La Stampa
28 04 2015
In Egitto i social network si impongono come strumento di comunicazione di massa e ciò porta al debutto anche delle molestie sessuali cibernetiche. Si tratta di un fenomeno che ha soprattutto a vedere con l’invio di foto oscene: quasi sempre i destinatari sono delle donne e può accadere anche che delle donne abbiano le loro foto hackerate, manipolate, diventando oggetto di molestie online.
Il fenomeno ha assunto dimensioni tali che alcuni gruppi di donne, soprattutto giovani, hanno deciso di organizzare una risposta comune. Nasce così la pagina Facebook «Al-Araby al-Marid» (L’arabo malato) nella quale sono le giovani donne a passare al contrattacco, rendendo pubbliche le molestie subite e soprattutto identificando chi le ha inviate.
Ciò significa che attraverso Facebook - ma avviene in forme diverse anche su altri social network - i «molestatori cibernetici» vengono rivelati, consentendo agli utenti di difenderli, escluderli o comunque essere pronti a reagire.
Monica Ibrahim è andata anche oltre, lanciando la HarassMap Initiative ovvero una piattaforma digitale che elenca ogni tipo di molestie online, trasformandole in oggetto di discussione online fra migliaia di persone, nella convinzione che possa diventare - nel medio termine - la migliore forma di deterrenza.
Il Fatto Quotidiano
13 03 2015
Quando la pubblicità riesce a veicolare un messaggio di pubblica utilità, che va oltre cioè la pura vendita, allora si riesce a scorgere la differenza fra buona e cattiva réclame, fra comunicazione di qualità e ‘monnezza’. Lo scopo delle marche è certamente vendere, ma lo scopo delle marche intelligenti, quelle che hanno a cuore anche la social responsibility, è condividere dei valori etici con i consumatori. Non lo dico io, lo dice prima di tutto Kotler, padre fondatore del marketing.
Tutto questo ‘pippone’ per invitarvi a guardare la nuova campagna Durex. Non vi raccontiamo niente per non rovinarvi la sopresa. L’idea parte da una ricerca effettuata in Inghilterra dalla Durham University in cui il 40% degli intervistati ha dichiarato di attardarsi a dare ancora un’occhiata allo smartphone o al tablet prima di un rapporto sessuale. Un terzo del campione ha addirittura ammesso di rispondere al cellulare durante il rapporto. Sono dati sconvolgenti, se ci pensate.
Ebbene, dai ‘laboratori tecnologici’ della Durex arriva oggi la soluzione presentata alla fine dello spot: un nuovo avanzatissimo dispositivo capace di ‘rendere il sesso con lo smartphone un’esperienza straordinaria’. E c’è ancora una buona notizia: non costa niente.
Bruno Ballardini