Margarita che avrebbe quarant'anni

Pubblicato in Il Racconto
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da Lipperatura
23 ottobre 2012

Alle 11 Carmela Petrucci verrà sepolta. Nelle cronache, è già quasi dimenticata, o lo sarà in una manciata di ore. Noi antidemocratici, che abbiamo la pretesa di chiedere interventi a quel che resta del ministero delle Pari Opportunità, ricorderemo. Intanto, comincio a pubblicare gli interventi che stanno arrivando (la mail è sempre quella: loredana.lipperini at gmail.com) sul femminicidio. Anche di chi, come Hottanta, non ama il termine. Ecco quel che mi ha scritto.

Non amo la parola femminicidio, la trovo discriminante proprio perchè include in sè la parola femmina, parola gravida come le femmine devono esserlo. Perché allora non decliniamo omicidio in donnicidio? Oggi riflettevo su questo ennesimo delitto, che mi ha colpita ancor di più perché compiuto nella mia città di origine e anche perché l’assassino è un giovane, faccia pulita, ma evidentemente nella sua cultura è incistato il “sei mia per sempre”.

Questo fa paura, non si tratta di un cinquantenne, di qualcuno di cultura diversa dalla nostra, no, è un giovane di buona famiglia (così pare), ma evidentemente ciò che permea i nostri ragazzi è atavico, e non lo abbiamo ancora capito. L’assassinio di Carmela ha fatto rivenire a galla nella mia memoria un episodio analogo e terribile, che evidentemente avevo voluto rimuovere. Ora, qui, la voglio ricordare: Margarita. Anche lei uccisa a coltellate da un Pedro ingelosito, nella cucina della sua casa inglese.

Margarita era una conoscente di una mia cara amica spagnola. Eravamo insieme all’università in Gran Bretagna. Margarita era lì per un semestre, ma Pedro ha deciso per lei. Lui credo che sia ancora in carcere, lei non ha avuto scelta. Margarita, Carmela. Margarita oggi avrebbe quarantanni. Ricordo il suo sorriso, quasi con la vergogna di chi è sopravvissuto.
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