CUCCHI, INDAGATI ANCHE I MEDICI

lastampa.it
13 11 2009


 
I medici non avrebbero curato bene Cucchi. Ieri sera sei di loro sono stati ascoltati dalla Commissione d'inchiesta in Senato. Nella foto i genitori e la sorella di Stefano Cucchi.
Il cadavere di Cucchi sarà riesumato
 
 
Dalla procura 10 avvisi di garanzia. E spunta un secondo testimone del pestaggio
FULVIO MILONE


ROMA
Violenza, superficialità e sottovalutazione hanno scandito l’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, arrestato nella notte fra il 15 e 16 ottobre e morto la mattina del 22 nella sezione per detenuti dell’ospedale romano «Sandro Pertini». Violenza, quella del pestaggio subito dal detenuto. Superficialità e sottovalutazione, quelle che stanno emergendo dalle indagini sui medici che hanno avuto in cura il detenuto già debilitato dall’epilessia e dalla droga. I sostituti procuratori della Repubblica Vincenzo Barba e Francesca Loy firmeranno nelle prossime ore una decina di avvisi di garanzia. Fra i destinatari tre agenti della polizia penitenziaria già iscritti nel registro degli indagati e almeno tre medici del Pertini. Per i primi il reato ipotizzato è l’omicidio preterintenzionale, reato che potrebbe essere ridimensionato a quello di lesioni se gli accertamenti in corso dovessero escludere un legame fra le percosse e la morte di Cucchi: ipotesi, questa, probabile perché a quanto pare i primi risultati degli esami medico-legali escludono che i colpi inferti siano stati letali. L’inchiesta sulle percosse coinvolgerebbe anche i carabinieri che arrestarono Cucchi la notte del 15 ottobre e lo accompagnarono il giorno dopo in tribunale per l’udienza preliminare.

Per quanto riguarda i medici si profila l’omicidio colposo: non avrebbero curato adeguatamente Stefano. Ieri 6 sono stati ascoltati dalla commissione d’inchiesta sul servizio sanitario, in Senato. Il presidente Ignazio Marino ha deciso di secretare gli atti. Si sa che le dichiarazioni dei medici sono state discordanti soprattutto per quanto riguarda le lesioni subite dal detenuto.

L’inchiesta sulla morte di Cucchi sembra a una svolta. I sostituti procuratori Vincenzo Barba e Francesca Loy hanno raccolto diverse testimonianza su quanto è accaduto nei sotterranei del Palazzo di giustizia la mattina del 16 ottobre, quando Cucchi fu portato in una delle camere di sicurezza prima e dopo l’udienza di convalida del fermo. C’è il racconto di un detenuto, di origine africana, che sostiene di avere assistito al pestaggio dallo spioncino della sua cella. Ma la ricostruzione fa acqua, per molti versi è inattendibile. Al testimone, però, se ne è aggiunto un altro, anch’egli un detenuto: pure lui sostiene di avere assistito all’aggressione, ma ha raccontato cose diverse. Insomma, le versioni sono decisamente discordanti.

Ma i magistrati hanno fra le mani altri elementi utili per chiarire questa brutta storia. C’è soprattutto il breve racconto di un agente di custodia, che ha riferito ai pm uno scambio di battute fra un detenuto e Cucchi durante il trasferimento dal tribunale al carcere di Regina Coeli. Il primo, dopo aver visto il viso segnato e gonfio di Stefano, gli disse: «Ma ti sei fatto menare?». Risposta di Stefano: «Guarda che mi hanno fatto ieri sera». Attenzione: «Ieri sera», cioè il 15 ottobre, quando Cucchi fu arrestato dai carabinieri.

Il caso Cucchi rischia di creare pericolose tensioni e strumentalizzazioni. Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, dopo avere avanzato nei giorni scorsi l’ipotesi che Stefano non sia morto a causa del pestaggio ma per le sue precarie condizioni di salute, ha ricevuto sul cellulare degli sms con minacce di morte. «Gli esprimo totale solidarietà - ha detto Berlusconi - le minacce sono un inaccettabile imbarbarimento».


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