
"Mi hanno fermata, sto in una stanza con le luci al neon in faccia e mi stanno interrogando. Mi hanno presa con la bandiera con su scritto "Essere gay è ok", e mi hanno portata via. Parlano solo in russo e non capisco niente, aiutami". Da quel momento, più niente. Telefonino spento. Nessuna traccia. Fino a un sms arrivato a tarda notte che annuncia la sua liberazione.
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