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Il Commento

da ArciLesbica
27 febbraio 2011


L'uomo che sta facendo di tutto per tenerci fuori dall'Europa e inchiodati ai carri di carnevale di mezzo mondo, cercando di ripulirsi le vesti di fronte ad un pubblico di sedicenti difensori dei valori cattolici ha assicurato che mai sotto il suo governo ci potremo sposare o potremo adottare. Lo sapevamo e il suo ribadirlo non ci impressiona. Sappiamo anche che il signore in questione non ce l'ha con noi.
La sua confidenza con Capezzone, Mora, Signorini, l'invito di compiacenti ragazzi gay a feste private in qualità di giocattoli sessuali per i suoi ospiti, l'apprezzamento di giochi pseudo-lesbici lo prova largamente.

Arcilesbica Associazione Nazionale non può ignorare la gravità delle affermazioni rilasciate da Mons. Rigon, vicario giudiziale della diocesi genovese, in merito ad omosessualità e matrimonio.
Per costui l'omosessualità è un problema da estirpare ai primi sintomi con la psicoterapia. Ha inoltre aggiunto che la terapia riparativa è accessibile presso un consultorio di fiducia della diocesi e riscuote successi, incoraggiando un intervento precoce, prima che l'omosessualità "si incancrenisca".

IL VERO FLAGELLO

  • Giu 08, 2010
  • Da
di Nicoletta Buonapace

I numerosi episodi di violenza che si sono succeduti a danno di persone omosessuali e transessuali, mi sembra siano un fenomeno in linea con questo tempo che non ha certezze, non sa dare né porre domande di senso alla vita, un tempo in cui il valore è dato dalle apparenze, la ricchezza, il farsi da soli, l’arroganza e la mancanza di scrupoli, forme di un vivere sociale che ha come modello di relazione sia politica che umana l’urlo, lo sproloquio, il controllo paranoico, l’incapacità di mettersi in discussione, il bisogno di proiettare sull’altro/a il male, la colpa e di dominarlo.
di Lea MelandriGli altri
23 novembre 2012
 

La separazione dalla vita è inscritta nell'atto di nascita della politica come governo del mondo, che l'uomo ha assegnato a se stesso riservando alla donna la cura dei figli e della famiglia. Eppure, neanche lo sfacelo di istituzioni create dalla modernità sotto la spinta di forze democratiche e movimenti partecipativi dal basso, sembra aver incrinato la maschera ferrea della "neutralità" che ha tenuto finora il potere maschile al riparo dell'assunzione di consapevolezza e sguardo critico rispetto alla propria storia.
 
 
di Luisa Betti, Women's Humans Rights
26 marzo 2012

Ma che titolo è “Amore criminale” per una trasmissione se poi si tratta di una donna che viene uccisa dal partner? Oltre alle perplessità sul titolo, la trasmissione in onda in su Raitre – che non è nuova ma che nel passato era stata condotta da Camila Raznovich che aveva almeno il piglio della conduttrice attenta – è oggi condotta da un’attrice, Luisa Ranieri che, al di là della buona volontà, non ha certo un’impostazione sul tema né tantomeno la capacità di introdurre lo spettatore in un incubo come quello della violenza di genere e del femmicidio.
di Giuseppe De Marzo, L'Unità
2 dicembre 2011

Un'aria torrida ci avvolge appena arrivati a Durban, Sudafrica. Nella città che ospita la Cop17 sul clima, gli effetti delle mutazioni climatiche sono una realtà con cui convivere per i 3,5 milioni di abitanti ammassati nel principale petrolchimico africano. In Sudafrica, uno su due è povero ed uno su sei vive negli slum. [...] In Africa i poveri pagano due volte il prezzo della crisi: la prima perché non accedono ai servizi minimi e la seconda perché colpiti più di tutti dagli sconvolgimenti climatici.
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AMINA E' LIBERA!

  • Giu 14, 2011
  • Da
da Infoaut, 12 giugno 2011

Amina, la blogger autrice del sito “a gay girl in Damascus” ha firmato il suo ultimo articolo: Tom Mac Master. Scusandosi con i lettori e stupendosi per l'attenzione che la storia narrata sul blog ha ricevuto dall'opinione pubblica mondiale chiude dichiarandosi “profondamente toccato dalla reazione dei lettori”.
Finisce così la storia di Amina che era stata rapita giorni fa dalle forze del regime siriano e si conclude un nuovo atto dell'information guerrilla (più o meno consapevolmente agita da Tom Mac Master) nel contesto della rivoluzione araba.
di Lea Melandri, Gli Altri
27 maggio 2011


Il denaro, la fama, l'esercizio di un prestigioso ruolo istituzionale, possono spiegare la liceità di scelte sregolate, il piacere del rischio, il mercanteggiamento di favori erotici, eccessi degni di un salutano più che di un funzionario di Stato. Ma di fronte a una aggressione sessuale viene da chiedersi se non sia proprio quel potere socialmente riconosciuto a subire un contrattacco clamoroso. Il sesso parla evidentemente un'altra lingua, e i legami che pure ci sono con la politica non riescono mai del tutto ad occultarla. Se lo stupro come sappiamo, accomuna uomini ricchi e poveri, famosi e sconosciuti, viziosi incalliti e onesti padri di famiglia, vuol dire che la trasversalità va ne oltre l'appartenenza alla destra e alla sinistra, a una determinata cultura e classe sociale.
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di Loredana Lipperini, Lipperatura
1 aprile 2011


Ha ragione Laura Albano. C’è qualcosa che non torna nella presa di posizione di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, nel lancio della petizione per la chiusura dei siti pro-Ana, ovvero quei blog dove, da anni, le ragazze anoressiche si scambiano consigli per perseverare nella propria decisione. C’è qualcosa che non torna, certo. Perchè quel che sta avvenendo in queste settimane mi ricorda molto la famigerata dichiarazione di un’altra direttrice, quella di un magazine per teen-agers, che, rimproverata a proposito della gigantesca confusione di argomenti e di target del suo giornale (recensione di libri per bambine accanto a consigli per la perfetta fellatio), ribatteva: “così fan tutti”. Ovvero, la televisione parla di sesso, perchè noi no?
di Giancarla Codrignani (domani, 13 dicembre 2010)

Tre parlamentari non sanno, perché sono prossime alla maternità, se potranno partecipare a una di quelle votazioni che un tempo il PCI segnalava come “senza eccezione alcuna”. Montecitorio (e ancor più il Senato) è fabbricato per escludere le donne. Pensate che le toilettes dei maschi sono a piano terra, ristrutturate anni fa con marmi del Portogallo; quelle femminili sono, dietro l’aula, vi si accede per una scaletta ricurva e sono ambientalmente spartane.

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Zeroviolenza è un progetto di informazione indipendente che legge le dinamiche sociali ed economiche attraverso la relazione tra uomini e donne e tra generazioni differenti.

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