Un altro genere di comunicazione
16 01 2013
Qualche settimana fa vola dal balcone Carolina, quindicenne vittima di bullismo da parte di alcuni coetanei che le avevano appiccicato l’etichetta della ragazza “facile”. Su Twitter è iniziato un tam tam di utenti “forcaioli” che se la sono scagliata contro i bulli, invocando la pena di morte e torture medievali. A distanza di pochi giorni impazza su Twitter un hashtag, #letroiedellamiascuola, rivolto alle proprie compagne, lasciandosi alle spalle la morte di Carolina. L’hashtag è al primo posto sulle ricerche.
Quante di noi hanno ricevuto questo epiteto? non c’è donna al mondo che non ha ricevuto questo insulto nel corso della sua vita. Ma gli atteggiamenti misogini in rete sono in crescita e fin qui nessun dubbio. Ma per essere considerate delle troie in Italia cosa è sufficiente fare o essere?
Non solo avere troppe esperienze sessuali o precoci, ma: vestirsi in abiti succinti, truccarsi troppo, mettere maglie trasparenti, baciare o abbracciare i propri coetanei, non filarsi di striscio un ragazzo, essere corteggiata da tutti e addirittura indossare leggins e “pantaloni da militari e ora la mia scuola sembra diventata un esercito” o “avere la risata simile ad un orgasmo” o “indossare il perizoma” e perfino “avere un fidanzatino”.
Ma non è la prima volta. Mesi fa su Twitter tra vari hashtag sulla crisi economica c’era quello delle #letroiedellamiacittà. Insomma, i costumi delle ragazze sono importanti quando il tema della crisi economica, tra i problemi più ardui, distruttivi e pericolosi del nostro Paese.
A “linciare” i propri bersagli sono ragazze ma anche maschi compiaciuti del comportamento sessista delle loro coetanee. Ragazzi/e che trovano normali i modelli televisivi che le vengono imposti ma si scandalizzano quando le loro compagne vengono influenzate mettendoli in pratica. Adolescenti che crescono in un sistema dove da una parte il corpo femminile è strumento mediatico, modello che viene spacciato per liberazione sessuale, quando poi la considerazione verso la sessualità femminile è la stessa di secoli fa.
Allora, noi continuiamo a ribadire che le veline non hanno liberato le donne (anzi ora ancora peggio visto che sono pure vestite), ma hanno rafforzato la dicotomia che divide da sempre le donne in sante e prostitute, rafforzando l’idea che la donna è corpo ma non desiderio e che della sessualità devono appropriarsene solo gli uomini.
Come diceva Lorella, viviamo in sistema contraddittorio, bipolare, e l’esempio è dato proprio da questa tv che è fucina di messaggi simili contornati di stereotipi sessisti vecchi e nuovi che si sovrappongono e convivono assieme malgrado la loro eterna contraddizione, allo stesso modo di come convivono le vecchie ideologie con le nuove tecnologie. Perché è frequente vedere la valletta in perizoma o minigonna che desidera arrivare vergine all’altare o accusare quelle che escono con tanti ragazzi “perchè finché lo fa un uomo di uscire con tante donne, questo è sempre bene. Quando lo fa una donna, si chiama in un altro modo“.
E i ragazzini crescono con questi messaggi, questa è l’unica educazione sessuale che viene insegnata ai ragazzi, che poi non riescono più a porsi domande se questo è o meno una costruzione sociale della sessualità umana o a chiedersi che c’è di male se una donna è libera di vestire come vuole o se è libera di frequentare chi vuole. A chi fa male una ragazza che indossa i leggins, minigonne, abiti succinti che sono all’ultima moda? Sta violando la libertà di qualcuno? E se una ragazza cambia ragazzo ogni giorno fa del male a qualcuno?
E’ facile vedere una correlazione tra questo e il fenomeno in crescita del femminicidio. Perché una ragazza che molla un ragazzo per un altro non sta bene, questo lo pensa anche chi è pronto ad ucciderla. Non manca infatti chi implora di trucidare tutte quelle che cambiano un ragazzo al giorno o chi posta una foto un pò svestita a gennaio. La misoginia è in crescita non ci sono dubbi, indipendentemente dal fenomeno amplificatorio dei social network. Ce lo ricordano i dati del femminicidio, ogni giorno; ma anche degli stupri, che rischiano pure di essere legittimati e giustificati quando è in voga la generalizzazione del “son tutte troie“.
Domenica, mentre su Twitter si diffondeva l’hashtag, è stata stuprata, a Milano, una studentessa con una violenza inaudita che riversava sul pavimento tramortita, con i vestiti strappati e sanguinante. Ma all’opinione pubblica scandalizza invece un atteggiamento troppo libertino delle coetanee che se fatto con il consenso dell’altro non lede la libertà e la dignità di nessuno. Ricordiamoci che questi atteggiamenti aumentano quando aumenta la legittimazione, quando la colpa viene scaricata sulla vittima ritenuta come una “facile” che “se l’è cercata“.
Ecco che ne emerge una condizione femminile più simile a quella dell’Africa subsahariana, dove le donne devono essere criticate; se non vogliono essere criticate e molestate, allora i genitori provvedano a “proteggerle”, come? impedendole di uscire vestite in quel modo! Così scrive un articolo sulla sezione “Donna” del sito Leonardo, uno di quelli dove l’essere donna è collegato ai temi della bellezza, maternità e cucina.
E stupisce vedere che la stessa autrice che scrive: “Mia madre se non mettevo la maglietta della salute sotto la camicia e il maglione di lana non mi faceva uscire di casa, altro che fare la gnocca nel corridoio della scuola. E i padri? Il mio era geloso neanche fossi l’unica ragazzina presente sulla faccia della terra, possibile che questi non abbiano il desiderio di proteggere le loro figlie da critiche maschili e facili sfottò testosteronici?[...] io proporrei di ritornare alle sane “mazze e panelle” genitoriali” poi pubblica un articolo dedicato a Miss Bum Bum chiappe al vento con parole simili “Gli uomini restano a bocca aperta per cotanta grazia, le donne per invidia o sdegno[...]E scatenatevi ora uomini se dico che, fossi in voi, sinceramente, un deretano così non lo apprezzerei! In ogni caso vi faccio un regalo: godetevela…”.
Insomma, le donne sono invitate alla moralità, gli uomini possono godersi le chiappe. Donne disorientate da una parte dalla società che le vuole sexy e belle, e dall’altra parte da una società che chiede a loro più pudicizia per “proteggersi” dalle critiche, come se fossero colpa loro. Ed è proprio dai media che i ragazzi apprendono questo comportamento. Ed è proprio quando ti accorgi di essere immersa in questa contraddizione che ti rendi conto di vivere in una gabbia a doppie sbarre. E che dire di quelli che ancora credono che sei il diavolo se mostri il tuo seno in piazza? Perche’ ribadiamolo: il nostro paese ha un grosso problema con le donne! Ma il problema non sono solo gli uomini. Le donne italiane? troppo sottomesse! Ho seguito con costanza le Femen e le loro manifestazioni, ma in nessun paese sono state picchiate da donne. Forse il nostro paese ha un problema maggiore: sono le donne ad essere le prime nemiche di se’ stesse, per questo motivo fatichiamo a liberarci. E siamo in ritardo rispetto al resto dell’occidente ( e non solo)?
Ci vuole educazione sessuale e relazionale nelle scuole italiane. E’ questo il vuoto che si sente. Perchè:
- Dare della troia significa ignorare che il sesso si fa in due e sappiamo che è pericolosissimo perché significa che c’è gente che non prende in considerazione che il sesso dev’essere consensuale, quindi a mio parere è un’ implicita legittimazione dello stupro;
- Dare della troia rima con “castrazione” sessuale;
- Perché anche le donne hanno delle voglie sessuali;
- Perché l’asessualità non fa più donne;
-Perchè bisogna smettere di temere la femminilità;
- Perchè bisogna riconoscere che a momenti ci sembra di vivere in Arabia Saudita;
- Perchè assomigliate a quelli che accoppano le compagne perché vestite “troppo occidentali”;
- Perchè state insegnando alle vostre figlie ad introiettare il peggior sessismo;
- Perché bisogna dire basta al bullismo ma anche basta al sessismo!