Dinamo Press
18 05 2015

di Garantiamoci un futuro

Grazie alle mobilitazioni di precari e studenti il rimborso per il tirocinio con Garanzia Giovani nel Lazio è stato aumentato da 400 a 500 euro al mese. Una prima vittoria: solo la lotta paga.

Ci chiamano neet, giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Siamo due milioni e mezzo l’unica Garanzia che abbiamo visto era di lavorare a meno di 3 euro l’ora! In questi mesi ci siamo mobilitati per denunciare lo stato di cose andando nei centri per l’impiego e occupando il centro Porta Futuro fino a ottenere un tavolo istituzionale con la Regione Lazio. All’assessore per il lavoro Lucia Valente abbiamo chiesto di innalzare il rimborso mensile per il tirocinio con Garanzia Giovani e intervenire per rimediare ai ritardi insostenibili nei pagamenti, frutto di inefficienze e di rimpalli fra la Regione e l’Inps.

Abbiamo vinto! La Regione Lazio ha innalzato l’importo del rimborso, che ora sarà di 500 euro al mese, il tetto massimo previsto dal programma! Il fallimento di Garanzia Giovani è ormai evidente a tutti: a fronte di un 1,5 miliardi di Euro di fondi europei investiti, le reali opportunità per i giovani sono esigue. Lo stesso Ministro Poletti è in difficoltà. I numeri dimostrano che la percentuale dei beneficiari che si sono iscritti è bassa e ancor più bassa è quella di coloro che hanno ricevuto un’offerta valida di formazione e tirocinio.

Insomma, le cifre sembrano proprio smentire l’assunto che buona parte della disoccupazione giovanile sia frutto del mancato incontro tra domanda e offerta e l’unica certezza è che i fondi stanziati andranno a riempire le casse dei soliti noti: agenzie del lavoro private ed enti di formazione. Lavorare 140 ore per 400 euro significa lavorare per meno di 3 euro l’ora: è questa la proposta del Governo per contrastare la disoccupazione giovanile?

Come sempre la lotta paga! Abbiamo ottenuto l’aumento e non ci fermeremo qui!

In un momento in cui la disoccupazione giovanile sta raggiungendo il 44% gli stage i tirocini possono trasformarsi in uno strumento di ricatto e di lavoro povero, al pari di altre forme contrattuali: per questo riteniamo importante che sia riconosciuta l’esigenza di una retribuzione più dignitosa per chi, al di là della retorica sulla formazione, nei fatti sta svolgendo un lavoro.

Molta strada è ancora da percorrere e non ci fermeremo: sono 6500 i tirocini svolti nella Regione Lazio e appena 400 i rimborsi accreditati. Vogliamo garanzie e tempi certi sui pagamenti e vogliamo che siano mensili e non più bimestrali!

Le persone e la dignità
01 04 2015

Nel suo consueto rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo, Amnesty International rileva due fenomeni contrastanti.

Da un lato, il numero dei paesi che nel 2014 hanno eseguito condanne a morte è rimasto basso (22, lo stesso del 2013).

La pena capitale rimane un’eccezione nel mondo odierno – negli ultimi cinque anni solo 11 paesi vi hanno regolarmente fatto ricorso – ed è concentrata soprattutto in Medio Oriente e Asia: Iran, Iraq e Arabia Saudita sono stati responsabili del 72 per cento delle esecuzioni a livello globale e, se avessimo a disposizione i dati sulla Cina, la percentuale di questi quattro paesi potrebbe ampiamente superare il 90 per cento.

Dall’altro, rispetto al 2013 il numero delle condanne a morte è notevolmente aumentato: almeno 2466 rispetto a 1925. L’incremento si deve essenzialmente agli sviluppi in Egitto e Nigeria, dove centinaia di persone sono state condannate alla pena capitale nel tentativo, futile e di corto respiro, di contrastare in questo modo le minacce alla sicurezza, l’instabilità politica e il terrorismo.

In Nigeria sono state emesse 659 condanne a morte, con un aumento di oltre 500 rispetto alle 141 del 2013. In una serie di processi, i tribunali militari hanno condannato a morte una settantina di soldati per ammutinamento, nel contesto del confitto interno contro Boko haram.

In Egitto le condanne a morte inflitte nel 2014 sono state almeno 509, 400 in più rispetto al 2013. In due processi di massa, celebrati attraverso procedure inique, sono state emesse 37 condanne a morte ad aprile e 183 a giugno.

Per quanto riguarda le esecuzioni di cui Amnesty International è venuta a conoscenza, ovvero quelle rese note dalle autorità statali, sono state 607, il 22 per cento in meno rispetto al 2013.

Questo dato va preso, precisa l’organizzazione per i diritti umani, con beneficio d’inventario. La Cina, che da sola esegue più condanne a morte che il resto del mondo (si stima siano migliaia ogni anno) continua a circondare la pena di morte col segreto di stato ed è impossibile avere informazioni attendibili sull’uso della pena capitale in Corea del Nord.

Inoltre, il secondo paese al mondo per numero di esecuzioni, l’Iran, ne ha ammesse 289 mentre secondo altre fonti attendibili il totale sarebbe di 743, una media di due al giorno.

L’elenco dei cinque principali esecutori di condanne a morte si completa con l’Arabia Saudita (almeno 90 esecuzioni), l’Iraq (almeno 61) e gli Stati Uniti d’America (35).

La preoccupante tendenza a combattere le minacce alla sicurezza interna ricorrendo alla pena di morte è stata visibile in ogni parte del mondo: Cina, Iran e Iraq hanno eseguito condanne a morte per reati di “terrorismo”, così come il Pakistan, dove a seguito dell’orribile attacco dei talebani contro una scuola di Peshawar, il governo ha ordinato la ripresa delle esecuzioni.

In Cina, il governo ha usato la pena di morte come strumento punitivo nella campagna denominata “Colpire duro”, lanciata contro la rivolta della Regione autonoma uigura dello Xinjiang. Durante l’anno, sono state messe a morte almeno 21 persone per tre distinti attentati, mentre tre persone sono state condannate a morte in un processo pubblico di massa tenutosi in uno stadio, di fronte a migliaia di spettatori.

In altri paesi, come Arabia Saudita, Corea del Nord e Iran, i governi hanno continuato a usare la pena di morte come strumento per sopprimere il dissenso politico.

Importanti sviluppi sono stati registrati negli Stati Uniti d’America, che hanno continuato a essere l’unico paese del continente americano a eseguire condanne a morte: il numero è diminuito, da 39 esecuzioni nel 2013 a 35 nel 2014, a conferma del recente declino della pena di morte a livello nazionale. Non solo: le esecuzioni hanno avuto luogo in sette stati (erano stati nove nel 2013) e quattro di questi (Texas, Missouri, Florida e Oklahoma) sono stati responsabili dell’89 per cento delle esecuzioni.

L’uso della pena di morte è sempre più limitato nell’Africa subsahariana, dove solo tre stati (Guinea Equatoriale, Somalia e Sudan) hanno eseguito condanne alla pena capitale.

Quanto all’Europa, la Bielorussia si conferma l’unico paese della regione a eseguire condanne a morte. L’anno scorso almeno tre fucilazioni hanno posto fine a un periodo di assenza di esecuzioni durato 24 mesi. Le esecuzioni sono avvenute in segreto e familiari e avvocati sono stati informati solo dopo.

Il parlamento europeo approva la mozione Tarabella

  • Mercoledì, 11 Marzo 2015 15:06 ,
  • Pubblicato in REPUBBLICA

Mappachepillola
11 03 2015

L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato la relazione dell’eurodeputato Marc Tarabella in materia di parità uomo-donna nella quale è presente anche un accenno all’accesso alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza come strumento di tutela dei diritti delle donne. Proprio su questa parte si era acceso il dibattito tra le fazioni politiche presenti all’interno del Parlamento europeo che ha comportato la spaccatura della rappresentanza PD a Strasburgo divisa tra abortisti e anti-abortisti, in piena coerenza con il desolante profilo del Partito Democratico anche in Italia.

Sul impatto effettivo che questa mozione avrà sulla vita quotidiana delle donne in un Paese come l’Italia i dubbi sono forti ma è comunque un buon segno.

 

http://www.repubblica.it/politica/2015/03/10/news/diritto_all_aborto_il_parlamento_ue_approva_la_mozione_tabarella-109209244/

Per il testo della relazione: http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/swd_2014_142_en.pdf

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