Mentre Hillary Clinton si prepara a lasciare la poltrona di Segretario di stato negli Stati Uniti impazza il dibattito sulle donne e la politica estera. A lanciarlo con forza, tramite la rivista Foreign Policy, è stata Anne-Marie Slaughter, ex assistente della stessa Clinton, diventata famosa in tutto il mondo grazie all'articolo pubblicato qualche mese fa dall'Atlantic, Why women cannot have it all .
Slaughter raccontava di come avesse rinunciato al prestigioso incarico a Washington in nome dei figli adolescenti che avevano bisogno di lei: per stare loro vicino, era tornata a Princeton a fare la professoressa allontanandosi dai fasti della diplomazia internazionale.
Le sue parole in America hanno scatenato un dibattito su giornali, tv e nei salotti: davvero le donne americane sono tornate indietro al punto di dover scegliere fra carriera e famiglia? Il dibattito non si è mai concluso: e il nuovo editoriale di Slaughter non ha fatto che rilanciarlo. Il suo intervento infatti è caduto su un terreno fertile.
Da settimane in America si discuteva di donne e politica estera analizzando la candidatura di Susan Rice alla poltrona che presto sarà lasciata da Hillary Clinton. L'ambasciatore all'Onu, a lungo data per favorita nella gara per il nuovo Segretario di stato, qualche giorno fa ha annunciato il ritiro dalla corsa a causa delle critiche che le sono piovute addosso per la gestione della crisi di Bengasi. "Dura, abrasiva" sono due degli aggettivi con cui Rice è stata descritta al pubblico americano nelle settimane passate, e non in senso positivo.
"Ma una simile durezza era stata salutata in maniera positiva in alcuni dei più rispettati e potenti Segretari di stato maschi, come Henry Kissinger e James Baker", scriveva qualche giorno fa sul Washington Post la commentatrice Ruth Marcus.
Tant'è. Hillary si prepara a fare le valigie, Rice le sue le porterà fuori dal Palazzo di vetro, dove in questi quattro anni ha ricoperto l'incarico di ambasciatore degli Stati Uniti, ma non nell'ufficio più prestigioso del Dipartimento di Stato. Lì, salvo imprevisti, arriverà l'ex sfidante di George W. Bush, John Kerry. E la politica estera, con buona pace di Anne-Marie Slaughter, tornerà ad essere un gioco da ragazzi.