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Hiv nel mondo: calano i morti, non i contagi

  • Domenica, 24 Luglio 2016 06:43 ,
  • Pubblicato in LA STAMPA
Stop AIDSLorenzo Simoncelli, La Stampa
24 luglio 2016

A 16 anni di distanza da quel drammatico 2000, l'apice dell'epidemia di Hiv in Sudafrica, 18mila delegati si sono riuniti nella città costiera sudafricana di Durban per analizzare i progressi fatti e stabilire nuovi obiettivi nella lotta alla malattia.

Agli italiani non piace il profilattico

  • Domenica, 17 Gennaio 2016 13:56 ,
  • Pubblicato in REPUBBLICA
Profilattici e prevenzioneLorenzo Di Pietro e Francesca Sironi, La Repubblica
12 gennaio 2016

E' d'accordo
perfino Papa Francesco. "Il preservativo? È uno dei metodi " per combattere l'Aids, ha detto Bergoglio tornando in aereo dal Centrafrica. Uno dei metodi. Il più semplice e importante,
La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) denuncia la crescita progressiva del numero di persone che non si sono mai sottoposte all'esame dell'Hiv: nel 2015 oltre il 20% di chi ha contattato l'associazione non aveva mai fatto il test. Il dato sale al 36% in uno studio condotto sulla popolazione generale.

Scarica l’infografica della ricerca QuestionAids sul test Hiv
Scarica il video della campagna “Fatti un regalo, fai il test”

La popolazione italiana ha un rapporto problematico con il test dell’Hiv: è quanto emerge dal Rapporto 2015 dei centralini telefonici LILA presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids. Il 20,62% delle 5703 persone che hanno chiamato la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l'esame dell'Hiv, nonostante che, avendo contattato l’associazione, hanno dimostrato di essere sensibili al tema. La percentuale di persone che non hanno mai fatto il test raggiunge il 36% del totale nello studio “Questionaids” condotto dalla LILA e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna su un campione di popolazione generale.

“Fare il test rappresenta un problema per sempre più persone - commenta il presidente della LILA Massimo Oldrini - si tratta di un dato che va di pari passo con il fatto che in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione”. “Nel nostro paese continuano a mancare completamente programmi nazionali di informazione e prevenzione – denuncia Oldrini – nonostante ogni anno contraggano l'Hiv circa 4000 persone”.

“Sappiamo che molte persone che hanno avuto rapporti sessuali a rischio evitano di fare il test perché spaventate dalle frequenti discriminazioni e dall’isolamento che seguirebbero un eventuale esito positivo – afferma Oldrini – per questo anche le attività di contrasto allo stigma possono favorire la prevenzione”. Oggi il virus viene trasmesso nella maggior parte dei casi da persone non consapevoli di aver contratto l'Hiv che, nel periodo che intercorre tra l'infezione e i sintomi che le obbligano a fare il test, possono trasmettere il virus a molte altre.

Per fare fronte al fenomeno delle diagnosi tardive, da qualche anno LILA sta sperimentando percorsi di proposta del test dell’Hiv fuori dagli ambiti ospedalieri al fine di facilitarne l’accesso e raggiungere gruppi di popolazione a più alto rischio di infezione. Per finanziare questa iniziativa LILA ha lanciato la Campagna “Fatti un regalo, fai il test!” con la testimonial Nina Zilli, che durerà fino al 6 dicembre: inviando un sms al 45504 si doneranno 2 euro che saranno utilizzati per promuovere la conoscenza e la diffusione del test rapido salivare per l’Hiv.

Info sulla Campagna SMS solidale
Info sulle iniziative delle sedi locali in occasione del 1° dicembre
Scarica il report completo sulle attività dei centralini LILA
Scarica tutte le infografiche della ricerca "QuestionAids"

Keith Haring, Lotta all'AidsMassimo Oldrini*, Zeroviolenza

Per il primo dicembre chiediamo alle istituzioni programmi nazionali di informazione sull'Hiv che durino tutto l'anno. Perché la medicina ha compiuto grandi passi nella scoperta di terapie efficaci, ma lo stigma e la discriminazione contribuiscono alla diffusione del virus.

Aids: maschio italiano, ti prego usa il condom

Il Fatto Quotidiano
01 12 2014

di Elisabetta Ambrosi

Ancora, anzi spesso, mi capita di sentire amiche che raccontano storie di rapporti occasionali qui e là – perfetti per aiutare la sopravvivenza, che la vita mica è tanto facile – ma sempre senza preservativo. “Lui non lo voleva” è la risposta unanime quando chiedo loro se l’odiata protezione è stata usata.

Nella giornata mondiale contro l’Aids, mentre leggo i dati che raccontano, ormai è un dato acquisito da qualche anno, di come le nuove infezioni arrivino ormai tramite rapporti eterosessuali occasionali, mi chiedo perché noi donne siamo sprofondate così in basso nella difesa di noi stesse e dei nostri desideri da non avere neanche il coraggio di chiedere il preservativo. E accettare questa forma invisibile, sottile eppure tale, di violenza, senza neanche chiedere a lui le ragioni di questa avversione.

Condom

Ragioni che secondo me non sono solo dovute al fatto che con il condom il piacere è attutito, perché lo stesso vale per noi, che pure il problema ce lo poniamo più degli uomini (a quanto ho avuto modo di osservare). C’è una ragione psicologica più profonda, che sta, secondo me, nel piacere di un possesso completo. Non voglio giudicare a priori negativamente questo desiderio, perché credo che in esso ci sia anche, in parte, il residuo di un ideale romantico di fusione totale. Ma c’è anche, per quello che posso percepire, anche una fantasia di conquista, di avere la donna completamente, totalmente, propria durante un rapporto sessuale.

Un male? Un bene? Se ne può discutere, ma nel frattempo usando il preservativo, perché i dati sono dati e non opinioni e il desiderio di fusione espresso attraverso un comportamento pericoloso rischia di perdere qualsiasi lato sentimentale, mostrandosi soprattutto per quello che è: un sopruso.

Non amo l’eccesso di politicamente corretto nei rapporti sentimentali, mi piace anche la rottura delle convenzioni, così come il comportamento che, pur se non formalmente eccepibile, rivela passione, fantasia, rottura dei cliché. Ma non riesco a vedere il mancato uso del preservativo sotto questa luce, perché l’amore che mettere a rischio la salute non mi interessa, visto che preclude la mia possibilità di amare in futuro. Sono certa che le donne che accettino passivamente di non usarlo non vivano davvero il piacere fino in fondo, perché senza protezione, specie quando i rapporti sono occasionali, resta sempre un punto interrogativo, un senso di angoscia sottile, la percezione che in quel modo di vivere il piacere c’è qualcosa di sbagliato.

Faccio un appello rovesciato, allora, soprattutto alle donne, e specie alle giovanissime: il preservativo chiedetelo, anzi datelo proprio per scontato, ironizzando su chi non si pone neanche il problema. E magari, anche, fatelo pagare a lui, perché quando siamo noi a usare la pillola andiamo dalla ginecologa e la prendiamo in farmacia. Dunque non si tratta niente di più che di parità (che poi i condom costino tantissimo questa è un’altra storia). No preservativo? No party. Altrove è un collegamento banale, portiamo un po’ di Europa nelle nostre camere da letto rassicurando i primitivi latin lover che no, non perderanno né virilità né piacere. E che anzi solo in quel modo avranno il nostro completo, e piacevole, abbandono.

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