La Repubblica
01 11 2012
di FRANCESCA CAFERRI
In Arabia Saudita le donne hanno reagito quasi con indifferenza. Eppure la notizia che la famigerata polizia religiosa del Regno sta per aprire i suoi ranghi alle donne ha fatto il giro del mondo.
Non è una polizia normale, quella saudita: i muttawa, o custodi della morale, si aggirano nelle strade e nei centri commerciali con le loro barbe lunghe e le tuniche corte. Nel paese più conservatore del mondo la loro missione è fustigare chiunque non rispetti la rigida morale del Regno: in particolare le donne. Nel loro mirino finiscono signore che parlano con uomini che non siano loro familiari, che non si coprono abbastanza, che ridono ad alta voce; ragazze sorprese a mandare sms sui cellulari di coetanei; adolescenti che cercano di indovinare chi si nasconde sotto le sagome completamente velate che gli passano di fronte.
Passeggiando per Ryad o per le altre città saudite, non ci vuole molto per capire quando i poliziotti della morale sono nei paraggi: i centri commerciali iniziano a svuotarsi, le persone abbassano la voce, i cellulari scompaiono nelle tasche, la paura si diffonde. Perché finire nelle mani della muttawa significa essere arrestati, umiliati, a volte picchiati. Ultimamente i sauditi, e in particolare le donne, hanno cominciato a reagire: qualche mese fa una ragazza ha sfidato i poliziotti, riprendendoli con il suo cellulare e postando il video su YouTube, dove è subito diventato una hit e ha incoraggiato molte altre a fare lo stesso. Dopo quell'episodio la muttawa è entrata nel mirino delle autorità, che ne hanno convocato i vertici imponendo loro una linea di condotta più moderata: di qui l'apertura alle donne. Ma le saudite non sono colpite e di fronte alla notizia alzano le spalle: "Non ci interessa entrare fra loro. Ci interessa che ci lascino in pace", mi dice un'amica da Ryad
01 11 2012
di FRANCESCA CAFERRI
In Arabia Saudita le donne hanno reagito quasi con indifferenza. Eppure la notizia che la famigerata polizia religiosa del Regno sta per aprire i suoi ranghi alle donne ha fatto il giro del mondo.
Non è una polizia normale, quella saudita: i muttawa, o custodi della morale, si aggirano nelle strade e nei centri commerciali con le loro barbe lunghe e le tuniche corte. Nel paese più conservatore del mondo la loro missione è fustigare chiunque non rispetti la rigida morale del Regno: in particolare le donne. Nel loro mirino finiscono signore che parlano con uomini che non siano loro familiari, che non si coprono abbastanza, che ridono ad alta voce; ragazze sorprese a mandare sms sui cellulari di coetanei; adolescenti che cercano di indovinare chi si nasconde sotto le sagome completamente velate che gli passano di fronte.
Passeggiando per Ryad o per le altre città saudite, non ci vuole molto per capire quando i poliziotti della morale sono nei paraggi: i centri commerciali iniziano a svuotarsi, le persone abbassano la voce, i cellulari scompaiono nelle tasche, la paura si diffonde. Perché finire nelle mani della muttawa significa essere arrestati, umiliati, a volte picchiati. Ultimamente i sauditi, e in particolare le donne, hanno cominciato a reagire: qualche mese fa una ragazza ha sfidato i poliziotti, riprendendoli con il suo cellulare e postando il video su YouTube, dove è subito diventato una hit e ha incoraggiato molte altre a fare lo stesso. Dopo quell'episodio la muttawa è entrata nel mirino delle autorità, che ne hanno convocato i vertici imponendo loro una linea di condotta più moderata: di qui l'apertura alle donne. Ma le saudite non sono colpite e di fronte alla notizia alzano le spalle: "Non ci interessa entrare fra loro. Ci interessa che ci lascino in pace", mi dice un'amica da Ryad