Avvenire
30 04 2015
La violenza via Internet può essere anche più pericolosa di quella reale. Lo scrive, in una sentenza, la Corte di Cassazione e, purtroppo, lo conferma la realtà.
Respingendo il ricorso di un cinquantenne campano, imputato in un processo per pedofilia per aver compiuto "atti sessuali virtuali" con un minore di dieci anni, i giudici della Terza Sezione penale della Suprema corte, hanno scritto nelle motivazioni della sentenza: "I social network, che piaccia o no, costituiscono una forma di socializzazione che si è affiancata, quando non li ha patologicamente sostituiti, ai tradizionali strumenti con cui si allacciavano e si intrattenevano rapporti interpersonali. ...