Cosa resta di Expo? (oltre Giuseppe Sala)

  • Mercoledì, 09 Dicembre 2015 07:40 ,
  • Pubblicato in ZeroViolenza
AlbertCosa resta di Expo?o "Abo" Di Monte, Zeroviolenza
9 dicembre 2015

Che cos’è oggi l'Expo? Se ne parla come se esistesse ancora, ma le immagini cantieristiche dello smontaggio, del movimento-terra, dell'evidenza che ci vorranno almeno tre anni per tornare a calcare il sito espositivo con un progetto compiuto, non ci sono.
Expo è un flopAlessia Gallione, La Repubblica
25 luglio 2015
    
Da sola, quella voce dovrebbe coprire più della metà degli 800 milioni di euro di costi di gestione di Expo. Perché è da lì, dagli incassi dei biglietti, che la società ha stimato di ricavare 456 milioni. Un calcolo costruito su una previsione: vendere 24 milioni di ticket.
No Expo Slow FoodIl Manifesto
19 maggio 2015

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food è a Expo, nel padiglione della sua organizzazione con Jaques Herzog, l'architetto che l'ha progettato. Entrambi non risparmiano critiche all'Esposizione, sia per i contenuti che per alcune scelte architettoniche [...] Circo Barnum è la definizione di Petrini per una Expo "che non può ridursi solo in una fantasmagorica, straordinaria impresa estetica ma deve avere contenuti". ...

Il modello Expo. Creare la fame, spogliare il pianeta

  • Mercoledì, 13 Maggio 2015 10:17 ,
  • Pubblicato in L'Iniziativa
28 maggio, Città dell'Utopia. No ExpoGiovedì 28 maggio
Città dell'Utopia
Via Valeriano, 3F - Roma

Serata a sottoscrizione del progetto di informazione libera Zeroviolenza.it

Ore 18.30 - Aperitivo e buffet

Ore 20.00 - Incontro "Il modello Expo. Creare la fame, spogliare il pianeta"
Intervengono:
Roberto Lessio - Giornalista e scrittore*
Pippo Taglieri - La Città dell'Utopia
Expo Africa agricolturaAlessandro Giannì, Zeroviolenza
12 maggio 2015

Ci sono, e ci saranno, molti modi per etichettare l'Expo di Milano. Corruzione, luna park, abbuffata planetaria, occasione per il Paese. Di sicuro era un'occasione, sprecata fino ad ora, per parlare di sicurezza alimentare. Che non è la sicurezza degli alimenti (anche quello è un capitolo interessante…) ma la ragionevole certezza di aver da mangiare per sé e la propria famiglia.

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