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La Stampa
05 02 2014

La città di Raqqa, nel nord-est della Siria, la zona in cui quasi sette mesi fa è stato rapito il gesuita padre Paolo Dall’Oglio, è da mesi il nero avamposto delle milizie jihadiste che hanno affiancato prima e poi surclassato i ribelli anti Assad della prima ora (tra loro il famigerato ISIS, Islamic State of Iraq and Syria). All’ingresso in città un grande striscione annuncia che da lì in poi vige la sharia, legge islamica, in osservanza alla quale, per esempio, le donne locali sono obbligate a coprirsi interamente (volto compreso e guanti), fumare in pubblico la shisha (la pipa ad acqua) è proibito così come ascoltare musica in automobile o nei negozi.

Le regole rigidissime sono state imposte dall’ISIS alcune settimane fa quando alle signore è stato anche intimato di non alzare la voce per la strada e di girare sempre accompagnate da un uomo. Tra gli altri precetti il divieto di esporre fotografie nelle vetrine dei negozi e l’ordine di abbassare tassativamente le saracinesche dieci minuti prima dell’inizio della preghiera.

L’ISIS combatte la sua personalissima battaglia nel nome dell’islam più radicale in maniera ormai completamente autonoma tanto dai ribelli filo occidentali (con cui si scontra continuamente) quanto da altri gruppi jihadisti. La Turchia, il cui confine è poco distante da Raqqa, ha ormai pressoché sigillato le frontiere per paura del contagio terroristico. E nelle ultime ore perfino i vertici di al Qaida hanno preso nuovamente le distanze dichiarando di non essere stati neppure informati della nascita dell’ISIS e di non condividerne la tattica («Non siamo soddisfatti dell’ISIS e abbiamo ordinato la cessazione delle sue azioni. L’Isis non è una filiale di al Qaida e non siamo responsabili per le sue azioni e comportamenti»).

Il radicalismo assunto come mezzo e come fine dello scontro con il regime di Damasco e il ricorso alla violenza barbara e gratuita sta talmente minando l’immagine dell’opposizione (oltre alla sua compattezza) da far osservare ad alcuni analisti la coincidenza d’interessi tra l’ISIS e Assad. Ma tant’è. I feroci combattenti di Abu Bakr al-Baghdadi tirano dritto per la loro strada sulla quale, rivela il quotidiano Ashrq al Awasat, hanno appena messo in campo due battaglioni femminili per effettuare perquisizioni e arresti ai check point evitando ogni forma di promiscuità. Le due unità, che si chiamano “Al-Khansaa” e “Umm al-Rayan” “assumono” solo donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni e rigorosamente single. C’è anche un salario mensile, 25 mila lire siriane (circa 200 dollari), poca roba ma pur sempre qualcosa nella Siria dove il prezzo del pane è aumentato del 300%.

Kenya: granata contro ristorante turistico a Diani, 10 feriti

  • Giovedì, 02 Gennaio 2014 10:11 ,
  • Pubblicato in Flash news

AGI
02 01 2014

E' di almeno dieci feriti il bilancio di un attentato contro un ristorante a Diani, rinomata località turistica del Kenya sud-orientale, a una trentina di chilometri da Mombasa: lo ha riferito il capo della polizia locale, Jack Ekakuro, secondo cui gli aggressori da bordo di una motocicletta in corsa hanno lanciato l'ordigno all'interno della caffetteria 'Tandoori', gremita di clienti che ancora stavano festeggiando l'Anno Nuovo, e si sono poi dileguati.

Nella zona opera un gruppo jihadista chiamato al-Hijra, legato ai miliziani qaedisti somali di al-Shebaab al-Mujaheddin.


Motivate. Pronte a tutte. In maggioranza giovani acculturate. Molte di loro hanno visto morire sotto i propri occhi mariti, fratelli, amici. Alcune portano su di sé i segni di una violenza, fisica e psichica, incancellabile. Il desiderio di vendetta è pari all'assenza di futuro. Il fenomeno delle cosiddette "vedove nere" non è nuovo. ...

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