Le mani sporche del sultano

  • Domenica, 11 Ottobre 2015 08:44 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Manifestazione KurdiTommaso Di Francesco, Il Manifesto
11 ottobre 2015

"È una strage di Stato, l'Akp ha le mani spor­che di san­gue", accu­sano la sini­stra kurda e i paci­fi­sti turchi.
Sì. E in tutta evi­denza a "sal­tare" con la fero­cia della strage di Ankara, a get­tare la maschera, è la dop­piezza del pre­mier Erdo­gan, il Sul­tano atlan­tico, verso la guerra regio­nale in corso. 

Tolto l'assedio a Cizre si contano i morti e i danni

  • Venerdì, 18 Settembre 2015 11:51 ,
  • Pubblicato in L'Intervento
Assedio a CizreLuigi D'Alife, Il Manifesto
17 settembre 2015

Qui nel 1992 durante le celebrazioni del Newroz (il capodanno kurdo) la città fu assediata dall'esercito turco per docici giorni. A ventidue anni di distanza la storia si ripete. A partire dalle elezioni politiche del 7 giugno scorso e con l'attentato di Suruc, la Turchia sembra essere ripiombata indietro di vent'anni. ...

Nell'assedio di Cizre strangolata dai turchi

  • Domenica, 13 Settembre 2015 09:24 ,
  • Pubblicato in L'Articolo

Assedio a CizreMauro Mondello, Avvenire
13 settembre 2015

"Quello che sta accadendo è un attacco alla libertà degli uomini e delle donne di questo Paese - ha dichiarato Selahattin Demirtas, segretario dell'Hdp - ...

Produzioni dal Basso
09 09 2015

Un libro, un video, un blog, una mostra fotografica, solidarietà diretta e il supporto ad un progetto d'appoggio alla resistenza curda in Rojava.

La situazione politica e sociale generata dall’attacco del governo Turco al Rojava negli ultimi mesi ha trasformato il nostro progetto e le tempiste del progetto. Non produrremo tutto il materiale narrativo/informativo in una unico blocco. Divideremo il progetto in due turni.

Il primo viaggio (5-15 ottobre) darà il via al progetto, sarà aperto il blog che giornalmente racconterà l'esperienza. Al ritorno realizzeremo la mostra fotografica, che poi sarà ampliata, e un breve ebook. Il secondo viaggio, con tempi da definire, completerà il materiale necessario per il libro ed il video.

Metà del ricavato di questa raccolta fondi verrà devoluto direttamente alla comunità curda a sostegno di un progetto d’appoggio alla Resistenza nel Rojava. Il progetto verrà individuato sul campo insieme alla comunità curda durante il primo viaggio. L'altra metà dei fondi serviranno a finanziare la produzione di materiale artistico e informativo, il cui ricavato finale andrà poi anch’esso a sostegno del progetto scelto.

Dopo queste precisazioni ecco il testo completo del progetto:

Siamo stati a lungo in silenzio. È tempo di muoversi, di avvicinarci gli uni agli altri, di parlare tra noi, di agire insieme. Accettiamo la sfida dei curdi, accettiamo il loro invito, troviamoci alle loro manifestazioni e raduni nelle nostre città, muoviamoci e rompiamo questa stretta mortale politica.

Così hanno scritto alcuni compagni tedeschi oltre un anno fa, quando non solo la resistenza ma anche l’esperimento rivoluzionario del Rojava siriano e delle comunità curde in Turchia si è mostrato con tutta la sua forza storica e politica. E noi non possiamo che condividere questo punto di partenza.

La resistenza del Rojava rivoluzionario e del popolo curdo è una delle storie di lotta più interessanti degli ultimi anni. Alla decennale offensiva dello Stato turco e alla più recente guerra civile in Siria, si è aggiunta anche la resistenza contro l’esercito fascista dell’Isis.

La guerra alle porte (perché il Vicino e Medio Oriente è profondamente intrecciato con i destini europei, ci piaccia o meno) non riguarda però solo la sfera militare: aumentano i fronti e si moltiplicano i nemici, in un’area dove il sistema statale imposto quasi cent’anni fa ha cominciato a crollare, tra le rivolte e guerre civili scoppiate nel 2010/11; all’interno di questo caos, le comunità curde hanno iniziato a costruire una società diversa alternativa a tutti i sistemi di dominio finora conosciuti.

Quello che sta succedendo in Rojava infatti ci sembra tremendamente innovativo, politicamente potente e, soprattutto, parla un linguaggio che sentiamo a noi vicino.

Lontano dalle pagine dei giornali e dai clamori televisivi questa vicenda continua a stupire per la sua capacità di ottenere inaspettati risultati militari e successi politici che ci danno speranza.

Staffette internazionali continuano a supportare materialmente il Rojava e il Kurdistan occidentale. Anche da Milano nasce l’idea di formare una carovana che mescoli artisti e attivisti, capace di portare solidarietà concreta e che sappia riportare informazione e comunicazione su quel che sta accadendo vicino e lontano dal fronte del combattimento.

I metri guadagnati dal Ypg e dal Ypj contro l’Isis sono importanti così come l’avanzata del Partito democratico dei popoli (Hdp), organizzazione ispirata alle teorie del confederalismo democratico, vicina alle formazioni del popolo curdo, rappresentante delle istanze più radicali della società turca, alle ultime elezioni generali in Turchia. Le line del fronte hanno forme e dimensioni diverse, si combattono in maniera differente, e si vincono sapendo modificare anche “se stessi” e la stessa società.

L’emancipazione delle donne curde, così come la trasformazione del Pkk, e le forme di autogoverno e autogestione che il Rojava sperimenta, sono solo alcuni degli esempi che ci dicono con chiarezza e forza i successi che, tra i deserti e le montagne del sud-est turco, al confine siriano, si stanno vivendo in questi anni.

Cercheremo di raccontare tutto questo con sensibilità, occhi e intelligenze diverse. A fine viaggio scriveremo un libro e produremo un documentario, entrambi pagati con questo crowdfounding. La vendita di libro e documentario andranno poi a finanziare un progetto, il progetto che sceglieremo in viaggio e che inizieremo a finanziare con una parte importante della raccolta fondi.

Firmiamo l’appello delle donne curde

  • Martedì, 01 Settembre 2015 10:25 ,
  • Pubblicato in Flash news

Osservatorio Afghanistan
01 09 2015

Firmiamo l’appello delle donne curde

Care Compagne,

vi giro l’appello delle donne kurde per condannare l’esecuzione di Kevser Elturk (Ekin Van), combattente delle YJA STAR torturata e uccisa dai militari turchi ed esposta nuda in modo disumano nel centro della città di Varto nel Kurdistan turco.
Firmate a nome dei vostri gruppi/organizazione/case/comitati/asamblee etc! (mandate un email a me con il nome del organizazione entro il 1 settembre!)

Condanniamo questo attacco a tutte le donne uniamoci contro la mentalità patriarcale e il femminicidio e il fascismo dello stato contro la legittima difesa delle donne. Stiamo raccogliendo le firme in tutta Europa. Non restiamo in silenzio!
jin jiyan azadi! biji yekitiya jinan!

ciao Roj

Firmiamo l’ appello delle donne curde
La mentalità patriarcale e la complicità fra AKP e daesh è il segno più atroce del femminicidio.

Il movimento delle donne curde in Europa TJKE e la rappresentanza internazionale del movimento delle donne curde, l’ ufficio delle donne curde per la pace CENI, la fondazione internazionale delle donne libere, la casa delle donne Utamara, la fondazione Roj women, la fondazione Helin, e tutte le assemblee popolari delle donne curde in Europa conadanniamo fermamente l’ esecuzione di Kevser Elturk (Ekin Van), combattente delle YJA STAR torturata e uccisa dai militari turchi ed esposta nuda in modo disumano nel centro della città di Varto nel Kurdistan turco. L’onta e il disonore di questo gesto resterà scritto nella storia.

Nel nome del regno del sultanato la mentalità dell’AKP rigetta l’umanità sulla via della morte, continuando a percorrere la via della guerra, con il solo scopo di demoralizzare la resistenza delle donne curde. Keveser Elturkè il simbolo della resistenza delle donne curde. Come donne curde e del mondo chiediamo giustizia per questo gesto orribile. In tutte le guerre conosciute nella storia del mondo, le donne sono state utilizzate come bottino di guerra. Oggi in Irak le donne continuano ad essere vendute nei mercati della schiavitù sessuale. L’ immagine delle donne curde trainate a terra dai carri armati turchi e i loro corpi esposti nudi nei media sono ancora attuali.

La mentalità conservatrice e patriarcale non sopporta l’ ideologia della liberazione delle donne, che appartiene ai valori dell’ umanità. Le atrocità inflitte a Keveser Elturk sono la rappresentazione della mentalità maschile degli anni ’90 che si ripropone oggi. L’ etica del disonore si concretizza con la complicità fra AKP e daesh. La cultura dello stupro che ha messo in atto il femminicidio di Ekin Van è la conseguenza della continua guerra nei confronti del diritto alla legittima difesa delle donne curde, oggi simbolo della resistenza delle donne di tutto il mondo. Come movimento delle donne curde e associazioni di donne curde ci uniamo e sosteniamo questo appello del KJA, e denunciamo questa politica incosciente e disumana portata avanti dalla polizia dell’ AKP contro le donne. Di conseguenza resistiamo contro la mentalità dell’ AKP, come i combattenti YPG hanno sconfitto il califfato di daesh.

Lanciamo un appello all’ opinione pubblica, alle organizzazioni dei diritti umani, alle femministe a tutte le associazioni sensibili a questa situazione ad essere solidali alla nostra causa e ad unirsi nella lotta contro questa guerra e femminicidio messo in atto dall’ AKP.

Riscriviamo la storia, costruiamo insieme il confederalismo democratico, rafforziamo la nostra autodifesa contro la mentalità patriarcale.

Parigi 19/08/2015

ORGANIZAZIONE FIRMATARI

TJK-E- Europa; Le Assemblee Popolari delle Donne Curde in Europa; IRKWM-Europa; CENI- Germania; IFWF-Olanda; UTAMARA-Germania; Fondazione Roj Women- UK; Fondazione Helin; ….

FRANCESE
SIGNEZ L’APPEL DES FEMMES KURDES!!!!

La mentalité patriarcale de la complicité AKP-DAESH est la figure la plus atroce du Féminicide

Nous soussignées,

Le Mouvement des Femmes Kurdes en Europe TJK-E, la Représentation Internationale du Mouvement des Femmes Kurdes, le Bureau des Femmes Kurdes pour la Paix CENI, la Fondation Internationale des Femmes Libres, le Centre de Rencontre pour Femmes UTAMARA, la Fondation Roj Women, la Fondation Helin ainsi que toutes les Assemblées populaires des femmes Kurdes en Europe ; condamnons fermement l’exécution de Kevser Elturk (Ekin VAN) combattante kurde de YJA STAR tuée par la torture par les soldats Turcs et exposée nue au public de façon inhumaine en plein centre de la ville de Varto au Kurdistan Turc. La honte et le déshonneur de cet événement s’écrira dans l’histoire.

Au nom du règne de son sultanat, la mentalité de l’AKP envoie l’humanité sur la route de la mort faisant perdurer la guerre sale. Son seul but : affaiblir la résistance des femmes Kurdes. Kevser Elturk est le symbole de la résistance des femmes Kurdes. En tant que femmes Kurdes, en tant que femmes de la planète nous demandons justice face à cet acte horrible.

Durant toutes les guerres qu’a connue l’histoire de notre monde, les femmes ont toujours été utilisées comme des butins de guerre, aujourd‘hui en Iraq elles continuent d’être vendues dans les bazars de l’esclavagisme sexuel. Les images des femmes Kurdes traînées à terre par les tanks de l’armée Turque, leurs corps exposés nus dans les médias étatiques sont encore dans l’histoire actuelle.

La mentalité conservatrice patriarcale n’arrive pas à digérer l’idéologie de la libération des femmes qui est aujourd’hui un hommage aux valeurs de l’Humanité. Ces atrocités infligées à Kevser Elturk sont la représentation de la mentalité masculine des années 90 qui se reproduit à ce jour.

Le vide éthique et le déshonneur se concrétise par la complicité de DAESH et de l’AKP.

Cette mentalité du viol qui produit la pratique avérée du féminicide sur la personne d’Ekin Van est l’enclenchement d’une guerre indéfinie à l’égard du droit de légitime défense des femmes Kurdes qui sont aujourd’hui devenues l’espoir des femmes de la planète.

En tant que Mouvement des femmes Kurdes, et associations des femmes Kurdes nous soutenons et nous nous joignons à la déclaration du KJA (Congrès des Femmes Libres), et dénonçons cette politique inconsciente et inhumaine perpétrée par la police de l’AKP envers les femmes.

Par conséquent, nous allons vaincre la mentalité de l’AKP tout comme les combattantes des YPG ont renversé le sultanat de DAESH.

Nous lançons un appel à l’opinion publique, aux organisations des droits humains, aux féministes, à toute personne sensible à cette situation, à être solidaires à notre cause et à nous rejoindre dans notre lutte contre cette sale guerre, ce féminicide perpétré par l’AKP !

Inscrivons-nous dans l’histoire, construisons le système démocratique confédéral en renforçant nos mécanismes de prévention contre les mentalités patriarcales.

Paris, le 19.08.2015

Signatures
TJK-E- Europa; Le Assemblee Popolari delle Donne Curde in Europa; IRKWM-Europa; CENI- Germania; IFWF-Olanda; UTAMARA-Germania; Fondazione Roj Women- UK; Fondazione Helin;

 

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