La Repubblica
30 03 2012
La leader dell'opposizione sul voto suppletivo di domenica prossima ricorda le numerose irregolarità avvenute durante la campagna elettorale, ma ribadisce la necessità di partecipare come candidata
RANGOON - Le elezioni legislative di domenica prossima in Birmania non saranno realmente democratiche. Lo sostiene la leader dell'opposizione, il premio Nobel Aung San Suu Kyi ricordando le numerose irregolarità che hanno caratterizzato la campagna elettorale. "Io non penso che possiamo ritenere che sia una elezione libera e giusta, se si tiene conto di quello che si è visto in questi ultimi mesi", ha detto in una conferenza stampa a Rangoon, ribadendo però la necessità di partecipare alla consultazione come candidata per provare a rafforzare il processo di riforme "perché questo è ciò che il popolo chiede".
La Lega nazionale per la democrazia (Lnd) di Suu Kyi ha denunciato molte irregolarità, in particolare per quanto riguarda le liste elettorali, tutte "cose che sono al di là di ciò che è accettabile in un'elezione democratica", ha spiegato il Nobel per la pace.
Suu Kyi ha inoltre confermato che non entrerà nell'attuale squadra di governo nel caso in cui dovesse conquistare un seggio alle elezioni suppletive di domenica. "Non ho intenzione di lasciare il Parlamento che ho cercato così intensamente di raggiungere", ha spiegato rispondendo a una domanda sulla sua disponibilità a far parte dell'esecutivo. Secondo la Costituzione in vigore, infatti, i ministri devono lasciare il seggio occupato nell'assemblea.
Sebbene queste elezioni parziali rappresentino un passo importante per la Birmania,
poco cambierà dal punto di vista politico, visto che sono in palio solo 45 seggi su un totale di 1.160. Si tratta comunque di un voto che dovrebbe dare speranza e fiducia a un Paese governato per quasi cinquant'anni da una ferrea dittatura militare. L'obiettivo restano le elezioni nazionali che si terranno nel 2015. Un voto che "dovrà però eliminare l'assegnazione del 25 per cento dei seggi ai militari", ha ammonito Suu Kyi durante una campagna elettorale che l'ha già incoronata futuro leader del Paese.
30 03 2012
La leader dell'opposizione sul voto suppletivo di domenica prossima ricorda le numerose irregolarità avvenute durante la campagna elettorale, ma ribadisce la necessità di partecipare come candidata
RANGOON - Le elezioni legislative di domenica prossima in Birmania non saranno realmente democratiche. Lo sostiene la leader dell'opposizione, il premio Nobel Aung San Suu Kyi ricordando le numerose irregolarità che hanno caratterizzato la campagna elettorale. "Io non penso che possiamo ritenere che sia una elezione libera e giusta, se si tiene conto di quello che si è visto in questi ultimi mesi", ha detto in una conferenza stampa a Rangoon, ribadendo però la necessità di partecipare alla consultazione come candidata per provare a rafforzare il processo di riforme "perché questo è ciò che il popolo chiede".
La Lega nazionale per la democrazia (Lnd) di Suu Kyi ha denunciato molte irregolarità, in particolare per quanto riguarda le liste elettorali, tutte "cose che sono al di là di ciò che è accettabile in un'elezione democratica", ha spiegato il Nobel per la pace.
Suu Kyi ha inoltre confermato che non entrerà nell'attuale squadra di governo nel caso in cui dovesse conquistare un seggio alle elezioni suppletive di domenica. "Non ho intenzione di lasciare il Parlamento che ho cercato così intensamente di raggiungere", ha spiegato rispondendo a una domanda sulla sua disponibilità a far parte dell'esecutivo. Secondo la Costituzione in vigore, infatti, i ministri devono lasciare il seggio occupato nell'assemblea.
Sebbene queste elezioni parziali rappresentino un passo importante per la Birmania,
poco cambierà dal punto di vista politico, visto che sono in palio solo 45 seggi su un totale di 1.160. Si tratta comunque di un voto che dovrebbe dare speranza e fiducia a un Paese governato per quasi cinquant'anni da una ferrea dittatura militare. L'obiettivo restano le elezioni nazionali che si terranno nel 2015. Un voto che "dovrà però eliminare l'assegnazione del 25 per cento dei seggi ai militari", ha ammonito Suu Kyi durante una campagna elettorale che l'ha già incoronata futuro leader del Paese.