Sette - Corriere della Sera
11 09 2015
La storia del diciottenne afgano che fugge spingendo la nonna in sedia a rotelle, scovato nei pressi di Rószke, al confine tra Serbia e Ungheria, dal giornalista della Bbc Ed Thomas, ha fatto il giro del mondo.
Nel video il ragazzo appare determinato a proseguire il viaggio insieme alla nonna, anche a costo di portarla sulle spalle. Di loro non si sa più nulla.
Ma, in generale, cosa ne è dei migranti con disabilità? Quando si danno i numeri di uno sbarco si specifica quante sono le donne, e se sono incinte; quanti sono i minori, e se sono "non accompagnati". Mai si danno i numeri delle persone con disabilità. ...
Huffington Post
10 09 2915
'Libertina', la libreria itinerante del siciliano Giovanni Lauritano porta i libri ai bambini con problemi alla vista
Una casetta-libreria per un "librario nomade", un piccolo mondo magico dove a regnare sono gli oltre 600 volumi illustrati dedicati a bambini con problemi alla vista o di apprendimento. Il sogno del messinese Giovanni Lauritano inizia circa un anno fa, quando il 47enne compra una roulotte Adria usata degli anni '90 e ne fa una libreria itinerante. Dopo una laurea in Scienze Biologiche e anni trascorsi a fare i lavori più disparati -dal mimo al bottegaio, dal musicista al libraio-, Giovanni dà così il via a un progetto che gli permette di riscattare il bambino timido di un tempo, il ragazzino innamorato di miniature e illustrazioni e dei racconti di Gianni Rodari che si vergognava ad ammettere di avere problemi alla vista.
"Ero stanco di stare chiuso in libreria," racconta Giovanni, che tra il 2009 e il 2014 ha lavorato per Mondadori e Feltrinelli. "Volevo muovermi e stare a contatto con i bambini." Incoraggiato dalla compagna Daniela Cannistraci, il siciliano si mette alla ricerca del mezzo adatto, fino a che non riesce a trovare il caravan presto ribattezzato 'Libertina'. "Il nome mi è venuto subito, con quel suo alludere alla libertà e all'anticonformismo," afferma Lauritano. 9 metri quadrati in cui il 47enne dà vita alla sua nuova attività: armadi e scaffali vengono trasformati in librerie, le cassapanche in salottini, nella zona cucina viene posizionata la cassa. Sul tetto ci sono addirittura dei pannelli solari che rendono il mezzo eco-friendly.
Giovanni, licenza da ambulante in mano, comincia così a girare per la Sicilia. Si sposta tra Messina, Siracusa e Catania, partecipa a fiere, frequenta piazze e scuole. 'Libertina' riscuote subito successo. "Basta fare uno scalino per entrare nel mio universo," dice il librario entusiasta. "I bambini usano la roulotte come teatro, mentre le mamme si rilassano o leggono storie ai loro figli. 'Libertina' ha un'energia incredibile." All'occorrenza la roulotte assolve anche alla sua funzione originaria di casa mobile, dotata addirittura di una piccola stufa.
Grazie al passaparola le vendite aumentano progressivamente. "Al sud il lavoro dell'ambulante è considerato di serie B," commenta Giovanni. "Piano piano sto crescendo, le potenzialità sono enormi. 'Libertina' ha una grande funzione sociale, ma rimango comunque con i piedi per terra perché le tasse da pagare sono molte."
Sono 12 le case editrici che seguono il libraio nel suo viaggio, tutte dedicate a bambini con problemi di vista o di apprendimento. "I volumi sono libri tattili o in braille, che servono a insegnare un linguaggio capace di raggiungere tutti i bambini," spiega il messinese, che fin da bambino ha problemi alla vista. "Da giovane cercavo di nascondere le mie difficoltà. Questo progetto rappresenta per me una crescita personale." Il Giovanni adulto ha saputo reinventarsi e trasformare ciò che prima rappresentava per lui una debolezza in un punto di forza. Come ha imparato, la vita non è sempre rose e fiori. "Non a caso, il mio libro per ragazzi preferito, 'Fortunatamente' di Remy Charlip, parla delle avventure di un bambino che scopre i lati positivi e quelli negativi della vita."
Andrea de Cesco
Abbatto i muri
09 09 2015
Stereotipi duri a morire. Lo dico da figlia di una coppia separata.
1] i figli devono restare con le madri perché sono le uniche a poter salvaguardare il loro benessere.
Non sempre è così. Io, per esempio, non volevo proprio stare con mia madre che urlava dalla mattina alla sera e sfogava le sue frustrazioni su di me.
2] le nuove compagne dei padri sono delle matrigne brutte e cattive.
Stronzata stratosferica. La nuova compagna di mio padre è una persona meravigliosa. Non dico che tutte debbano esserlo ma è sessista pensare che tutte siano pessime persone. La mia “matrigna” è un’amica, una supporter, una straordinaria ed empatica mediatrice nei conflitti con mio padre. Mi vuole bene e io ne voglio a lei. Mia madre ne è stata gelosa, ha parlato malissimo di lei e poi ha reclamato il suo diritto di sangue nei miei confronti. Il sangue non la fa madre più di quanto non faccia me sua figlia. Sono io che scelgo e io ho scelto di non stare con lei.
3] le madri separate sono sempre povere e sono trattate male dagli ex mariti.
Anche questa è una generalizzazione sessista. Mia madre non naviga nell’oro ma lavora. Mio padre l’ha lasciata vivere nella sua casa, fintanto che c’ero io, dopodiché l’ha affittata e a lei dà la metà dell’affitto. Di tanto in tanto lui le offre aiuto economico e io lo so non perché me l’abbia detto lui ma perché me l’ha detto mia madre pur disprezzandolo moltissimo.
4] i padri separati vogliono che i figli restino con loro perché sono abusatori o perché vogliono fare un dispetto alle ex mogli.
Ci saranno volte in cui è così e volte in cui invece non lo è. Non si può pensare che le madri siano tutte assolvibili in quanto donne e i padri tutti carnefici in quanto uomini. Sono rimasta con mia madre fino all’età di 12 anni. Poi, un giorno, non ce l’ho fatta più, sono scappata e sono andata da mio padre. Gli ho chiesto aiuto, perché altrimenti lui mi avrebbe rimandata da lei. Hanno lottato un po’ e poi lui è riuscito a convincerla che era meglio così. Ero un’adolescente che si ritrovava a scontrarsi con una madre priva di equilibrio e di forza. Umanamente potevo anche capire ma da figlia invece no.
5] i padri sono capaci di istigare odio nei figli nei confronti delle madri.
Non è stato vero per me. Mia madre mi ha parlato di lui in modo pessimo. Lei, mia zia, mia nonna, non hanno fatto altro che dirmi che lui era una merda. Non ho creduto a quello che mi dicevano e in ogni caso volevo verificarlo. Alla fine mi sono resa conto che quel che mia madre riteneva di merda era il comportamento di un uomo che non sopportava di essere trattato come una pezza da piedi. Non ce la faceva più.
6] i padri non vogliono che le ex mogli abbiano una nuova storia altrimenti le scatenano contro un inferno.
Non è vero. Nel mio caso è stata lei a diventare insopportabile quando ha saputo che lui si era messo con un’altra. Dopo ogni appuntamento tra me e mio padre lei mi tartassava di domande, voleva sapere tutto, la nuova compagna di mio padre per lei era una zoccola che voleva togliergli soldi che sarebbero dovuti spettare a me. Quando mia madre ebbe una storia per lui fu tutto normale. Acconsentì a facilitarla per farla stare con lui la sera, i sabati e le domeniche o in estate restando con me il più possibile.
7] i padri odiano che le ex mogli facciano dormire i fidanzati in casa.
Non è vero. Mio padre non ha mai avuto problemi. Si è informato su chi fosse e che faceva per rassicurarsi del fatto che non mi rendesse la vita difficile ma in realtà fu mia madre che pretese da lui che allontanasse la sua nuova compagna ogni volta che andavo da lui. Non voleva che io li vedessi dormire insieme, mano nella mano, a farsi le coccole. Non voleva che lei provasse a rivolgermi la parola. Dopo qualche mese di urla e atteggiamenti osceni (di mia madre) alla fine mio padre la mandò a quel paese e disse che era così e non poteva farci niente. Mia madre disse che voleva rivolgersi al tribunale dei minori per appurare che la nuova compagna di mio padre fosse una persona “limpida”. Poi ci ripensò e incassò il colpo, per fortuna.
8] se i figli non restano con le madri è perché i padri glieli mettono contro. È innaturale che i figli non amino la madre (sarebbe invece molto naturale vederli odiare i padri?). La loro psiche ne soffrirebbe e bla bla bla.
Sciocchezze. Io non odio né mia madre né mio padre. Non ho risentimento nei confronti di nessuno. A mia madre non ho nulla di brutto da dire. Non riesco a stare con lei. Non mi piace come persona. Voglio stare con mio padre e la sua nuova compagna. E tra un po’ andrò a vivere da sola. La mia psiche è a posto e trovo molto sessista questo modo di vedere le relazioni tra figli e genitori.
9] i figli di una famiglia separata subiscono un trauma indelebile e si rifletterà su tutte le relazioni future. La famiglia dovrebbe restare unita perché è così che deve essere.
Falso. Per me. Mi è dispiaciuto, all’inizio, poi però ho capito e soprattutto non ho vissuto questa cosa come la fine delle mie relazioni con i genitori. I miei punti di riferimento erano tutti lì e ho scoperto che se un amore finisce può iniziarne un altro e che essere consapevoli del fatto che un amore non è “per sempre” non è brutta cosa. Attualmente ho un ragazzo e sto con lui da due anni. Non è un rapporto malato, dipendente, infelice, squilibrato. Stiamo bene. Non so quanto durerà ma stiamo bene così.
10] i figli di una famiglia separata che non restano a vivere con le madri finiranno male, saranno sbandati, potenzialmente depressi, pensano al suicidio, si drogano e vivono relazioni sessuali senza sentimento e bla bla bla. Perché spezzare il legame madre/figlio sarebbe una cosa dagli effetti apocalittici.
Se dopo tutto quello che ho già raccontato pensate che io sia diventata quella cosa lì allora è stato inutile spiegare. Ma per chiarire, in conclusione, io sto bene. Il cordone ombelicale si spezza alla nascita e non mi risulta che i figli che restano sotto sorveglianza di una mamma chioccia siano mostri di equilibrio. Ho i miei alti e bassi, come tutti, ma preferirei autodefinirmi senza essere descritta per stereotipi da chi non sa vedere oltre il proprio naso. Posso raccontarmi, senza essere cavia di definizioni generalizzate, ed essendo protagonista della mia storia. Volete speculare sul dolore della gente? Fatelo con qualcun altro. Anzi. Non fatelo affatto.
Ps: è una storia vera. Grazie a chi l’ha raccontata.