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Ragazzini e marchettari, sesso a Valle Giulia: "Vengono da tutti i quartieri"

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Roma Today
09 12 2014

Presenze silenziose che fanno molto rumore. Tutti i romani sanno, in pochi li conoscono. Anni fa era per necessità, oggi per riempirsi il portafogli. Ecco i moderni ragazzi di vita che si vendono tra le stradine buie di villa Borghese

Mary Tagliazucchi 

Dei marchettari di Valle Giulia ogni romano sa o crede di sapere tutto. Ma nessuno immagina e in pochi hanno visto davvero cosa accade lì, tra le vie buie e nella penombra di Villa Borghese. Ragazzi di ogni età e nazionalità vendono il proprio corpo. Lo fanno alla luce del sole. Lo fanno da sempre, tanto che ormai Valle Giulia è famosa per essere una delle piazze della prostituzione maschile più frequentate. Ma cosa fanno? Perchè lo fanno? E con chi? Ma soprattutto chi sono questi marchettari?

“Scoparmi un vecchio di 70 anni non è il massimo ma pagano bene. Per un rapporto orale arrivano a darmi anche cinquanta euro. A volte faccio anche duecento euro al giorno. Sono bravo a soddisfarli. E se loro mi fanno schifo, i loro soldi, no”. A parlare è Aasim, un giovane egiziano. Le sue parole trovano conferma nell’abbigliamento firmato e l’Iphone di ultima generazione. E' un anno che fa “la vita”.

I clienti, spiega, non sono di zona e vengono principalmente dalla periferia romana: Tiburtina, Tuscolana, Prenestina, Collatina e alcuni anche da fuori Roma. Poche le donne che richiedono le sue prestazioni e quando accade non è poi così male. E aggiunge: "Non faccio uso del preservativo anche se dovrei. Ma ai clienti piace così e mi da l'opportunità di chiedere loro più soldi visto il rischio. In una giornata posso arrivare anche a dieci rapporti. Attivo o passivo? Sceglie il cliente” Poi tiene a precisare che lui non è gay, si prostituisce con gli uomini solo per soldi . Mentre ci racconta la sua esperienza, la vita cittadina scorre come sempre, gente che scende dal tram, turisti in visita alla Galleria nazionale d’Arte Moderna e sportivi che fanno jogging .

Tutto nella norma, tutto regolare come la macchina nera che in lontananza arriva. I vetri appannati nascondono l’identità del guidatore ma non quella del passeggero che scende subito dopo. E’ un ragazzo, alto dai capelli scuri. Sale i gradini della scalinata, saluta Aasim . Lo conosce e per questo, Leon questo il suo nome, accetta di parlare con noi.

In Italia da poco, è di origine romena. Dichiara di avere 24 anni ma è chiaro che ne ha a malapena 18. Vive con sua madre, badante in una casa signorile dei Parioli la quale, a suo dire, è all’oscuro di quello che fa per vivere: “Non lo sa ma neanche si chiede da dove arrivino i soldi che le porto. A lei fa comodo non sapere e a me che chieda nulla”.

Gli chiediamo chi l’ha accompagnato e lui: "Uno stronzo impaccato di soldi a cui ho appena fatto un servizietto. Adesso ne arriva un altro, lo conosco è un cliente abituale. Mi porta a casa e la tariffa sale, così per oggi ho finito". Il contrasto fra le sue parole e la sua giovane età è netto ma lui sembra a suo agio in questo ruolo che la vita gli ha imposto di interpretare . Poi vede una macchina ad attenderlo, saluta e sparisce .

La gente? Finge di non vederli. Passano indifferenti e incuranti davanti a loro, come se fossero le stesse, silenziose statue di Villa Borgese. E proprio sotto ad una di esse fermiamo una coppia e Simona dichiara : “Molte volte è impossibile far finta di niente. Ma ormai qui è consuetudine vederli soli, o “all’opera” quello che rammarica è la loro giovane età” . Il ragazzo invece è più duro al riguardo: “ E’ uno schifo e non capisco come mai la polizia non faccia nulla per arginare questo degradante fenomeno” .

 

Ci spostiamo e andiamo alla fermata del tram e riusciamo a fermare qualche passeggero in perenne fretta. La risposta unanime è : “ Sappiamo che ci sono. Li vediamo ma fingiamo per pudore e per paura di pericolose conseguenze di non vedere”. La signora Veronica, ottanta anni appena compiuti, ha le idee più chiare: “ E’ da quando ero ragazza io , dai tempi del grande Pasolini che sti’ giovincelli battono a Valle Giulia e non solo. Passano gli anni ma l’esigenza di soldi facili , no. E per questi poveracci a volte, è l’unica soluzione per sopravvivere. Non mi fa piacere vedere questo degrado ma evidentemente a qualcuno sta bene così”.

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