Il razzismo sconfitto sul campo

Mondiali antirazzistiRaffaella Chiodo Karpinsky, Comune-info
3 luglio 2017

Ci sono occasioni in cui il divertimento del gioco spiega molte più cose delle parole. Se poi il gioco è quello del calcio, un calcio segnato dallìallegria delle passioni sane e non dai veleni dello show business, diventa facile capire come una manifestazione possa arrivare tranquillamente alla 21.ma edizione con lo stesso entusiasmo della prima volta. Parliamo dei Mondiali Antirazzisti, in programma quest’anno dal 5 al 9 luglio a Castelfranco Emilia, Modena.
Carlo Balestri, responsabile delle politiche internazionali della Uisp, che li ha di fatto inventati, spiega che rappresentano le praterie e non i muri, il gioco e non lo sport di vertice, inteso come competitività e ansia di prestazione, lo spazio dove prevale la voglia e la curiosità di stare insieme invece che la paura dell’’altro.

Dal 5 al 9 luglio a Castelfranco Emilia (Modena) si svolgeranno i Mondiali Antirazzisti. Un appuntamento giunto ormai alla sua 21a edizione vedrà come sempre migliaia di giovani da tutto il mondo. Persone accomunate dall’impegno contro il razzismo e per dell’inclusione sociale attraverso il calcio e lo sport in generale. Una formula che vede i partecipanti ospitati nell’area campeggio affianco alla zona dei campi di gioco. Di questi 14 sono riservati al calcio (oltre 160 squadre già registrate), 1 al basket, 2 alla pallavolo e poi lo spazio per rugby e tanto altro. Dal mattino al pomeriggio si gioca, al tramonto i dibattiti e alla sera tutti ai concerti di gruppi musicali underground. Tra questi Los Fastidios e Shandon.Tre i dibattiti centrali.

Si comincia il 6 luglio con “GOALL: tutt* in campo?”. Rappresentanti di squadre nazionali e internazionali racconteranno il proprio vissuto sportivo e si confronteranno sulla proposta del torneo misto come veicolo di superamento delle barriere e delle discriminazioni del mondo calcistico legate all’’orientamento sessuale, all’’identità di genere e all’’appartenenza socio-culturale.Interverranno Manuela Claysset (politiche di Genere e Diritti UISP), Atletik Dildoa (Turchia) FemSlam (Serbia), Champion Ohne Grenzen (Germania), Rede ExAequo (Portogallo), (ArciLesbica). Il 7 luglio sarà la volta di:”Mediterraneo: Da Mare nostrum a Mare Chiuso” Uno spazio per dare voce alle ONG che a testa alta rispondono agli attacchi nei loro confronti.

Una società civile che con spirito di solidarietà prima di tutto umana e con senso di responsabilità si fa carico del soccorso in mare sostituendo quello che chi dovrebbe farlo non fa più. Testimonianze dalla società civile che genuinamente continua nell’’opera di accoglienza ai rifugiati e richiedenti asilo. Partecipano Stefano Liberti (Internazionale), S.Stilli (AOI), Giovanni Lattanzi (GUS) on.F.Fossati modera M.Romanelli (GVC).

Infine l’8 luglio “Libere/i di Giocare–Europa e rifugiati, iniziative, regole e esperienze di inclusione sociale.” Lo sport, riconosciuto come strumento straordinario di inclusione e integrazione, eppure troppi sono ancora gli ostacoli che rifugiati/e e richiedenti asilo vivono sulla propria pelle quando il gioco si fa “ufficiale”. Esperienze e regole a confronto per l’’inclusione di rifugiati e richiedenti asilo attraverso il calcio.

Campagne e iniziative per chiedere che istituzioni –sportive e non– adeguino le regole che ancora limitano la partecipazione al gioco e a pieno titolo. Partecipano: Alessandra Morelli (UNHCR), Vincenzo Manco (Presidente nazionale della UISP), Fabio Appetiti (Associazione Italiana Calciatori), Davide Drago (campagna We want to play), modera Raffaella Chiodo Karpinsky (Football Against Racism in Europe).

Ma che cos’è che rende così speciale questo appuntamento per chi lo ha già frequentato? Certamente si tratta di una comunità di persone, gruppi, amici entrati in contatto con un’’esperienza che è la casa naturale di un intero mondo fatto di solidarietà e impegno attraverso lo sport. Rifugiati e richiedenti asilo insieme a tanti fra ragazze e ragazzi del variegato mondo del volontariato impegnato nell’accoglienza. Un incontro, di culture, lingue, umanità.

Uno scambio che si esprime senza bisogno di parole, con il gioco. A organizzare l’’evento è da oltre vent’anni la UISP. Carlo Balestri, storico ideatore dei Mondiali, dice: ““I mondiali rappresentano l’’altra parte della luna, del mondo. Una forma di umanesimo che vive un altro modo di stare insieme. I Mondiali rappresentano praterie e non i muri, il gioco e non lo sport di vertice inteso come competitività e prestazione. Insomma è quello spazio dove prevale la voglia e la curiosità di stare insieme invece che la paura dell’’altro.

Qui a governare il mondo è il gioco a misura di tutti. Nessuno escluso”. Carlo sa bene di cosa parla. In tutti questi anni ha seguito e studiato lo sviluppo delle esperienze che grazie allo sport rendono possibile l’inclusione e l’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo a partire dalla sua UISP e al tempo stesso la crescita del razzismo nella società.

Due facce della stessa medaglia dell’Italia di oggi.Da un lato questo mondo del volontariato solidale con consapevolezza e senso di responsabilità cerca di costruire il contatto e l’incontro tra le comunità dei territori e i migranti dei centri di accoglienza. Dall’’altro lato il rifiuto dell’’accoglienza e del tema nella sua dimensione universale.Una dimensione che interroga inevitabilmente l’’Italia e tutta l’’Europa per rispondere a un fenomeno che non può in nessun modo essere temporaneo.

Fuga da guerre, conflitti sociali e crisi ambientali impongono di attrezzarsi per gestire un processo complesso. Ai Mondiali si incontrerà nuovamente quella parte del mondo solidale che pratica già un possibile e diverso modo di misurarsi con l’’era attuale e futura dell’’umanità. Le iscrizioni sono ancora aperte e chi volesse partecipare è benvenuta/o!

Tutte le informazioni su: www.mondialiantirazzisti.org
 
*Board rete FARE (Football Against Racism in Europe)

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Luglio 2017 07:42
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