Il Manifesto
18 12 2014
Dieci anni di crisi, pre-pensionamenti e precariato di massa hanno trasformato quella del giornalista in una professione da freelance sottopagato e senza diritti.
Secondo il quinto rapporto 2013, realizzato da libertà di stampa diritto all'informazione (Lsdi)su dati forniti da Casagit, Fnsi, Inpgi e ordine dei giornalisti, è cresciuto il divario tra il lavoro dipendente e il lavoro autonomo. Il primo resta più tutelato, il secondo affonda in una zona grigia dove non è più possibile svolgere una professione a tempo pieno. ...
Corriere della Sera
31 10 2014
Giunge alla decima edizione il Premio Internazionale di Giornalismo Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan, il 19 novembre del 2001. Lynsey Addario, Amalia De Simone, e Andrea Tuttoilmondo sono i tre giornalisti vincitori quest’anno del Premio assegnato dalla Fondazione Cutuli Onlus. Sarà conferito inoltre un premio speciale del presidente della Fondazione, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, a Laura Anello.
Il programma della manifestazione
Il Premio si svolgerà in due momenti: a Catania il 22 novembre prossimo e a Santa Venerina il 21 novembre. La manifestazione è dedicata alla giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli ed è la settima organizzata direttamente dalla Fondazione. Sabato 22 novembre alle 18,30 si terrà la cerimonia di premiazione finale al Teatro Sangiorgi di Catania: interverranno il Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, l’inviato del quotidiano Il Sole 24 ore, Alberto Negri, sul tema «Quello che non capiamo della minaccia jihadista». Un inviato di guerra parteciperà in collegamento dall’area di crisi. Nella stessa serata verranno premiati i tre vincitori per le tesi di laurea in materie giornalistiche. Prevista la presenza dell’attrice Lucia Fossi. Come da tradizione, la mattina del 22 novembre si terrà la Lectio Magistralis presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, tenuta dai premiati. I lavori saranno introdotti dal Prof. Giancarlo Magnano, direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
La premiazione
Nella serata di venerdì 21 novembre a Santa Venerina verranno premiati tre studenti delle scuole medie. Si tratta di una iniziativa avviata nel 2012 dalla Fondazione, che il sindaco Salvatore Greco ha voluto confermare anche nel 2014 dopo il successo delle due precedenti edizioni. Gli studenti del comune catanese sono stati invitati a scrivere un elaborato di stile giornalistico. L’iniziativa, sostenuta dalla dirigente scolastica Mariangiola Garraffo, ha avuto come tutor i giornalisti siciliani Eleonora Cosentino e Rossella Jannello che hanno seguito gli studenti durante tutto il percorso. La manifestazione vedrà la partecipazione dei giornalisti premiati.
Sul campo di battaglia tra vecchio e nuovo, tra carta e digitale (per riassumere la questione vista dall'angolo dell'informazione), nella babele di morti, feriti e nuove creature che si avanzano con passo incerto tra le nebbie della crisi, c'è chi ha trovato la sua formula: i vecchi buoni scarponi del giornalismo indipendente sull'impalpabile leggerezza dell'elettronica virtuale.
Cesare Martinetti, La Stampa...
Il paese delle donne
26 08 2014
Da Lanuvola’blog riprendiamo la nota di Maria G. Di Rienzo.
Presentazione dei dati sull’attività del Ministero dell’Interno italiano dal 1° agosto 2013 al 31 luglio 2014, conferenza stampa: “(…) Resta critico il problema della violenza di genere. 10.703 denunce per stalking nell’ultimo anno, il 77,96 per cento delle quali sono state presentate da donne. Gli omicidi complessivi sono stati 446; quelli nell’ambito familiare o sentimentale 153: 72 commessi dal partner, 9 dall’ex, 72 da altro familiare.”
Questo è ciò che è successo dopo.
8 agosto 2014, Genova – Yamila Gonzalez, 42 anni, torna a casa in sedia a rotelle dopo 11 mesi passati in ospedale. A ridurla così l’uomo con cui aveva una relazione, Bruno Calamaro, che il 24 maggio 2013 le ha sparato colpendola tre volte. Costui è stato condannato a 12 anni di carcere per tentato omicidio. Yamila vive con il figlio più piccolo, decenne, e non è stata presa in carico dai servizi sociali.
8 agosto 2014, Fiumicino – Un uomo di 72 anni spara alla moglie, al figlio e poi a se stesso. La donna è morta sul colpo, il figlio è stato ferito al braccio non gravemente e l’uxoricida, al momento della redazione del trafiletto, era ancora vivo.
9 agosto 2014, Carugo – Mariangela Moiola, 55 anni, muore uccisa dal figlio 22enne Marcello Suriano. Costui ha prima tentato di strangolarla a mani nude in casa ma stante la strenua resistenza della donna, che era riuscita a sfuggirgli, ha finito di soffocarla in strada con un sacchetto di plastica premuto sulla bocca.
9 agosto 2014, Milano – Padre quarantenne, che violenta la propria figlia da quanto costei aveva 13 anni la mette incinta a 16 e l’accompagna ad abortire, minacciandola affinché ai sanitari racconti di essere stata stuprata da un cugino di fantasia. Poiché le indagini proseguono e non riescono a rintracciare quest’ultimo, una volta compiuti 18 anni la ragazza si presenta in questura con la madre e racconta la verità.
9 agosto 2014, San Fele – Vito Tronnolone, 65 anni, uccide a colpi di pistola moglie e due figli e si suicida con la medesima arma. Prima di spararsi avrebbe chiamato le sorelle in Toscana: “Ho ammazzato tutti, ora mi ammazzo io.”
14 agosto 2014, Perugia – Dopo oltre un mese di agonia, Ilaria Abbate muore all’ospedale di Perugia. Era stata ferita da un colpo di pistola alla testa sparato dal suo ex compagno Riccardo Bazzurri. Prima di rivolgere l’arma contro se stesso, l’uomo ha ferito anche l’amica di lei, Ilaria Toni, e il suo bimbo di due anni e mezzo, tuttora ricoverato in gravissime condizioni.
14 agosto 2014, Sampierdarena – Arrestato 24enne per aver massacrato di botte a calci e pugni la convivente, che usava segregare in casa e a cui sequestrava documenti e cellulare. La donna, 32enne, era già stata ricoverata il mese precedente a causa delle percosse. Ora si trova in una struttura protetta, in cui ha chiesto di essere trasferita perché teme per la propria vita.
14 agosto 2014, Sarzana – Antonietta Romeo, 40 anni, è uccisa con tre colpi di pistola dall’ex marito Salvatore Iemma, 48enne, davanti agli anziani ospiti della “casa famiglia” che lei gestisce. La coppia aveva quattro figli, tre dei quali minorenni. L’uomo aveva subito in passato una condanna per porto abusivo di arma ed era appena stato rinviato a giudizio per estorsione, nell’ambio di un’indagine su sfruttamento della prostituzione e altre attività illegali relative ad un night club di La Spezia: nonostante ciò era in possesso, regolarmente, di due pistole e sette fucili da caccia.
16 agosto 2014, Lago del Bilancino – Il corpo senza vita di Jennifer Miccio, 30 anni, è ritrovato sulle rive del Lago del Bilancino. Daniele Baiano, 34 anni, l’ha investita volontariamente con l’auto e poi si è impiccato. Jennifer, che conviveva con un altro uomo, aveva un bambino piccolo nato da una relazione precedente.
17 agosto 2014, Ancona – Gianluca Giustini, 34enne, uccide con tre coltellate la figlioletta Alessia di 18 mesi, direttamente nella culla. Poi avvisa telefonicamente la moglie, fuori con l’altra figlia di quattro anni e mezzo, così: “Ho fatto un casino.”
18 agosto 2014, Monasterace – Mary Cirillo, 31 anni, muore per un colpo di pistola alla tempia sparatole dal marito Giuseppe Pilato, 32enne. La coppia aveva quattro figli: a scoprire il corpo della madre è stata la più grande, di dieci anni.
Ora vi dirò qualcosa di probabilmente inaspettato: NON mi interessano le motivazioni degli assassini, dei picchiatori e degli stupratori. I sedicenti giornalisti le hanno già incorporate nei loro articoli di cronaca: o è colpa della vittima (lo aveva lasciato ed è morta; voleva lasciarlo ed è morta; non lo aveva lasciato e ha continuato a prendersi le botte; e la bambina uccisa a coltellate nella culla “faceva i capricci”: così, nero su bianco, senza vergogna alcuna da parte di chi ha scritto questa immane stronzata), o è colpa del raptus che ha momentaneamente trasformato in un mostruoso alieno assetato di sangue un uomo altrimenti gentile, pacifico, quieto, marito – padre – figlio esemplare (“forse aveva problemi psichiatrici”, scrivono i professionisti dei media: e forse aveva emicranie croniche, emorroidi e un herpes sulla schiena… come possiamo saperlo?).
Le motivazioni che vorrei capire sono le vostre, di voi che sotto all’annuncio dell’assassinio di una donna, sotto un cadavere, scrivete:
- Ci sono uomini che non sanno scegliere le donne. Se uno è geloso ne deve scegliere una bruttissima.
- Nelle altre nazioni non viene dato tutto questo rilievo alla cronaca nera. Ha influenza negativa sulle menti più a rischio.
- Quest’estate ero all’estero e al tg non passavano mai notizie del genere, senza poi contare la mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie, che vergogna.
- Questo caso serve solo a rinfocolare l’emergenza femminicidio inventata di sana pianta.
- Parlarne continuamente crea emuli già labili psicologicamente.
- Evidentemente non conosceva a fondo il compagno. L’errore di una scelta sbagliata a volte si paga con la vita.
- In ogni paese del mondo e in ogni epoca ci sono stati delitti passionali. In Italia siamo in media con le altre nazioni. Purtroppo tale genere di omicidio non si potrà mai debellare a meno di non cambiare l’uomo. Cosa altrettanto pericolosa.
- Cominciamo ad educare le nostre figlie a non uscire con energumeni violenti. Del resto, per uno strano destino, questi soggetti hanno sempre avuto molta fortuna tra le donne. Molte mie amiche hanno come compagni dei ceffi che io non avrei neanche il coraggio di fermarli per strada per chiedere un accendino.
- E’ colpa delle donne italiane. Devono smetterla di preferire i figli maschi alle femmine. Chiamandoli belli di mamma, tesorucci di mamma, viziandoli allo spasimo e quindi rovinandoli.
- Non ci sono scuse per un delitto del genere ma non sappiamo cosa ha scatenato la lite… Un tradimento forse? La donna è molto bella…
E’ bella, è brutta? E’ MORTA, signori, della vostra valutazione di scopabilità ormai può importare solo a un necrofilo. Ne muoiono di più o di meno all’estero, la cronaca riporta di più o di meno gli omicidi? Chi se frega, signori, la donna di cui parliamo è MORTA. Ha scelto l’uomo sbagliato, l’uomo ha sbagliato a scegliere lei? Intanto, LEI è MORTA ASSASSINATA.
Spiegatemi: come riuscite a sopravvivere con tanto vuoto nel cervello? Riuscite ad allacciarvi le scarpe da soli? Avete mai provato, nei confronti di un altro essere umano, uno slancio di empatia o la sola parola vi fa venire i conati di vomito?
Colpa delle madri, educhiamo le figlie? Cominciate ad educare voi stessi. Siete degli analfabeti non solo in lingua italiana (ho dovuto correggere tutti i vostri commenti), ma proprio nella consapevolezza di cosa sia essere umani e membri di una comunità umana. Una volta che questa consapevolezza vi raggiunga, smettete di alimentare la violenza di genere con l’oggettificazione delle donne. Poi, potrete educare i vostri figli a non essere violenti, a rispettare le altre persone, ad essere consci che hanno diritti e doveri e responsabilità e limiti, non le vostre figlie a vivere da vittime predestinate. E se pensate che questo sia pericoloso perché cambierebbe l’uomo, sappiate che l’unica perdita in cui potete incorrere è la perdita della vostra crassa ignoranza. Maria G. Di Rienzo
In pochi si saranno accorti del comunicato stampa (che ha dell’incredibile) apparso ieri sul sito dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Leggiamo. “Per chi esercita abusivamente la professione di giornalista è in arrivo una condanna penale più ‘pesante’, carcere compreso”. Roba da fare tremare il pizzo delle mutande. Eppure, questa modifica si sta facendo strada in Parlamento. Si tratterà di mettere mano al codice penale, inserendo la norma: “chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello stato, è punito con la reclusione fino a 2 anni e con la multa da 10 mila euro a 50 mila euro”. Sì, sì, avete capito bene. Ora tutti coloro che il mestiere di giornalista lo sanno fare , ma, per scelta o per non aver superato l’esame, non sono iscritti all’Ordine, saranno dei fuorilegge, dei banditi.
Se per diventare pubblicisti occorrono due anni consecutivi di collaborazione e un determinato numero di articoli, come verrà gestita la situazione? Per due interi anni, gli aspiranti giornalisti saranno costretti a vivere nella latitanza, con il rischio di essere arrestati? L’assurdità, piano piano, viene a galla da sé.
Fortunatamente, nelle scorse settimane lo stesso Ordine dei giornalisti invitò a “correggere” la norma ora approvata dal Senato (e che in autunno andrà alla Camera) proprio in materia di pubblicisti. Affinché “tuteli quanti abbiano comunicato all’Ordine della regione di residenza la volontà di avviare il percorso di iscrizione all’Albo come pubblicista”. Ecco qua, fatta la legge, trovato l’inganno. Basterà sottoscrivere una “carta d’intento” per non essere più “ricercati”.
Immaginate, qualora dovesse passare la legge, la situazione già drammatica delle carceri italiane? “Come mai siete dentro?”, “Io, spaccio”, “Io ho rubato una macchina”, “Io non ho superato l’esame da giornalista”. Quanto fa ridere?
Ma anche l’Ordine non ci fa una bella figura. Invece di snellire le pratiche di accesso alla professione, si erge a “Leviatano” contro coloro che (spesso per una manciata di spicci) scrivono pezzi per puro amore di questo mestiere, e non certo per l’assistenza medica paga, le macchine aziendali, gli ingressi stampa ovunque… (e molti, molti altri benefit da “casta”).
Carola Parisi