Cina: per i matrimoni misti, incentivi dal governo centrale

Il Manifesto
02 09 2014

L’importanza dell’integrazione nella Cina con­tem­po­ra­nea, ha par­to­rito una misura che ten­derà a favo­rire le «cop­pie miste». Gli appar­te­nenti alle etnie uighure e mon­gole, quando si spo­se­ranno con un una o un mem­bro dell’etnia han, quella domi­nante in Cina (gli han sono quelli che gene­ral­mente defi­niamo «cinesi»), otter­ranno degli incen­tivi eco­no­mici, sotto forma di sus­sidi sani­tari e per l’educazione dei figli.

Il pro­getto pilota, stando a quanto pub­bli­cato nei giorni scorsi dal Finan­cial Times, dovrebbe par­tire nella con­tea di Cher­chen, nella zona meri­dio­nale della regione auto­noma dello Xin­jiang.

Per le nuove cop­pie spo­sate il governo met­terà a dispo­si­zione 10mila Rmb, poco più di un migliaio di euro, una cifra molto più alta delle entrate annuali di un con­ta­dino di quelle zone (il red­dito medio annuo nell’intera regione è poco più di 7mila Rmb). «La Con­tea di Cher­chen ha parec­chie mino­ranze con le pro­prie cre­denze reli­giose, ma attra­verso i matri­moni misti con l’etnia han, pos­siamo raf­for­zare l’unità etnica», ha com­men­tato un fun­zio­na­rio cinese al Finan­cial Times.

L’obiettivo di Pechino è quello di pla­care le spinte auto­no­mi­ste e indi­pen­den­ti­ste, ren­dendo meno forte la dif­fe­renza cul­tu­rale e degli stili di vita tra gli uighuri, l’etnia ori­gi­na­ria e un tempo mag­gio­ri­ta­ria dell’area, e i cinesi han.

Nell’ultimo anno ci sono stati nume­rosi atten­tati, il Par­tito ha com­ple­ta­mente mili­ta­riz­zato la zona, arre­stando e con­dan­nando a morte decine di «ter­ro­ri­sti». I movi­menti auto­no­mi­sti, stando alle indi­ca­zioni di Pechino, sareb­bero arri­vati anche ad orga­niz­zare l’attentato di alcuni mesi fa, pro­prio di fronte alla foto di Mao nella Tia­nan­men, creando un panico peri­co­loso tra i fun­zio­nari. La regione spesso è com­ple­ta­mente chiusa, a gior­na­li­sti e turisti.

Gli uighuri anche nelle altre città cinesi sono spesso al cen­tro di feno­meni ed epi­so­dio di raz­zi­smo. Gra­zie alla cam­pa­gna «Go West», il governo ha deciso di inve­stire nelle aree occi­den­tali, dive­nute il ful­cro della nuova ondata di urba­niz­za­zione e diven­tando il perno delle poten­ziali nuove vie della Seta che Pechino sta tes­sendo nel sem­pre più com­pli­cato gioco diplo­ma­tico internazionale.

Anche in que­sto caso, come per Hong Kong, il Par­tito vuole assi­cu­rarsi una peri­fe­ria sotto con­trollo, capace di «armo­niz­zarsi» in modo auto­nomo e non per forza gra­zie ai mili­tari e alle con­danne a morte di pre­sunti terroristi.

Ultima modifica il Martedì, 02 Settembre 2014 13:30
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