Governo Renzi Pinocchio: il portale lgbt fantasma

  • Lunedì, 05 Ottobre 2015 09:11 ,
  • Pubblicato in Flash news
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
05 10 2015
 
Sono passati ormai quattro mesi, era il 4 giugno scorso, quando il governo ha presentato alla stampa e al pubblico il cosiddetto "portale lgbt", pensato all'interno di una più ampia strategia triennale di contrasto all'omofobia e transfobia che era stata adottata dalla Ministra Fornero. Di questo portale, che doveva essere un importante strumento comunicativo ricco di contenuti scritti e multimediali aggiornati e accurati, in realtà non c'è ombra.

Già quel giorno avevamo fatto notare l'assoluta stranezza della presentazione alla stampa e al pubblico degli addetti ai lavori di un prodotto in realtà non visionabile, non liberamente accessibile e non disponibile sul web (oltre a denunciare con forza contestuale notizia dell'affossamento definitivo dell'asse educazione della stessa strategia deciso in modo unilaterale dal MIUR), e a domanda precisa la Consigliera alle pari opportunità del Premier Matteo Renzi, Giovanna Martelli, ci aveva risposto che si trattava solo di piccoli problemi diplomatici, "della mancanza di qualche firma" e che il portale sarebbe stato disponibile entro una settimana.

In realtà ad oggi il "portale lgbt" risulta semplicemente inabissato nelle sabbie mobili di un Governo pauroso e omofobico che non ha il coraggio di affrontare a viso aperto le scontate polemiche degli integralisti cattolici sul tema. Una situazione gravissima che ha visto, tra l'altro persino la restituzione della parte dei fondi destinati alla ormai inattuale asse educazione per il contrasto di omofobia e transfobia, un incredibile ritardo nella comunicazione dei risultati dei bandi per gli interventi nelle scuole, chiusi da ormai dieci mesi, e l'attacco allo stesso ruolo dell'Unar nel contrasto a omofobia e transfobia. Le promesse del Governo e le parole della consigliera Martelli sono state insomma smentite dai fatti.

“Una situazione surreale e gravissima" attacca Andrea Maccarrone, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli "che vede il Governo Renzi sempre più ostaggio degli integralisti omofobi e del tutto incapace di portare avanti con convinzione e serietà persino le politiche già annunciate e messe in campo in precedenza. Agli annunci roboanti sulla legge ghetto delle Unioni Civili, seguiti per altro da continui rinvii, si accompagna poi l'effettivo svuotamento di ogni altro intervento reale di contrasto all'omofobia e transfobia, tanto più grave quando la cronaca, anche degli ultimi giorni, dimostra la gravità e la persistenza di questi fenomeni nel nostro Paese".

"Siamo stanche e stanchi" conclude Maccarrone "di doverci confrontare con una classe politica pavida e incapace di offrire reali risposte. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi dica finalmente cosa intende fare per contrastare il gravissimo fenomeno dell'omofobia e della transfobia e, soprattutto, lo faccia davvero! Metta subito on line il Portale lgbt fantasma prima che questa spy story sfoci nel ridicolo, rimetta la faccia sulle politiche anti-omofobia nelle scuole, che sono sotto un continuo attacco ideologico e, magari nomini qualcuno al Ministero delle Pari Opportunità che il suo Governo ha di fatto cancellato".

Veneto anti-gender: eterosessuale è bello!

Coppia lgtbEretica, Il Fatto Quotidiano
4 settembre 2015

In Veneto fanno a gara a chi tira fuori l'idea più discriminatoria e autoritaria. Chi mette al bando libri per bambini, chi mette al bando gli stranieri e chi invita la Regione a vietare la fantomatica ideologia del gender

I tifosi inglesi contro l’omofobia

  • Domenica, 30 Agosto 2015 09:00 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Calcio contro l'omofobiaLuca Manes, Il Manifesto
8 agosto 2015

Omo­fo­bia e raz­zi­smo, due sin­tomi spia­ce­vo­lis­simi della English Disease, la malat­tia che ha fiac­cato il cal­cio inglese negli ultimi decenni del secolo scorso. Quando andare allo sta­dio a Lon­dra, a Man­che­ster o a Leeds era un’esperienza tutt’altro che rilas­sante.

Sorpresa, le unioni civili costano poco allo Stato

  • Venerdì, 24 Luglio 2015 14:56 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Il Manifesto
24 07 2015

Cade anche l’ultimo pre­te­sto per bloc­care la discus­sione in Senato sulle unioni civili. Ieri si è infatti saputo quali sareb­bero i costi per lo Stato e le cifre uffi­ciali for­nite dal mini­stero dell’Economia sono lon­ta­nis­sime da quelle paven­tate dal Ncd.

Se il dise­gno di legge Cirinnà venisse appro­vato entro l’anno, come pro­messo da Renzi, gli oneri per lo Stato sareb­bero di 3,5 milioni di euro per il 2016 e di 6 milioni di euro per il 2017. Soldi neces­sari per i primi anni a coprire le detra­zioni a carico dei fami­liari e suc­ces­si­va­mente le pen­sioni di rever­si­bi­lità pre­vi­ste dal prov­ve­di­mento. 20 milioni di euro sono invece i costi pre­vi­sti una volta a regime, nel 2027.

«Il Mef smen­ti­sce chi nelle set­ti­mane pas­sate aveva vati­ci­nato una spesa di 40 miliardi di euro al solo fine di impan­ta­nare la discus­sione«, ha com­men­tato il respon­sa­bile diritti del Pd Micaela Cam­pana. Da parte sua il Ncd, dopo aver pole­miz­zato per set­time sui costi ecces­sivi del prov­ve­di­mento, ieri ha fatto mar­cia indie­tro e sot­to­li­neato come pro­prio i bassi costi con­fer­me­reb­bero l’inutilità della legge. «Le pre­vi­sioni dell’impatto eco­no­mico della rever­si­bi­lità della pen­sione delle unioni civili dimo­strano che que­sta non è una prio­rità per il paese», ha detto il capo­gruppo Mau­ri­zio Lupi.

Non man­cano le pole­mi­che. La comu­ni­ca­zione dei costi per lo stato è arri­vata infatti attra­verso un tweet del mini­stero delle Finanze anzi­ché con l’attesa rela­zione al parlamento.


Una scelta che ha susci­tato più di una cri­tica anche per­ché il man­cato arrivo della rela­zione ha pro­vo­cato la scon­vo­ca­zione della com­mis­sione Giu­sti­zia del Senato dove il ddl deve essere discusso. Cosa che ha fatto infu­riare il M5S. «Siamo al tea­tro dell’assurdo», hanno detto i gril­lini. «Rica­pi­to­liamo: il par­la­mento vor­rebbe votare que­sta riforma entro l’estate, ma il governo di mette di tra­verso. Il mini­stro Boschi prima blocca la rela­trice Cirinnà, poi acce­le­rare per­ché ce lo chiede l’Europa, infine trat­tiene presso di sé la rela­zione tec­nica neces­sa­ria al pro­sie­guo del pro­ce­di­mento al Senato, costrin­gendo il pre­si­dente della com­mis­sione Giu­sti­zia e scon­vo­care la seduta pro­gram­mata per oggi pome­rig­gio. Evi­den­te­mente non hanno ancora rag­giunto l’accordo per incas­sare il sì del Ncd».

Ver­sione smen­tita dalla rela­trice del testo: «Nes­sun ral­len­ta­mento e tan­to­meno dovuto al mini­stro Boschi», dice Monica Cirinnà. «Se vogliano fare bene dob­biamo rispet­tare tutti i pas­saggi della pro­ce­dura par­la­men­tare e anche fare i conti con i tempi degli uffici. Ora la rela­zione tec­nica si trova alla bol­li­na­tura della ragio­ne­ria dello Stato e entro domani (oggi, ndr) dovrebbe arri­vare in com­mis­sione Bilanci al Senato».

Intanto la dif­fu­sione delle cifre ha susci­tato la rea­zione dell asso­cia­zione lgbt. «Smen­tire le assurde cifre dei vari Gio­va­nardi & C. sugli oneri per le casse dello Stato», ha com­men­tato Fabri­zio Mar­razzo, por­ta­voce del Gay cen­ter. «Diciamo che finora le nostre tasse hanno con­tri­buito a pagare le rever­si­bi­lità di tutti tranne che delle cop­pie gay. le nostre tasse ser­vono a coprire anche i vita­lizi di molti».

«Il mini­stro Alfano, Ncd e tutti i grandi detrat­tori che hanno sem­pre par­lato di cifre altis­sime per affer­mare che nostre unioni civili e i nostri diritti sono inso­ste­ni­bili devono fare un bagno di realtà», è scritto invece in una nota del Cir­colo Mario Mieli. «Ora è noto a tutti che che quelle affer­ma­zioni erano becere bugie moti­vate solo da una con­tra­rietà ideologica».

Leo Lancari

Internazionale
21 07 2015

La corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti dei gay e ha stabilito che dovrà introdurre il riconoscimento legale per le coppie omosessuali. Secondo una sentenza del tribunale di Strasburgo, l’Italia ha violato l’articolo 8 della convenzione europea dei diritti umani sul diritto al rispetto per la vita privata e familiare.

“La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”, si legge in una nota della corte.

Il caso era stato sollevato da tre coppie omosessuali, guidate da Enrico Oliari, presidente dell’associazione Gaylib, che hanno fatto ricorso a Strasburgo contro l’impossibilità di vedersi riconoscere l’unione in patria.

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