la Repubblica
17 07 2015
Tensioni sulla Cassia, precisamente al Casale San Nicola, per l'arrivo di un centinaio di rifugiati ospitati nel centro di accoglienza allestito nell'ex scuola Socrate. I residenti sono sul piede di guerra, da tempo, supportati da Casapound. Con le mani alzate e all'urlo 'abuso di potere' hanno bloccato la strada che porta alla struttura. "Noi i rifugiati non li faremo passare ma la polizia minaccia di usare la forza se necessario", dice una cittadina che fa parte del comitato dei residenti.
Sul posto, all'incrocio con la via Braccianese e la Storta, al confine tra XIV e XV Municipio, questa mattina si sono presentati numerosi poliziotti e un blindato. Con loro anche i vigili urbani e i vigili del fuoco. I residenti non fanno passare nessuno e stanno cantando l'inno d'italia. La polizia ha avviato una mediazione. La tensione è salita quando un'auto ha sfondato e travolto il blocco dei residenti; in uscita dal comprensorio di Casale San Nicola, una Mini ha sfondato la barriera dei manifestanti ferendo un'anziana donna ad un ginocchio. L'auto è stata prontamente fermata dalla polizia che sta effettuando le procedure di rito. Tanta paura ma i residenti proseguono il loro presidio.
E' stato il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a dare l'ok al trasferimento dei migranti al Casale San Nicola. Il sì di Gabrielli era stato anticipato giorni prima da alcuni cittadini tra cui Alberto Meoni uno dei coordinatori del comitato Casale San Nicola che nei mesi scorsi, parallelamente ad alcuni movimenti di destra, avevano dato vita ad alcune proteste contro l'arrivo dei migranti. Dopo il sopralluogo con il prefetto, Meoni aveva detto: "Ci ha spiegato che il sito è perfetto e che questo sarà il centro di accoglienza più bello d'Italia e che rispecchierà il modello del Paese".
Pronti a nuove proteste anche gli attivisti di Casapound che in una nota, giorni fa, avvertivano: "Insieme ai residenti ci opporremo in tutti i modi all'arrivo dei profughi a Casale San Nicola. Per quasi 80 giorni siamo stati al fianco dei cittadini di Casale San Nicola per impedire che, contro ogni logica e minimo buon senso, in questo quartiere abitato da sole 250 famiglie fossero trasferiti cento migranti". Ritengono non solo l'edificio e la zona inadeguate all'accoglienza, ma temono che "l'arrivo di cento migranti su una popolazione di poco più 400 persone, finisca col diventare una vera e propria 'invasione', ingestibile dal punto di vista della sicurezza. Per questo non smettiamo di lottare neanche adesso, quando di fronte a loro vedono schierate con grande imponenza di mezzi le forze dell'ordine. Una protesta pacifica ma che non si arresterà fino a quando non si avrà la certezza che Casale San Nicola resterà a loro", si legge nella nota di Casapound.