Dino Collazzo, Redattore Sociale
16 febbraio 2015

Per Abdussalam Nasuf, presidente della comunità libica - coordinamento italiano, le milizie sono formate da mercenari che combattono solo per interesse. “Importante continuare con la diplomazia, ma va data la possibilità al governo libico di difendersi”.

"Una volta che ci fossimo infilati in quel pantano, però, difficile sarebbe uscirne. Guardate che cosa accade dopo 14 anni di Afghanistan". Non è usuale sentire un generale del nostro esercito usare tanta freddezza nei confronti della guerra. Eppure Fabio Mini, che è stato il comandante della missione Nato in Kosovo, e capo di stato maggiore del Comando Nato delle forze alleate Sud Europa, non si nasconde dietro le parole.
Francesco Grignetti, La Stampa ...
Abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale crisi libica ad Angelo Del Boca, storico del colonialimso italiano, della Libia e autore di molti saggi sulla figura di Gheddafi (compresa una importante monografia, riedita in questi giorni in una versione più completa da Laterza).
Angelo Del Boca, Come giudichi l'affermazione del ministro degli esteri Paolo Gentiloni: "Siamo pronti a combattere in Libia...", perché "è uno Stato fallito", sembra spiegare Matteo Renzi?
Tommaso Di Francesco, Il Manifesto ...

Armi e terrorismo, le colpe dell'Occidente

  • Lunedì, 16 Febbraio 2015 17:44 ,
  • Pubblicato in ZeroViolenza

Marco OmizzoloRoberto Lessio, Zeroviolenza
17 febbraio 2015

Il traffico di armi nel mondo non conosce crisi. Secondo il nuovo rapporto Trends in international arms transfers dell'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), il traffico internazionale di armi è cresciuto del 14% nel quinquennio 2009-2013. Armi che servono per uccidere, massacrare civili, a volte profughi in fuga da dittature come quella eritrea, povertà, mutamenti climatici. Ogni giorno nel mondo più di mille persone vengono uccise con armi convenzionali, mentre 300 mila bambini vengono coinvolti in vari conflitti, trasformati in soldati e violentati.

Perché la Libia è un caso disperato

  • Lunedì, 16 Febbraio 2015 14:06 ,
  • Pubblicato in L'Opinione
Mattia Toaldo, Limes
15 febbraio 2015

Il paese è spaccato tra il "legittimo" governo di Tobruk e le milizie "rivoluzionarie" di Misurata che controllano Tripoli.
La competizione fra le monarchie del Golfo. Gli errori occidentali e la solitudine dell'Italia. In palio ci sono i pozzi e i petrodollari.
Un estratto dall'articolo presente in Dopo Parigi, che guerra fa.

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