Gianpaolo Visetti, La Repubblica27 aprile 2015
I morti e i feriti restano distesi per
strada. Quanti sono nessuno lo sa. Non c'è combustibile per cremare i
corpi, avvolti in lenzuoli bianchi. Gli ospedali rischiano di
crollare: i medici avvertono che le medicine sono finite. I
bambini la fanno accanto ai malati, incapaci di muoversi. Mancano elettricità, acqua, cibo, benzina, internet. Non ci sono notizie né
speranza.
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