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Frontiere news
23 01 2013

E’ questa la Giuliano che vogliono! Zingari, prostitute, rifiuti. Aiutaci a difenderti”. Questo è lo slogan apparso in un comunicato stampa, risalente allo scorso 30 novembre, de La Destra, nella cui sede del comune campano, alla dirigenza, siede Antonio Arzillo. Nel manifesto firmato dal gruppo politico nazionalista di destra, proseguendo nella lettura, si scorge un vero e proprio manifesto programmatico.

“Oggi rischiamo di diventare la Zingaropoli campana, solo per scelte sbagliate fatte in altri luoghi e tutte imposte alla cittadinanza locale”. E, ancora: “le istituzioni sovracomunali sembrano che abbiano deciso di destinare l’intera area del giuglianese ad alto degrado urbano, come se questo fosse già deciso, imponendo scelte di altri all’intera comunità, senza che questa possa dire la sua”.

Da tempo sotto monitoraggio dell’Osservatorio 21 LUGLIO, l’attività politica de La Destra, incentrata sulla rivendicazione del proprio malcontento nei confronti delle comunità etniche rom, prosegue incessante. Stando al monitoraggio dell’associazione sull’incitamento alla discriminazione e all’odio razziale, dunque, il referente del gruppo politico, Antonio Arzillo, si sarebbe speso in reiterate e discutibili affermazioni, talune altamente discriminatorie e offensive.

Questi alcune espressioni tratte dalla terminologia ripetutamente utilizzata nei confronti dei rom: “zingaropoli”, “alto degrado urbano”, una vera e propria “questione”. L’associazione 21 LUGLIO afferma, dalle pagine del proprio sito, come “il manifesto e le dichiarazioni in questione, dato il ricorso a forti stereotipi negativi e pregiudizi, possano avere l’esito di radicare ulteriormente nell’immaginario collettivo la concezione del rom esclusivamente come un “problema”, contribuendo così a penalizzare indistintamente le comunità rom e ad aggravarne l’esclusione sociale”.

Dopo aver analizzato con attenzione le differenti dichiarazioni rilasciate, nel tempo, dal dirigente de La Destra, l’équipe dell’Osservatorio ha deciso di segnalare l’episodio agli organi competenti. L’Associazione, infatti, pur ritenendo di fondamentale importanza il diritto alla libertà di espressione, ha espressamente dichiarato che, alla libertà di pensiero, coniugata all’iniziativa politica, “vadano connesse inderogabili responsabilità, tra le quali sicuramente quella di evitare di diffondere, soprattutto in caso di dichiarazioni pubbliche da parte di uomini politici, idee suscettibili di alimentare sentimenti di odio, intolleranza, paura e xenofobia”.

La galleria degli orrori

  • Giovedì, 10 Gennaio 2013 09:43 ,
  • Pubblicato in Flash news
Cronache di ordnario razzismo
10 01 2013

Non potevamo chiamarla diversamente. Si tratta di manifesti e volantini utilizzati dai partiti, prevalentemente di destra, che fanno ricorso alla peggiore iconografia per alimentare l’odio razzista. Oppure di scritte fotografate sui muri delle nostre città. I gruppi bersaglio sono quelli di sempre: i rom, i  musulmani, gli ebrei, i neri o, semplicemente, i migranti.

Ci siamo chiesti se fosse giusto pubblicarli e se,  in questo modo, non contribuiamo a veicolare il razzismo. Le immagini che sono qui pubblicate sono già disponibili in rete, noi non facciamo altro che raccoglierle per testimoniare come nel nostro paese l’istigazione al razzismo è molto più diffusa di quanto  non si pensi. Forse anche perchè sono rari i casi in cui viene punita.

Ci auguriamo che queste immagini vengano utilizzate nelle scuole, nelle associazioni giovanili, nei quartieri per promuovere campagne di sensibilizzazione che documentino gli orrori del razzismo.

Vedi la galleria

Autobus per soli (uomini) neri

  • Martedì, 08 Gennaio 2013 10:21 ,
  • Pubblicato in Flash news

Marginalia
08 01 2013

O meglio "per soli uomini di colore", come si legge in un articolo de La Repubblica - Palermo a proposito della proposta del presidente della sesta commissione consiliare, il socialista Andrea Vassallo, di istituire bus per soli immigrati sulla linea per Salinagrande, in seguito alle proteste di viaggiatori "indigeni" infastiditi dai "comportamenti poco civili" dei migranti diretti al "centro di accoglienza". La notizia si commenta da sé. Grazie a Lella Di Marco per la segnalazione.

 

Il 18 dicembre del 1991 l'Onu ha sottoscritto la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. Tra i Paesi aderenti (46) si notano l'assenza dell'Italia e, in generale, dell'Europa.
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Il Fatto Quotidiano
18 12 2012

Gli ultras della squadra russa di proprietà del colosso Gazprom hanno diramato un comunicato dai toni discriminatori e xenofobi con l'obiettivo di mantenere "l'identità nazionale" del club. Dalla società nessun commento. L'unico a parlare è il tecnico Spalletti: "Serve tolleranza"

di Luca Pisapia

Non vogliamo né giocatori di colore né omosessuali in squadra, nel nome della purezza della razza. Firmato Landscrona. Il gruppo di tifosi più numeroso e importante dello Zenit di San Pietroburgo ha pubblicato lunedì sul proprio sito un agghiacciante comunicato, denominato ‘Selection 12 Manifesto’ nel quale è scritto: “Non siamo razzisti, ma vediamo l’assenza di giocatori neri nella nostra squadra come il perpetuarsi di un’importante tradizione dello Zenit. In questo modo si permette allo Zenit di mantenere l’identità nazionale della squadra, che è il simbolo di San Pietroburgo”. Il comunicato prosegue poi così: “Vogliamo soltanto calciatori provenienti dai paesi nostri fratelli, come Ucraina, Bielorussia, le repubbliche baltiche e la Scandinavia. Noi abbiamo la stessa mentalità e lo stesso background storico e culturale di queste nazioni”.
Questo delirio nazista ben rappresenta l’anima di una tifoseria – e forse di una città – dove le ideologie nazionaliste di estrema destra sono assai diffuse. Lo Zenit è infatti, non a caso, l’unica grande squadra russa dove non hanno mai militato giocatori africani. E molti giocatori di colore, tra cui il centrocampista francese M’Vila, hanno raccontato di aver rifiutato il trasferimento allo Zenit dopo avere ricevuto minacce di morte. Lo stesso Hulk, poderoso centravanti brasiliano mulatto acquistato in autunno dal Porto, non ha avuto vita facile a San Pietroburgo. Non solo è entrato nel mirino dei tifosi, ma addirittura il capitano della squadra e della nazionale russa Denisov si è rifiutato di scendere in campo se il suo contratto non fosse stato adeguato economicamente a quello del nuovo acquisto.
Per la gioia dei tifosi dello Zenit, che alcuni anni fa si sono presentati a una partita di coppa contro il multietnico Marsiglia indossando i cappucci del Ku Klux Klan, ricevendo in cambio gli applausi dello stadio e una multa di 40mila euro dalla Uefa al club. E l’ostracismo della tifoseria non si limita solo all’etnia, investe anche la sfera dei gusti sessuali. “Non volgiamo esponenti di minoranze sessuali in squadra” scrivono infatti quelli di Landscrona, ben sapendo di potere contare sull’appoggio e sulla protezione delle autorità locali. Lo scorso luglio il Gay Pride che avrebbe dovuto tenersi nel parco Polyustrovsky è stato infatti vietato dal governatore, che ha utilizzato una legge locale approvata il primo di aprile volta a “proteggere la cittadinanza contro la propaganda destinata a promuovere comportamenti omosessuali tra i minori”.
L’omofobia e il razzismo diffusi a San Pietroburgo trovano il loro naturale sfogo tra i tifosi dello Zenit: una squadra non certo di secondo piano, visto che è di proprietà della Gazprom. Ma né dalla dirigenza del club, né dal colosso dell’estrazione di gas naturale è arrivata alcuna condanna ufficiale del vergognoso comunicato. Anzi, l’addetto stampa ha annunciato che la società non avrebbe rilasciato commenti in merito alla questione. Insieme a qualche ex giocatore, l’unico che ha avuto il coraggio di ribellarsi è stato il tecnico Spalletti, che ha dichiarato: “La tolleranza è la capacità di comprendere e accettare la diversità. Essere tollerante significa anche lottare contro ogni forma di stupidita”. Sperando che non rimangano parole isolate, destinate a perdersi nell’odio che monta lungo la Prospettiva Nevskij.

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