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Riccardi: "C'è un'escalation di razzismo in Italia"

  • Lunedì, 04 Febbraio 2013 15:07 ,
  • Pubblicato in Flash news
Stranieri in Italia
04 02 2013

"Le forze politiche devono condannare con nettezza la predicazione della violenza"

Roma, 4 febbraio 2013 - "I gravi fatti di Triggiano che hanno coinvolto tre ragazzi egiziani e una educatrice di un centro di accoglienza, ai quali vanno la mia solidarieta' e la mia vicinanza, confermano che siamo di fronte a una vera escalation di razzismo in Italia".

Lo afferma il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi. "Non c'e' un collegamento diretto tra questi ultimi fatti e altre aggressioni o fatti a sfondo razziale o xenofobo accaduti negli ultimi tempi.  C'e' pero' - in un momento di crisi economica e per di piu' durante la campagna elettorale - un comune terreno pericolosamente fertile per i seminatori di odio.

Per questo - ammonisce Riccardi in una nota - tutte le forze politiche devono condannare con nettezza la predicazione della violenza, isolare ogni germe di razzismo, ma anche evitare toni troppo accesi. Le forze dell'ordine e la magistratura devono tenere alta la guardia per prevenire e reprimere gesti fanatici e violenti".
Operaio marocchino, in Italia da 21 anni, non è stato in grado di pronunciare la formula di rito: «Non sono mai andato a scuola». Cerimonia rinviata di sei mesi.

VENEZIA - Vive in Italia da 21 anni ma non sarebbe ancora in grado di leggere in italiano e il sindaco gli rimanda di sei mesi il giuramento per la cittadinanza. È successo ad un operaio marocchino di 47 anni che si era presentato davanti al primo cittadino di Vigonovo (Venezia) per la cerimonia di ottenimento della cittadinanza italiana. L'uomo però quando si è trovato tra le mani il foglio con le poche righe predisposte dall'ufficiale d'anagrafe non avrebbe saputo leggerle provocando la decisone del sindaco leghista Damiano Zecchinato di sospendere l'atto.

Il primo cittadino, come indica il Gazzettino, dopo essersi consultato con il responsabile prefettizio per l'immigrazione ha concesso sei mesi di tempo al marocchino per imparare a leggere l'italiano rinviandolo ad una nuova cerimonia in estate. L'operaio, che da 13 anni risiede a Vigonovo con moglie e due figli di 9 e 6 anni, si sarebbe giustificato ammettendo di non essere mai andato a scuola e di non aver potuto imparare la lingua.

Nessuna questione politica, o peggio, discriminatoria, ma soltanto la volontà di far rispettare le leggi italiane, come prevede il giuramento e quindi la Costituzione. È la spiegazione che il sindaco leghista di Vigonovo (Venezia), Damiano Zecchinato, ha dato alla decisione di «bocciare» un marocchino di 47 anni, da più di 20 in Italia, che non era riuscito a leggere la frase di rito per ottenere la cittadinanza: «Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione e le leggi». La notizia era riportata oggi anche dalla Nuova Venezia. «Non è un sindaco leghista che dice no allo straniero, assolutamente - dice Zecchinato - È la volontà di far rispettare le istituzioni, come del resto recita la formula che l'uomo avrebbe dovuto leggere secondo la legge del nostro Paese». «Il giuramento in queste condizioni - aggiunge Zecchinato - non potevo accoglierlo e non l'ho accolto, semplicemente perché non sapeva proprio leggere, addirittura rigirava tra le mani il foglio dove c'era scritta la formula di rito perchè non sapeva da che parte cominciare». (Ansa)
Nessuno lo dice ma a mezza bocca tutti parlano di "razzismo" nei confronti degli ebrei neri. "Si tratta di ridurre la natalità in un gruppo che è nero e per lo più povero", ha commentato Hedva Eyal, che ha condotto le indagini per conto di "Womam to Woman". ...

La Repubblica
29 01 2013

"Lo hanno insultato, gli hanno urlato di tutto, anche 'sporco negro'. E il nostro calciatore, insieme al resto della squadra, ha abbandonato il campo a partita in corso: quasi sicuramente saremo multati, ed è una beffa oltre al danno". Fabio Roccia, presidente dello Sporting Pontecorvo, club di calcio dilettantistico della provincia di Frosinone, si sfoga raccontando un piccolo "casa Boateng" in Ciociara. Un calciatore, un 17enne di origini marocchine, è stato insultato sabato scorso durante una partita di categoria Juniores disputata in casa del Sant'Elia. Il giovane sarebbe stato bersaglio di insulti razzisti tanto da spingerlo, a pochi minuti dalla fine e con il risultato sul 3-0 per il Sant'Elia, ad abbandonare il campo, seguito dai compagni di squadra, e togliersi la propria maglia in segno di sdegno. Il gesto, l'abbandono durante una partita, ha ricordato quello di Kevin Boateng, calciatore del Milan, e della sua squadra in occasione dell'amichevole in casa del Pro Patria. "Non ero sul posto - spiega all'agenzia Dire il presidente del Pontecorvo - Ma sono stato aggiornato dai miei calciatori, dai dirigenti e da diversi genitori: tutti hanno riportato la stessa versione. Mi hanno detto che una quindicina di giovanissimi ha insultato il nostro giocatore ed un altro dei nostri, che non giocava ma che era in tribuna, che fa parte di una casa famiglia".

Il ragazzo che era in campo, dice ancora il presidente, "tra le altre cose, è più ciociaro di noi: è da 15 anni in Italia, parla il dialetto meglio di noi, frequenta il liceo locale". Ma il numero 1 della società di Pontecorvo non se la prende più di tanto con i giovani che hanno insultato il 17enne calciatore: "Ce l'ho più con istruttori, con gli allenatori: una cosa del genere è inconcepibile e loro non hanno fatto nulla, non sono intervenuti, o quasi. Se qualcosa hanno fatto è stato più o meno inutile. Personalmente non ho sentito nessuno di quella società, nessuno mi ha contattato per scusarsi. Siamo una piccola società, tra le nostre squadre ci sono giocatori marocchini, romeni, albanesi. Ragazzi in difficoltà che aiutiamo come possiamo. E poi succedono queste cose...".
Sul posto, sabato, sono intervenuti i Carabinieri che hanno avviato le indagini per risalire agli autori degli insulti.

A commentare l'accaduto anche il ministro per l'Integrazione Andrea Riccardi che parla addirittura di due ragazzi africani insultati: "Ho appreso con profonda indignazione e con preoccupazione l'episodio accaduto a due ragazzi africani della sua squadra di calcio, pesantemente insultati e intimiditi a causa del colore della pelle da giovanissimi tifosi di una squadra avversaria. Voglio portare attraverso di lei la vicinanza mia e del governo italiano a questi ragazzi, ai loro genitori e a tutta la squadra di calcio per gli inaccettabili slogan razzisti. La circostanza è ancora piu' grave perché è accaduta a ridosso delle celebrazioni del Giorno della Memoria: è il segnale di quanto ancora bisogna fare per promuovere, specie tra i giovani, una cultura di dialogo, di convivenza e di rifiuto del razzismo, della xenofobia e dell'antisemitismo".

"La solidarietà e lo sdegno sono importanti, ma non bastano" ha proseguito Riccardi "Le cronache ci raccontano di troppi episodi a sfondo razzista che lambiscono il mondo del calcio a tutti i livelli. Sono fenomeni di massa che non possiamo assolutamente sottovalutare. Occorre un piano di azione nazionale che coinvolga scuola, mondo dello sport, enti locali, operatori dell'informazione e istituzioni centrali".

Palermo, 65 anni di carcere alla banda che pestò due Tamil

  • Venerdì, 25 Gennaio 2013 09:47 ,
  • Pubblicato in Flash news

Frontiere news
25 01 2013

65 anni di carcere. E’ la pena complessiva che hanno stabilito i giudici del tribunale di Palermo per la banda che nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2011, ha pestato a colpi di spranghe e caschi due giovani Tamil, Mohanraj Yoganathan e Naguleashoworan Subramanian, mentre tornavano a casa dopo aver lavorato in un ristorante.

Il collegio presieduto da Vittorio Alcamo ha deciso 15 anni e mezzo di carcere per Mirko Rasa e Salvatore Savignone, 15 anni per Massimiliano D’Alba e 19 per Vincenzo Cilona, 14 anni anche per Vincenzo di Giovanni, figlio di un boss.

A raccontare la storia dell’aggressione è stato Yoganthan, riuscito a fuggire, mentre l’amico è stato ridotto in fin di vita: “Quella sera io e Subramaniam – ha raccontato – stavamo tornando a casa dopo il lavoro in un ristorante. Vicino la panineria di via Imperatrice Costanza abbiamo visto un ragazzo che è salito su un vaso e ci guardava da lontano. E’ uno che vedevo spesso davanti la panineria. Quando siamo passati davanti al negozio, un’altra altra persona mi ha lanciato addosso una sigaretta accesa. Assieme a lui c’era un altro che abita vicino casa mia. Abbiamo continuato a camminare, ma ci hanno colpito con un casco. Siamo caduti e ci hanno dato pugni e calci”.

Subramaniam ha subito danni permanenti a testa e viso ed è tornato in patria per paura di possibili ritorsioni. Prima dell’aggressione si occupava di informatica, oggi non può più compiere azioni elementari. Yoganhatan invece ora è stato inserito in un programma di protezione e vive in una località segreta.

Il Tribunale ha inoltre riconosciuto un risarcimento di 50mila e 20mila euro per i due aggrediti.

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