Altro doveroso ringraziamento a Celestino Tabasso dell'Associazione Stampa Sarda.
Insieme a Monica Pepe di Zeroviolenza e a Tiziana Barucci di Associazione Stampa Romana a condurre il filo del ragionamento questa volta è stato il Dottor Ignazio Cannas psicoanalista dell'Aipsi-Associazione Italiana di Psicoanalisi che già dalle battute iniziali ha avviato una interessantissima riflessione sulle analogie e sulle specificità delle due professioni, del giornalista e dello psicoanalista.
“L’identità si costituisce fra biologia e ambiente. Il sé è primariamente corporeo (noi siamo il nostro corpo) e si costruisce attraverso le identificazioni con la madre e le figure genitoriali che trasmettono a loro volta, in maniera in parte inconscia, i valori sociali. La sua doppia origine può essere fonte di conflitti", così ha avviato la giornata Ignazio Cannas.
L'incontro ha fornito una grande varietà di suggestioni e di riflessioni sulla ricerca della verità, punto comune e irrinunciabile dello psicoanalista, che interpretando propone un'idea veritiera del funzionamento del paziente, e del giornalista che informando facilita nelle persone la formazione di proprie idee e giudizi più meditati e consapevoli.
Uno dei temi trattati è stato la forza evocativa dell'immagine visiva, capace di muovere livelli affettivi, corporei e cinetici, confrontata con il linguaggio informativo e riflessivo che agisce maggiormente a livelli cognitivi e logici. Dei due modi differenti di comunicare sono stati considerati rischi e vantaggi.
E ancora, si è discusso di come si forma il pregiudizio; come è possibile costruire una posizione di neutralità partendo dall’ascolto di quanto avviene dentro di noi e dal riconoscimento delle differenze; la differenza tra verità storica e verità psichica; la costruzione dei confini del sé e della propria identità; come nasce l'identità di genere e le neoidentità (transgender); la violenza all’interno della coppia amorosa, l’amore molesto, la collusione fra i membri della coppia e la rottura del patto inconscio come momento possibile di espressione della distruttività.