L'Aquila, soldi in cambio di commesse: indagata dirigente comunale

  • Mercoledì, 30 Settembre 2015 09:51 ,
  • Pubblicato in Flash news

News Town
30 09 2015

Su disposizione della Procura della Repubblica dell'Aquila, la squadra mobile della Polizia sta eseguendo la notifica della misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio, emessa dal gip Guendalina Buccella, nei confronti di Patrizia Del Principe, funzionaria del comune dell'Aquila, per induzione indebita "a dare o promettere utilità".

Del Principe, ex direttrice pro tempore dell'Istituzione Csa (Centro servizio anziani), ex Onpi e attuale coordinatrice della struttura, organo strumentale del Comune dell'Aquila, è indagata per aver indebitamente indotto Bruno Galgani, titolare della ditta di facchinaggio e traslochi Logistica & Servizi, a darle mille euro, con la promessa estorta di farsene dare altri 100 o 200, palesandogli, in caso contrario, l'interruzione dei rapporti lavorativi tra il Comune dell'Aquila e l'azienda.

L'imprenditore, anch'egli indagato, ha aderito alla richiesta consegnando in contanti i soldi richiesti e promettendo di consegnare a breve altri 100 o 200 euro. Secondo gli inquirenti, i "gravi indizi di colpevolezza" sono stati desunti dall'esame della documentazione acquisita presso il Comune dell'Aquila che evidenzia una richiesta di preventivo alla ditta Logistica & Servizi del luglio 2014, che consegnava l'offerta per il trasporto e rimontaggio del mobilio pari ad 13.500 euro + iva; con determina sempre di luglio 2014, la direttrice affidava alla ditta i lavori di trasporto, revisione e rimontaggio del mobilio di 36 camere del corpo D, per un importo di 13.500,00 + iva; con determina del novembre 2014 veniva liquidata la fattura emessa dalla ditta per un importo di euro 16.470,00 iva inclusa; nel marzo 2015 la direttrice inviava alla ditta una nuova richiesta di preventivo per i lavori di revisione e montaggio di una porzione di arredi depositatati presso la sede della municipalizzata Asm, all'interno di mini appartamenti ubicati al piano terra dei corpi D e Z dell'immobile ex Onpi, "assegnazione già prospettata al titolare con largo anticipo", secondo la procura, dall'esame della documentazione bancaria sono stati eseguiti anche i necessari riscontri sugli estratti conto del conto corrente dell'imprenditore.

Gli investigatori si sono avvalsi anche di testimonianze tra cui le dichiarazioni spontanee dello stesso imprenditore indagato (rese durante la perquisizione domiciliare da lui subita nel corso delle indagini), oltre che dal contenuto delle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno evidenziato, sempre secondo gli inquirenti, l'esistenza di un rapporto monetario tra i due, in cui il prestatore d'opera doveva consegnare del denaro, peraltro in contanti, alla direttrice; dal tono e dai riferimenti usati, la funzionaria allude anche ai possibili futuri lavori da assegnare all'imprenditore direttamente, ovvero senza gara pubblica o comparazione di prezzi.

A parere della Procura e del gip, non aderire alle richieste economiche del pubblico ufficiale avrebbe comportato per il titolare della ditta, quale conseguenza negativa, la perdita dell'opportunità di essere incaricato per l'esecuzione di lavori futuri: la sua piena adesione alle illecite richieste e il conseguente gradimento che ne derivava, determinava il proseguimento del rapporto lavorativo e il conferimento di nuovi incarichi.L'inadine e' stata enominata "OPerazione Onpi".

L'indagine, denominata "Operazione Onpi", attende a stretto giro ulteriori sviluppi su altri ipotesi di reato commesse.

 

 

 

Fan Page
30 09 2015

L'Antitrust ha multato per 100mila euro l'azienda municipale Ama e per altre complessive 110mila le società Sol.Co. e Bastiani, vincitrici dell'appalto. La motivazione? "Pratiche commerciali scorrette": gli indumenti usati raccolti nei cassonetti gialli non andavano in beneficenza come riportato dalle informazioni ai cittadini ma venivanovenduti.

Maxi multa dell'Antitrust all'Ama, la società municipalizzata che si occupa della pulizia delle strade e della raccolta di rifiuti nella Capitale. In tutto 210mila euro di sanzione, 100mila dei quali dovranno essere pagati dall'Ama, mentre 100mila toccherà al consorzio Sol.co. sborsarli e i rimanenti 10mila alla società Bastiani. La multa è stata comminata dall'Antitrust per "pratiche commerciali scorrette". Nel mirino l'utilizzo dei vestiti usati raccolti nei cassonetti gialli. L'Autority ha infatti verificato che gli indumenti venivano utilizzati a fini commerciali, mentre sui cassonetti la dicitura utilizzava lasciava intendere ai cittadini che gli abiti in buono stato sarebbero stati devoluti in iniziative umanitarie. Invece i vestiti venivano utilizzati a fini commerciali venendo rivenduti.

I cassonetti sono di proprietà di Sol.co. (coinvolta anche in Mafia Capitale) e Bastiani. Le due società, che si erano aggiudicate l'appalto, sono responsabili della frode ai cittadini assieme all'Ama che secondo l'Antitrust non ha garantito un controllo adeguato. Tra l'altro le stesse informazioni ingannevoli sulla destinazione dei servizi venivano riportate nel sito dell'azienda di proprietà del Comune di Roma.

 

 

La Repubblica
28 09 2015

Rivolta delle associazioni animaliste contro la ditta che ha vinto tutti e tre i lotti del bando ponte. Interrogazioni di Sel e Forza Italia

Una ditta privata che si occupa di smaltimento di ogni tipo di rifiuto, servizi di derattizzazione e disinfestazione, manutenzione del verde, servizi di pulizie, gestione di canili, e gestione di stabulari per animali da laboratorio per l'università di Bari, la pugliese Mapia Srl, è arrivata prima in tutti e tre i lotti del bando-ponte, in vista del bando europeo che si terrà nel 2016, indetto dall'assessorato all'Ambiente del comune di Roma per la gestione dei canili della capitale (Vitigna Ex Poverello, Muratella, Ponte Marconi ex Cinodromo). La gara è stata vinta con un ribasso del 10%, su un importo già decurtato - rispetto a quanto da dieci anni stanziato dal Comune di Roma - del 60%.

"Non appena il comune farà l'assegnazione" hanno denunciato nei giorni scorsi i lavoratori dei tre canili romani, che alla notizia dell'assegnazione hanno protestato con striscioni e sit-in nella piazza del Campidoglio, "100 lavoratori su 126 saranno licenziati. Stiamo valutando se occupare la nostra struttura e non uscire più finché non si trova una soluzione". La vicenda è talmente clamorosa che Loredana De Petris, capogruppo Sel in Senato e Davide Bordoni, coordinatore Forza Italia Roma, hanno già presentato interrogazioni.

I ras delle multiservizi. La multiservizi Mapia in Puglia ha fatto a lungo tempo il bello e il cattivo tempo nella gestione dei canili comunali. Per esempio partecipando a prezzi irrisori a tutte le gare indette dai comuni pugliesi, tanto che il suo megacanile, che si trova nel quartiere Japigia, periferia sud di Bari, ospita can oltre che di Bari, anche dei comuni di Rutigliano, Cassano, Ostuni, Acquaviva e molti altri.
Negli ultimi tempi però ha iniziato a perdere le gare della sua regione e anche i ricorsi al Tar presentati dai suoi agguerriti avvocati. La normativa pugliese infatti parla chiaro: i canili comunali possono essere gestiti solo da associazioni di volontariato animalista. E così non è stata ammessa (e ha perso anche il ricorso al Tar) nella gara indetta nel 2012 dal Comune di Barletta per la gestione del canile comunale. E nell'aprile del 2013 ha presentato ricorso al Tar e poi, dopo averlo perso, al Consiglio di Stato, per non essere stata ammessa alla gara per la gestione del canile comunale di Acquaviva delle Fonti.

Il mercato pugliese si sta dunque restringendo: anche perché i 1200 animali, oltre a non vedere l'ombra di un volontario, sono ospitati in una struttura fatiscente, sotto al sole, senza riparo, nell'incuria. Le adozioni sono un miraggio lontano, gli educatori qui non si sono mai visti.

Offerte troppo al ribasso. Le offerte economiche per gestire i 3 canili comunali di Muratella, Ponte Marconi e Vitinia, al massimo ribasso, d'altra parte parlano chiaro. E tutto quello che si vede oggi in questi canili diventerà un sogno lontano. Anche perché tolto il guadagno di Mapia, quello che resterà per gli animali, per i servizi al pubblico e per la tutela dei lavoratori è irrisorio: il Comune di Roma ha oltretutto richiesto nel bando, servizi che possono essere erogati solo da ditte specializzate come lo smaltimento deiezioni canine in discariche a norma, le disinfestazione-derattizzazioni, lo smaltimento reflui liquidi, la gestione rifiuti speciali degli ambulatori.

"Randagismo fonte di reddito". "Le offerte presentate in gara dalla onlus che attualmente gestisce i tre canili" dicono gli animalisti, "sono state considerate non ammissibili: prevedevano la tutela di tutti i lavoratori e il benessere degli animali. Andavano dunque ben oltre la base di gara. Del resto una onlus che tutela benessere e operatori non potrà mai concorrere contro un imprenditore che fa del randagismo una delle sue fonti di reddito".

La onlus Avcpp, che ha gestito fino a oggi i tre canili, ha presentato l'11 settembre un ricorso al Tar. Segnalando dieci irregolarità: cifre non congrue per il benessere animale e per pagare i servizi professionalizzati richiesti in gara. Mancata presenza di "un importo fisso e non suscettibile di ribassi per le spese per la sicurezza. Clausola di salvaguardia degli operatori non reale. Canili messi a gara non dotati di autorizzazioni sanitarie e dove non è chiaro chi dovrà pagare le cure sanitarie degli animali e in quali luoghi queste cure dovranno essere espletate. Assenza del punto di primo soccorso gatti - unico in tutta Roma che ha ricoverato curato e fatto adottare 7000 gatti feriti e malati in 10 anni - per cui non è chiaro che fine faranno quei lavoratori e dove saranno curati i gatti di Roma".

Il pareggio. È strano che il Comune di Roma non consideri chi ha gestito i canili comunali per tanti anni una risorsa. La onlus Avcpp, per esempio, era riuscita a raggiungere il punto di pareggio tra cani in entrata e cani in uscita: nel 2014, sui 2300 animali (cani e gatti) entrati in canile in un anno, 1400 cani erano entrati e 1400 cani erano usciti tra adozioni e ricongiungimenti con le famiglie che li avevano smarriti.
E ora, forse, dicono gli animalisti, "mettendo i canili nelle mani di persone senza esperienza nelle adozioni, le strutture si intaseranno. E il Comune dovrà affittare gabbie dei canili privati di tutto il Lazio. Quanto costerà questa scelta?".

Mafia Capitale. La gara aggiudicata da Mapia è stata tra l'altro protagonista di una vicenda intricatissima: pubblicata sul sito del Comune di Roma il 31 luglio 2015 (con scadenza della presentazione delle domande il 12 agosto), è in realtà una fotocopia di quella sospesa in "autotutela" dal Comune di Roma nel dicembre del 2014. Riporta addirittura la firma, cancellata a penna, dell'ex direttore del dipartimento ambiente capitolino Gaetano Altamura, tra gli arrestati di Mafia Capitale proprio per questa vicenda. Quella gara venne sospesa perché inquinata dalla presenza della Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi, ammessa dal Dipartimento Ambiente senza che avesse i requisiti richiesti dalla gara stessa: e cioè 3 anni di esperienza nella gestione dei canili e attività di gestione di canili prevista nello statuto sociale. Un dirigente Bruno Cignini - che fu anche Direttore dell'Ufficio Benessere degli Animali - risulta nell'elenco dei 21 dirigenti attenzionati dal prefetto Gabrielli come collusi con il sistema di Mafia Capitale.

Le incursioni in dipartimento Ambiente. Dallo scoppio dello scandalo "Mafia Capitale" sono già 4 le intrusioni all'interno dei locali del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma: nella notte tra il 4 ed il 5 dicembre 2014 è stato l'ufficio del Direttore del Servizio Giardini a subire il furto con scasso di un pc e ad avere la stanza messa a soqquadro. L'8 gennaio 2015 ancora furto con scasso nella sede di via Colli della Mentucci: sono spariti 4 mezzi da lavoro ed un secondo computer. Il 24 agosto 2015 i dipendenti del Dipartimento in circonvallazione Ostiense si sono ritrovati con le porte dell'ufficio e di altre stanze bloccate dopo un tentativo di forzatura e pochi giorni fa, il 21 settembre, sempre gli stessi uffici sono stati forzati nel corso della notte.

L'analisi degli ispettori dell'Anticorruzione, sotto esame gli ultimi quattro anni di amministrazione. Niente gara pubblica per l'87 per cento dei lavori: affidati così 2,9 miliardi, la metà della spesa totale.
Giovanni Bianconi, Corriere della Sera ...

Modello Casamonica: i clan che mirano alto

Mafia-Politica-CorruzioneStanziali, lontani ormai dalle tradizioni più antiche, in grado di muovere milioni di euro attraverso le frontiere, pronti ad allearsi con i clan di 'ndrangheta e camorra.
Andrea Palladino, Il Fatto Quotidiano ...

facebook