La Repubblica
03 04 2014
Ancora una strage negli Stati Uniti. E di nuovo nella base militare di Fort Hood, in Texas, dove già nel 2009 furono uccise 13 persone. Quattro i morti e 16 i feriti. Tra le vittime il responsabile della tragedia, che si è tolto la vita. Si tratta di un militare di 35 anni, Ivan Lopez. Aveva prestato servizio in Iraq nel 2011, soffriva di depressione ed era sottoposto ad accertamenti per sospetto disturbo post traumatico da stress. Stando alle prime ricostruzioni, tutto sarebbe iniziato da una sparatoria tra due soldati. Per ore si è parlato della possibilità che i killer fossero due, ma a quanto pare Lopez ha agito da solo. L'epilogo dopo una breve caccia all'uomo cui hanno partecipato la polizia locale e gli agenti dell'Fbi. Le autorità escludono la matrice terroristica.
I colpi d'arma da fuoco, 10 o 20, sarebbero partiti dall'area dell'ospedale della cittadella di Fort Hood, dalla zona in cui si trova una piscina adibita alla riabilitazione motoria. Ai primi spari l'intera area è stata isolata, come un vicino college: per diverse ore nessuno ha potuto uscire o avvicinarsi. I militari della base e le loro famiglie sono stati invitati tramite i social network a cercare riparo e a non venire allo scoperto fino a nuovo ordine.
Il presidente Barack Obama è stato subito informato dell'accaduto e costantemente aggiornato sugli sviluppi, così come il capo del Pentagono, Chuck Hagel. "Abbiamo il cuore spezzato per aver vissuto di nuovo una storia simile - ha detto il capo della Casa Bianca - Voglio solo assicurare che stiamo facendo di tutto per andare a fondo e capire cosa è successo". E ancora: "Quegli uomini hanno sacrificato molto per la nostra libertà. Molti sono stati più volte in Iraq e in Afghanistan. Hanno svolto valorosamente il proprio compito e quando sono nella loro base in patria hanno bisogno di sentirsi al sicuro. Non sappiamo ancora che cosa sia accaduto, ma ovviamente quella sensazione di sicurezza è stata ancora una volta spezzata".
Il 5 novembre del 2009 a sparare fu un ufficiale e psichiatra dell'esercito, Nidal Malik Hasan, di origine palestinese. Uccise 13 persone e ne ferì oltre 30 fra i commilitoni in attesa di vaccinazioni o documenti perché erano appena rientrati da missioni all'estero o si preparavano ad andare in Afghanistan o in Iraq. Fu la più sanguinosa strage mai avvenuta in una base militare in territorio statunitense. Hasan, colpito, rimase paralizzato. Ad agosto è stato condannato a morte.
Dopo quell'episodio, le misure di controllo sono state irrigidite in tutte le basi sul territorio statunitense. Ma questo non è bastato a evitare che tragedie simili si ripetessero. Lo scorso settembre un ex militare della Marina ha aperto il fuoco all'interno del Washington Navy Yark e ha assassinato 12 persone prima di essere a sua volta ucciso. Anche in quell'occasione, Hagel ha ordinato di rivedere i sistemi di sicurezza.
I motivi della strage di oggi a Fort Hood sono ancora oscuri. Pochi giorni fa la giornalista di FoxNews Jana Winter aveva riferito che l'Fbi dava la caccia a una recluta dell'esercito che stava pianificando un attentato di matrice jihadista ai danni di soldati americani, ispirato alla strage del 2009.
Fort Hood, nel centro del Texas, è la maggiore base militare americana del mondo, e può ospitare oltre 50 mila uomini. Si trova a Killeen, a metà strada tra Waco ed Austin, a circa 100 chilometri dalle due città. Dedicata al generale dell'esercito confederato John Bell Hood, costruita nel 1942 per rispondere alla macchina da guerra nazista, la base ha una superficie di circa 40 chilometri quadrati ed è sede tra l'altro di due divisioni, la prima di cavalleria e la prima ovest dell'esercito. Fort Hood è divisa in tre sezioni. Accanto alla struttura centrale, ci sono West Fort Hood e North Fort Hood.