Sponsor pericolosi per l'Italia in Iraq

  • Venerdì, 09 Ottobre 2015 11:50 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Italia in guerraGiuliana Sgrena, Il Manifesto
9 ottobre 2015

L'Italia ha sem­pre pun­tato le sue carte inter­ven­ti­ste sulla Libia senza riu­scire a creare le con­di­zioni per un inter­vento che avrebbe voluto gui­dare. E for­tu­na­ta­mente potremmo dire, visto il risul­tato del pre­ce­dente impe­gno mili­tare.

L'attrazione fatale italiana

  • Giovedì, 08 Ottobre 2015 09:10 ,
  • Pubblicato in L'Articolo
PaceGiulio Marcon, Il Manifesto
8 ottobre 2015

I bombardamenti italiani in Iraq sono dunque sul tavolo. La ministra della difesa Pinotti - ascoltata in Parlamento insieme a Gentiloni martedì scorso - ha dichiarato: "Valuteremo nuovi ruoli" e poi: "Quando il governo avrà stabilito un suo orientamento, riferirà ìn Parlamento". ...

Le guerre allo Stato Islamico

  • Mercoledì, 07 Ottobre 2015 09:16 ,
  • Pubblicato in L'Articolo
Guerra in SiriaLimes
6 ottobre 2015

C'è voluto meno di una settimana perché l'intervento di Mosca a sostegno di al-Asad creasse i primi dissapori con chi da 4 anni cerca di accelerarne la caduta, ossia la Turchia di Erdoğan. La violazione dello spazio aereo turco ad opera di aerei russi è stata condannata anche dalla Nato, di cui Ankara fa parte.

Amnesty International
25 06 2015

Yemen, sei mesi dall'inizio degli attacchi aerei della coalizione a guida saudita: vite civili devastate. Amnesty International sollecita inchiesta Onu

Sei mesi dopo l'inizio del sanguinoso conflitto dello Yemen, Amnesty International ha sollecitato la comunità internazionale a istituire, attraverso il Consiglio Onu dei diritti umani che è riunito a Ginevra fino al 2 ottobre, una commissione d'inchiesta sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani commesse da tutte le parti.

Nel corso del conflitto sono stati uccisi oltre 2100 civili, tra cui almeno 400 bambini. In tutto lo Yemen è in corso una disperata crisi umanitaria e oltre 1.400.000 persone risultano sfollate.

"Nei sei mesi trascorsi dall'inizio della campagna di attacchi aerei da parte della coalizione a guida saudita, tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno mostrato un cinico disprezzo per la vita dei civili" - ha dichiarato James Lynch, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

"In assenza di qualsiasi soluzione in grado di porre fine a questo sanguinoso conflitto e a causa della crescente crisi umanitaria, la sofferenza dei civili dello Yemen è assoluta. La comunità internazionale deve cogliere l'occasione della riunione del Consiglio Onu dei diritti umani per istituire una credibile commissione d'inchiesta internazionale che possa dare speranza alle vittime delle gravi violazioni dei diritti umani" - ha aggiunto Lynch.

L'Arabia Saudita e altri stati che fanno parte della coalizione militare impegnata nel conflitto dello Yemen, insieme allo stesso governo yemenita del presidente Abd Rabbu Mansour Hadi, stanno cercando d'impedire l'istituzione della commissione d'inchiesta.
"La comunità internazionale deve smetterla di girare le spalle alle vittime della crisi dello Yemen e prendere misure per porre fine all'impunità e per far presente agli autori delle gravi violazioni dei diritti umani che non potranno non rispondere delle loro azioni.
Il primo passo in questa direzione dovrebbe essere un'indagine approfondita, imparziale e indipendente" - ha sottolineato Lynch.

In gran maggioranza, i morti e i feriti tra i civili sono stati causati dalla coalizione a guida saudita, sostenuta da Usa e Regno Unito. Amnesty International ha documentato attacchi aerei della coalizione, dichiaratamente contro i gruppi armati houti e che invece hanno causato morti tra la popolazione civile e hanno distrutto abitazioni e altri obiettivi civili tra cui scuole, moschee e infrastrutture civili tra cui ponti e strade, pregiudicando in questo modo la fornitura di aiuti umanitari.

Le forze della coalizione a guida saudita hanno anche usato bombe a grappolo, vietate a causa della loro natura inerentemente indiscriminata, prodotte o progettate negli Usa.

"Anziché fornire assistenza logistica e militare a una coalizione che ha commesso gravi violazioni dei diritti umani, i membri influenti della comunità internazionale dovrebbero cercare di chiamare gli autori a risponderne" - ha commentato Lynch.

"Tutti i paesi che forniscono armi alle parti in conflitto non devono autorizzare alcun trasferimento che rischi di causare o facilitare gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale dei diritti umani" - ha aggiunto Lynch.

Nei combattimenti via terra, gli houti e i loro oppositori si sono resi a loro volta responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, procurando danni alla popolazione civile mediante attacchi indiscriminati contro centri abitati. Gli houti hanno anche bombardato città e villaggi del sud dell'Arabia Saudita.

Gli houti hanno inoltre avviato la repressione nelle zone sotto il loro controllo, effettuando raid e chiusure delle sedi di varie organizzazioni non governative e minacciando il loro personale ed eseguendo arresti arbitrari e rapimenti di attivisti, giornalisti e altre persone ritenute ostili.

Approfondimento
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Conflitto in Yemen: l'Italia sospenda l'invio di bombe e sistemi militari alla coalizione guidata dall'Arabia Saudita (2 settembre 2015)

Per interviste:Amnesty International Italia - Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348 6974361, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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