Ungheria "golpe bianco": cosa sta accadendo con i cambiamenti alla Costituzione ungherese?

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Internet e politica
11 03 2013

"Golpe bianco" in Ungheria? Se ne parla solo - o quasi - in rete. Cos'è? Il Presidente Victor Orban sta accentrando il potere; in approvazione cambiamenti alla Costituzione: meno libertà d'espressione, discriminazioni di genere, religiose, politiche.

Silenzio della stampa europea più "ufficiale" e chiaramente delle tv più "ufficiali" (mi riferisco a quelle italiane) in merito a ciò che in questi giorni sta accadendo in Ungheria.

Molto in sintesi:
il 5 marzo 2013, il Presidente ungherese Victor Orban ha messo in cammino quello che da più parti, in rete, viene definito come "golpe bianco".

In sostanza, si tratta di modifiche costituzionali che limitano i poteri della corte costituzionale in ambito legislativo e riducono enormemente libertà civili e d'espressione nel Paese.

Lunedì 11 marzo, il testo di legge passerà all'approvazione definitiva.

Ed è la rete, soprattutto tramite i social network, che lancia l'allarme su cambiamenti che potrebbero portare in brevissimo tempo all'instaurarsi di quella che più di qualcuno addita come "dittatura".

Tra le poche voci che si sono pronunciate sulla questione, Roberto Saviano via Twitter e Facebook. Ecco quanto scrive:

Golpe bianco in Ungheria e questa nostra Europa democratica sta a guardare... on.fb.me/Zgepom
     
Tra i punti al voto l'11 marzo - che con tutta probabilità verranno approvati -:
limitazioni alla libertà di stampa e d'espressione;
discriminazione di genere: si stabilisce che è ammesso solo il matrimonio contratto tra uomo e donna con l'intenzione di avere figli, e non le coppie di fatto o quelle omosessuali;
discriminazioni religiose: sono ammesse solo le religioni che il governo ha riconosciute tali con apposita legge.

Inoltre, per ciò che concerne lo svuotamento dei poteri della Corte Costituzionale: la stessa non potrà più respingere le leggi, come è stato fino ad ora, ma solo sollevare obiezioni di forma. Questo permetterà ad Orban di far approvare qualsiasi legge successiva all'approvazione di queste modifiche, non importa quanto repressiva. Già negli ultimi mesi, diverse leggi che attaccavano le libertà fondamentali sono state bloccate proprio dalla Corte Costituzionale.

In più, il partito comunista del passato (oggi partito socialista) viene indicato come una "associazione criminale" e quindi i suoi membri potrebbero essere processati solo per la loro appartenenza politica.

Come già evidenzia Antonio Rispoli su Julienews: "Come si vede, sono leggi che, se approvate, consegnerebbero il potere nelle mani di una sola persona, renderebbero le elezioni una burletta e la democrazia una parola vuota".  

Mentre ciò che mi sento di sollevare come punto nodale della "questione ungherese" è se si tratta davvero di una "dittatura" oppure di un atto di resistenza all'Europa, all'Europa delle banche, a quella del Fondo Salva Stati e del Fondo Monetario Internazionale? (Ma per quanto riguarda le questioni civili interne al Paese???).

Su questo punto, reputo interessante quanto scrive Maria Melania Barone in You-ng.it:

"Se fosse l'inizio di una dittatura la stampa internazionale dovrebbe parlarne dato che si tratta di una nota stonata all'interno dell'UE, eppure ciò non avviene. Per il giornale diretto da Francesco Storace, ilgiornaleditalia.org, l'unica cosa da raccontare è la nazionalizzazione della banca centrale ungherese voluta da Orban più di una settimana fa. Questo atto viene proposto come unica garanzia alle libertà del popolo. Questo articolo non entra nel merito del provvedimento a stampo totalitario, ma osanna questa scelta facendone una vera e propria questione politica. Il Presidente Orban proviene infatti dalle frange di centrodestra esattamente come Storace e non a caso nell'articolo si sottolinea la posizione di Repubblica che non vede di buon occhio la nazionalizzazione delle banche: 'Una gravissima sfida ai princìpi del mondo libero e delle istituzioni economiche e finanziarie (non in assoluto da mondo libero - ndr), dalla Banca Centrale europea al Fondo Monetario Internazionale' ".
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