di Valeria Palumbo
Vi segnalo l'articolo di oggi (ndr 25 febbraio) su repubblica.it, "Tuteliamo gli uomini il nuovo sesso debole", perché siamo al paradosso. Spero solo che i tedeschi dicano queste cose con ironia.
Ammesso e non concesso che nei "Paesi avanzati" le donne abbiano davvero ottenuto i pari diritti (allora l'Italia non è un Paese avanzato, ma lo sapevamo) si sta facendo un'orribile confusione:
se viene, fuori (e su questo non ho dubbi) che gli uomini abbiano un più alto tasso di abbandono scolastico, peggiori performances a scuola e sul lavoro, peggior salute per colpa dei loro stravizi, se non sanno più chi sono e ci rimangono male se nessuna donna obbedisce più loro, perché mai avrebbero bisogno di "protezione"?!! Forse dovremmo ricordare a Repubblica che le leggi (poche) per promuovere le pari opportunità femminili o contro la violenza sessuale (che non sono, fra l'altro, leggi "per le donne" ma per le vittime di abusi) andavano a rimuovere ostacoli concreti. Non vi sto ovviamente a ricordare tutto ciò che per legge o tradizione o religione ci è stato proibito. Ovvero: la nostra "debolezza" non aveva nulla a che fare con la presunta crisi esistenziale di questi signori. Questa è roba da psicologi. Per noi era di Costituzione...
Possiamo fare qualcosa perché non si confondano i termini? Purtroppo in Germania (come ha dimostrato una recente cover story del settimanale Focus) la "riscossa" dei presunti scienziati e giuristi maschilisti è già partita. Sono ondate che non ci mettono nulla ad arrivare anche da noi. Con la differenza che noi non abbiamo ancora avuto una Merkel o un capo della Chiesa (quella luterana) donna...
Capo redattrice L'Europeo