Giorgio De Chirico, I bagni misteriosiIlvo Diamanti, La Repubblica
30 ottobre 2017

Osservatorio Demos-Coop: si assottigliano le differenze tra generazioni e cresce la dipendenza dalla famiglia. Italiani sempre più incapaci di accettare le responsabilità della vita adulta. La vecchiaia è l'unica paura comune e la gioventù dura fino a 52 anni.

I senza dio della guerra

  • Giovedì, 28 Luglio 2016 10:53 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Salvador Dalì, AsceTommaso Di Francesco, Il Manifesto
28 luglio 2016

Di fronte al limite mai superato dell'uccisione in chiesa di un sacerdote, padre Jacques, il Giornale e Libero, fogli razzisti del populismo italiano, hanno titolato: "Hanno sgozzato dio", "Occhio, ti sgozzano in chiesa".
Dazebao News
20 11 2015

ROMA - Le comunità islamiche e i musulmani d'Italia scendono il 21 novembre in piazza. Una manifestazione nazionale a Roma contro il terrorismo, per rispondere alla strage di Parigi e gridare insieme "Not in my name".

Si terrà domani dalle 15 in piazza Santi Apostoli. A lanciarla è stata l'Ucoii (Unione delle comunità islamiche Italiane). "Questa manifestazione ha due significati - ha spiegato Elzir -. Innanzitutto è un messaggio interno alla comunità islamica per dire 'Not in my name' riguardo questi atti criminali che stanno spargendo sangue in tanti Paesi nel mondo. Le prime vittime di questi terroristi siamo noi musulmani, quindi dobbiamo condannare il terrorismo in maniera netta.

Poi - ha aggiunto - è un messaggio ai nostri concittadini: dobbiamo e possiamo vincere la paura e il terrorismo soltanto se siamo uniti. L'obiettivo dei terroristi è creare delle barriere tra i musulmani e i non musulmani".

"Alla manifestazione di domani - ha concluso - abbiamo invitato tutta la realtà islamica ma non solo, abbiamo chiesto ai nostri concittadini di essere con noi. Per chi non riesce a venire a Roma abbiamo organizzato dei presidi locali in tutta Italia"."Noi - ha spiegato Elzir - siamo italiani di fede islamica, non abbiamo bisogno di un partito islamico. I nostri confratelli che partecipano alla vita politica decidono di supportare il partito che vogliono. I politici che cavalcano la paura della gente tirando in ballo la religione sono imprenditori dell'odio e della paura. I nostri concittadini sono più intelligenti di loro, chiedo a loro di essere responsabili. A livello personale ho ottimi rapporti con Salvini, lo ho invitato ad essere responsabile in particolare in questi momenti difficili. Lo invito a partecipare alla manifestazione di domani per dire che tutti noi siamo uniti contro questo cancro dell'umanità che è il terrorismo".

Sul titolo di Libero 'Bastardi islamici', Elzir commenta: "mi dispiace che qualche giornalista, o che così dichiara, sia così irresponsabile nel momento in cui tutti dovremmo essere più responsabili. Nel Paese dell'arte e del buon gusto, trovo questi titoli senza gusto. Noi siamo italiani di fede islamica e siamo orgogliosi di esserlo. I terroristi non rappresentano nessuno di noi. Se uno è mafioso, non è che possiamo dire siciliani bastardi. Bisogna usare un linguaggio giusto e non cadere nella trappola dei terroristi".

All'iniziativa hanno già risposto positivamente esponenti politici, sindacali e della società civile, tra questi il presidente della Commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, Susanna Camusso, leader della Cgil, Maurizio landini della Fiom, Ignazio Messina dell'Idv e tanti altri. La riuscita dell'iniziativa è assicurata, come fanno notare i parlamentari del Partito democratico Khalid Chaouki e Luigi Manconi: "La manifestazione "contro l'ISIS" è già un successo. Il nostro appello affinché l'iniziativa limpida e coraggiosa dei musulmani non rimanesse solo "dei musulmani", ma coinvolgesse il maggior numero di italiani, credenti e non credenti, sta ottenendo numerosissime adesioni. Cittadini di tutte le età, decine e decine di parlamentari, intellettuali e artisti e tra questi: Ermanno Olmi e Ascanio Celestini, Gad Lerner e Moni Ovadia, Paolo Virzì e Mario Fortunato, Eligio Resta e Nicola La Gioia, Paolo Rossi e Vito Mancuso", aggiungono. "L'iniziativa di sabato è di grande importanza per la chiarezza dei contenuti e la nettezza delle parole d'ordine e l'importanza della rivendicazione di fondamentali valori condivisi. In primo luogo, quello della intangibilità della vita umana. Dopo la manifestazione di sabato sarà più difficile per gli xenofobi e per gli imprenditori politici dell'intolleranza parlare di complicità, ma anche e solo di ambiguità, dei musulmani d'Italia", concludono.

Kassovitz, L'odioFrancesco Battistini, Corriere della Sera
19 novembre 2015

"La mia sensazione è che dopo vent'anni niente sia cambiato. Si fanno gli stessi discorsi di Bush dopo l'11 settembre". Tariq Ramadan esce dall'ennesima conferenza ed è quasi senza voce: difficile fare sentire la sua, in queste ore di raffiche e di bombe. ...

Gesuiti nello spazio

  • Lunedì, 28 Settembre 2015 08:03 ,
  • Pubblicato in DINAMO PRESS

Dinamo Press
28 09 2015

E' notizia di pochi giorni fa (il 19 Settembre per la precisione) la nomina del nuovo direttore della Specola Vaticana. Per chi non lo sapesse (molti, chi scrive in primis) la Specola Vaticana è l'osservatorio astronomico nonché centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica. Fondato nel 1891 da papa Leone XIII, l'osservatorio è stato sin da subito affidato alle amorevoli cure della Compagnia di Gesù, che della sua propensione a investire (a suo modo) nella ricerca non ha del resto mai fatto mistero.

Ciò che salta agli occhi non è tanto l'esistenza di un tale osservatorio, quanto piuttosto la particolare personalità che papa Francesco ha deciso di porvi alla direzione. Si tratta di padre Guy Consolmagno, gesuita per l'appunto, ma anche astronomo statunitense, diplomato presso il MIT e con un dottorato in planetologia. In parole povere un planetologo gesuita: epiteto quantomeno ambiguo che riesce a riassumere in sè numerose contraddizioni. Contraddizioni che lo stesso Consolmagno non ha paura ad affrontare direttamente: "Io sono la prova vivente che chiunque può essere, al tempo stesso, sia un fanatico che un cervellone - ammette in un'intervista di qualche tempo fa - sono infatti un fanatico nei confronti della scienza e un cervellone riguardo alla mia fede". Giunto al suo incarico attuale sull'onda di una brillante carriera accademica, il nostro Guy si è addirittura visto dedicare, quale altissimo riconoscimento da parte dell'International Astronomic Union, un asteroide, denominato appunto "4597 Consolmagno".

"La religione - afferma altrove - ha bisogno della scienza per tenere a distanza la superstizione e vicino a sé la realtà, per proteggersi dal creazionismo, che in fondo è una forma di paganesimo". Non si scompone neppure a parlare di vita extraterrestre: "Non possiamo pensare che Dio sia così limitato da aver creato esseri intelligenti solo sulla Terra. L'universo potrebbe benissimo contenere altri mondi con esseri creati dal suo stesso amore".

Dal rifiuto del creazionismo all'astrobiologia, non sembra esserci limite agli interessi di Consolmagno, che infatti (com'era del resto prevedibile) è un appassionato di fantascienza. Tra i suoi lavori spicca infatti un articolo dal titolo Guida di un astronomo gesuita per evitare la pessima fantascienza, in cui si diletta a recensire alcuni romanzi, ad esempio Guerra al grande nulla (A case of conscience) di James Blish.

Del resto la Compagnia di Gesù non è nuova a escursioni nel genere fantascientifico, per il quale ha rappresentato a volte una eccellente fonte di ispirazione. E' il caso de La stella (The Star), celebre racconto breve di Sir Arthur C. Clarke, insignito del premio Hugo a New York nel 1956, in cui - tra l'altro - fa la sua prima apparizione il noto monolite di 2001: Odissea nello spazio. Protagonista di tale racconto è appunto un gesuita, cappellano di bordo di una nave spaziale. Di ritorno da un lungo viaggio in un sistema il cui Sole è esploso in una supernova, questi trova le tracce di un'antica e meravigliosa civiltà, estinta in seguito all'esplosione della sua stessa fonte di vita. Le proporzioni della tragedia si fanno però insopportabili, soprattutto per lui, quando scopre che la supernova è stata vista sulla Terra, una notte di 2000 anni fa, per annunciare la nascita di Cristo a Betlemme.

Che i gesuiti, oltre a nutrire fin dalla fondazione dell'ordine un forte interesse per la scienza, accompagnassero le prime missioni di esplorazione scientifica, giungendo nei più remoti angoli del pianeta, è noto. Questo sulla Terra; ma nello spazio? Secondo le ultime previsioni della NASA un equipaggio umano dovrebbe giungere su Marte entro il 2030. Ci sarà anche un gesuita in quell'equipaggio? E se sì, troverà sul pianeta rosso tracce di quell' "amore di Dio in altri mondi" di cui ci parla Consolmagno?

di Marco Petruccioli

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