L'Appello

Migranti Africa30 giugno 2017

"L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo". Scriveva già decenni fa Alex Langer. Con questa stessa frase nel 2015 si chiamarono a raccolta le forze sane di questo paese per fermare la strage di migranti in mare. Ma le stragi sono continuate, anche nell’indifferenza.
Muri e migrantiRete Femminista "No muri, no recinti"
22 aprile 2016

Lettera aperta alle donne che vogliono un altro genere di Europa
Il 25 aprile festeggeremo come sempre l’anniversario della Liberazione. Ma in quale liberazione oggi possiamo riconoscerci come cittadine europee?
Da mesi un nuovo equilibrio si è stabilito a Roma. Un equilibrio che supera le istituzioni democratiche e applica attraverso la gestione prefettizia le ricette decise dal governo Renzi e dall'Europa. Il Dup (Documento unico di Programmazione) firmato da Tronca è un concentrato di queste misure: imposizione di tagli lineari, privatizzazione dei servizi, alienazione del patrimonio pubblico sacrificando sull'altare del debito di Roma Capitale i beni, gli spazi e i servizi pubblici della città. Un documento che lascia pochi margini di manovra a chi si candida a governare Roma e poche speranze ai romani sempre più privati di servizi essenziali.

Il Dup rappresenta bene la gabbia di una città incastrata fra una politica istituzionale clientelare e corrotta incarnata dalle giunte degli ultimi anni, e la trappola dell'obbedienza cieca al patto di stabilità. Una gabbia che non lascia spazio alla democrazia, ma che al contrario traduce la fase di eccezionalità, iniziata con Gabrielli a seguito dello scandalo di Mafia Capitale, in fase di normalizzazione dell'era Tronca.

Il risultato è una città governata da un gruppo di prefetti i quali, protetti dalla loro veste di "tecnici", hanno il compito di applicare il principio di austerità senza se e senza ma, sancendo la priorità dei vincoli di bilancio rispetto alla garanzia dei diritti fondamentali.

L'imposizione incondizionata di sacrifici imposti ai lavoratori ed alle lavoratrici delle aziende partecipate di Roma Capitale con il conseguente blocco della contrattazione, le minacce di inutili privatizzazioni con contestuale licenziamento di migliaia di lavoratori precari come nel caso di educatrici, maestre, lavoratori dell'accoglienza e dei canili comunali, il lavoro notturno non più retribuito, la negazione sia del riconoscimento della clausola di salvaguardia sociale che l'accesso alla cassa integrazione sono gli esempi più lampanti della pericolosa precipitazione della gestione Tronca.

Tutti ciò mentre nello stesso DUP si certifica una carenza di personale pari ad 8.000 unità e gli organi di stampa conducono una campagna denigratoria nei confronti dei lavoratori capitolini, ATAC ed AMA in primis, tacciandoli di "fannullaggine".

Ma siamo certi che la città sia d'accordo con questa linea? E' davvero inevitabile sacrificare servizi e diritti conquistati in anni di lotte, per gettare qualche moneta nel pozzo nero del debito di Roma? E questo debito, siamo sicuri sia davvero un dogma intoccabile? Tante realtà diverse si stanno ponendo le stesse domande, alcune di queste si incrociano e si confrontano, altre non si conoscono ma scoprono di parlare la stessa lingua.

Le centinaia di sfratti per morosità incolpevole, le minacce di sgomberi per spazi romani, che colpiscono non solo centri sociali e le occupazioni abitative, ma associazioni, coworking, comitati, e tante altre micro-realtà, stanno suscitando una risposta che passa per partecipatissime assemblee, come quella ad Esc a fine gennaio, e come le ultime riunioni cittadine a casale Falchetti. Da questi momenti di confronto è sempre più forte l'esigenza di mettersi su un piano della discussione globale, che sia in grado di leggere la complessità della sempre più drammatica situazione che la città di Roma soffre.

Sappiamo bene che gli attacchi ricevuti sono in totale continuità con i processi attivi sulla metropoli e, per questo, crediamo sia necessario imporre una svolta al pericoloso tentativo di "riscrittura" della nostra città. Una svolta che vede negli sgomberi e nei tagli dei servizi due facce della stessa medaglia. Una svolta che riguarda tutte e tutti: da chi fa politica attiva nei territori, a chi semplicemente si muove con i mezzi pubblici o manda i propri figli ai nidi comunali.

In assenza totale di spazi di democrazia, il rischio di essere schiacciati da un "tallone di ferro" che impone la finanziarizzazione della metropoli è una questione che deve essere affrontata collettivamente. C'è bisogno di una risposta cittadina, ampia e partecipata, che possa aprire nuovi spazi decisionali e nuovi conflitti, contro la cappa prefettizia e giubilare e che dica chiaramente che #RomaNonSiVende.

Tronca deve essere bloccato e l'emendamento del DUP e del bilancio di previsione di fine Marzo ribaltato. E', a nostro avviso, necessaria una risposta visibile, che sfili nelle strade della capitale con tutte e tutti coloro che vogliono una Roma diversa, mentre Tronca e i suoi tecnici scorrono i tasti sulla calcolatrice della vendita delle nostre vite.

Coscienti che un percorso di questa portata ha bisogno di ulteriori momenti di confronto dove auspichiamo continuino a convogliare le tante realtà in lotta che fanno di Roma una città che non si arrenderà facilmente all’arroganza della finanza e delle politiche economiche europee ed internazionali; per un percorso che non sia tra "addetti ai lavori", ma nel quale ogni cittadino si senta coinvolto, per un percorso partecipato, espansivo e, soprattutto in divenire, promuoviamo tutti insieme gli spazi sociali, il sindacalismo di base e conflittuale, i movimenti per il diritto all'abitare, le cooperative sociali, le realtà dei lavoratori autorganizzati, i comitati di quartiere una manifestazione cittadina per il 19 Marzo. Perché non vogliamo farci s-Troncare, ma vogliamo vivere in una città in cui fioriscano i diritti!

Il Dup S-Tronca Roma, stronchiamo il DUP insieme

#RomaNonSiVende
Corto Circuito
9 febbraio 2016

Le notizie che si stanno diffondendo di una forte azione repressiva tesa a chiudere significative esperienze di aggregazione sociale e culturale nella città di Roma costituiscono una fonte di preoccupazione per chiunque abbia a cuore la vita democratica del paese.
Migranti accoglienzaQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
6 gennaio 2015

Nelle ultime settimane sono arrivate a Palermo, ma anche a Catania e in altre città della Sicilia, decine di persone provenienti da Mali, Gambia, Pakistan, Somalia, Eritrea, Nigeria, con in mano solo un decreto di respingimento differito
Lotta all'AIDS5 dicembre 2015

Signor Presidente,
come associazione di volontariato oggi ci rivolgiamo a Lei chiedendo un suo intervento per riportare sotto la giusta luce la questione HIV che in Italia è da tempo uscita dall'agenda delle priorità
La crisi sociale e ambientale che viviamo in Europa da molti anni ha prodotto effetti drammatici di lunga durata. Non bastano annunci di ripresa o qualche dato economico in controtendenza, ma sono necessarie risposte inedite, radicali e coraggiose.

Le Officine ex-RSI (manutenzione dei treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione. Il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale, che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.

Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un'esperienza innovativa di economia collaborativa a Roma e nel Lazio. Eliminando ogni relazione verticale, operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono e mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Attraverso l'intreccio di competenze prende piede il progetto di riconversone produttiva, all'insegna del riuso e della sostenibilità ambientale. Vengono recuperati gli spazi, ripristinati i macchinari e, grazie a ciò, attivate le officine di riparazione e upcycling, uno spazio di coworking per freelance e professionisti atipici, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare.

Il riuso, la trasformazione, la rottura dello schema tradizionale prodotto-consumo-rifiuto sono l'anima del progetto di riconversione, in linea con le nuove indicazioni strategiche europee in materia di prevenzione ambientale ed uso efficiente delle risorse. Questo fa di OZ- Officine Zero un prototipo innovativo di riconversione produttiva ed ecologica, riconosciuto e studiato a Roma e in molti paesi del mondo, grazie alla fitta rete di realtà incontrate in campo lavorativo, istituzionale e accademico e grazie al sostegno dei movimenti sociali che lo accompagnano dalla nascita.

Un'esperienza che rischia di chiudersi.

La curatela fallimentare ha infatti messo in moto le procedure che, dopo il 15 novembre 2015, porteranno all'asta dei beni mobili e immobili, con il rischio che un enorme patrimonio di questa città venga svenduto, senza alcuna tutela dell’area e del lavoro. Per questo OZ-Officine Zero ha bisogno di mobilitazione e sostegno immediato da più parti.

Facciamo dunque appello alla società civile, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai movimenti, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni. Chiediamo con forza alle Istituzioni (Regione Lazio e Roma Capitale in primis) di dare continuità agli impegni presi finora, scongiurando lo sgombero, tutelando il futuro occupazionale dei lavoratori e sostenendo il progetto di riconversione.

Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la praticabilità di un'alternativa concreta alla crisi: attraverso la cooperazione e il mutualismo si può produrre occupazione, per combattere la povertà, la speculazione edilizia e la devastazione ambientale.

Per adesioni e info:

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www.change.org/p/roma-enti-locali-oz-officine-zero-non-si-chiude-con-l-asta

PRIMI FIRMATARI:

Mario Agostinelli (Esperto di energia, ex-dirigente ENEA) - Fabio Alberti (Direttore di Un Ponte Per) - Giso Amendola (Docente di Sociologia del diritto presso l'Università di Salerno) - Association pour l'autogestion (France) - Dario Azzellini (Johanes Kepler Universitat Linz) - Andrea Baranes (Economista, Fondazione Banca Etica) - Piero Bernocchi (Portavoce Nazionale COBAS) - Marco Bersani (Attac Italia) - Bruno Cartosio (Docente di storia dell’America del Nord all’università di Bergamo) - Alberto Castagnola (Economista) - Maurizio Cavalieri (Presidente dell'Associazione Operatori del Mercato di Porta Portese) - Carlo Cellamare (Docente di urbanistica, La Sapienza) - Chef Rubio (Artista) - Cooperativa Textil Pigue (Fabbrica recuperata, Argentina) - Coordinamento degli Spazi Collaborativi della Città Metropolitana di Roma (rete coworking, roma) - Luigi Corvo (Docente do Economia delle aziende non profit e delle imprese sociali, Università di Torvergata) - Marina Crialesi (Attrice) - Giuseppe De Marzo (Libera Contro le Mafie) - Marica Di Pierri (Associazione A Sud) - Alessandra Di Pietro (Sceneggiatrice) - Enzo Di Salvatore (Costituzionalista, università di Teramo) - Roberto Ditta (Fotografo) - Don Pasta (Artista) - Daniele Gaglianone (Regista) - Garrincha Dischi, (Etichetta discografica) - Elio Germano (Attore) - Augusto Illuminati (Docente di Storia della Filosofia Politica, Università di Urbino) - Augusto Lacala (Presidente della Rete Nazionale Operatori dell'Usato) - Maurizio Landini (Segretario generale FIOM) - Sara Lorenzini (Attrice) - Michele Luminati (Direttore Istituto Svizzero) - Raniero Maggini (Presidente di Occhio del Riciclone ) - Rossella Marchini (Architetto) - Ugo Mattei (Docente di diritto civile all'Università di Torino) - Sandro Mezzadra (Docente di storia delle dottrine politiche, Università di Bologna) - Eduardo Murua (IMPA, Movimiento nacional de empresas recuperadas) - Paolo Napoli (Directeur d'études à l'EHESS – Paris) - Martina Pignatti (Presidente di Un Ponte Per) - Giovanna Ricoveri (economista, teorica dei beni comuni) - Ri.Maflow (Fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio) - Gianni Rivieccio (Produttore) - Andres Ruggeri (Facultad Abierta, Università di Buenos Aires) - Italo Sabetta (Regista) - Enzo Scandurra (Urbanista) - Sara Serraiocco (Attrice) - Marina Sitrin (City University New York) - Antonello Sotgia (Urbanista) - Lo Stato sociale (Band Musicale) - Ivan Stomeo (Sindaco di Melpignano) - Riccardo Troisi (docente dell'Universidad coopertiva de Colombia; comune.info) - Guido Viale (Economista) - Paolo Virno, (Docente di filosofia del linguaggio, Roma 3) - Tonino Zangardi (Attore) - Zerocalcare (Fumettista) - Davide Zurolo (artista) - Wu Ming (collettivo di scittori)

ASSEMBLEA PUBBLICA A SOSTEGNO DI OZ-OFFICINE ZERO
Giovedì 26 novembre, ore 18.00

Il progetto di Oz - Officine Zero è a rischio

Il meccanismo dell'asta fallimentare si è definitivamente messo in moto e il rischio di chiusura è imminente.

Officine Zero nasce come risposta alla crisi delle Officine ex-RSI, che per quasi un secolo hanno lavorato alla manutenzione dei treni notte. Occupate nel 2012 dagli operai in cassa integrazione, il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale, che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.

Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un'esperienza innovativa di economia collaborativa, in cui operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono, mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Officine di riparazione, riuso e upcycling, uno spazio di coworking, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare. Tutto questo e molto altro è Oz-Officine Zero, una fabbrica recuperata e riconvertita, aperta alla città e ai movimenti.

Oggi tutto questo è a rischio ed è arrivato ad un momento di svolta. Dopo la recente vendita della filiale di Lecco della ex RSI, i tempi si sono bruscamente accelerati, i beni della società sono sottoposti a procedimento fallimentare in attesa di asta. Per anni la situazione è rimasta in stallo, senza prospettive di reintegro per gli ex-operai, senza un orizzonte produttivo per le officine, con il rischio di una speculaizone alle porte.

Oggi Oz-Officine zero ha bisogno del sostegno di tanti. Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la possibilità di un'alternativa concreta alla crisi. In una città commissariata, con un sindaco destituito dall’alto, dove continuano a governare poteri forti e passioni tristi, dove la privatizzazione avanza e la precarietà è la regola, dove ogni progetto innovativo dal basso viene ostacolato, è tempo di alzare la testa e di mettere in comune i frammenti più vivi.

Per questo vi invitiamo a partecipare giovedì 26 novembre ad una ampia assemblea pubblica in cui a partire dal progetto e dall’attuale emergenza di OZ - Officine Zero vorremmo costruire collettivamente un dibattito di più ampio respiro che si interroghi sulle trasformazioni che investono il mondo del lavoro, le città e la vita stessa delle persone.

Assemblea 26.11, Evento FB: www.facebook.com/events/1926465484244821/


Fahrenheit 451Loredana Lipperini
8 luglio 2015

Questo è un appello.
Un appello agli scrittori e alle scrittrici di Venezia.  A Tiziano Scarpa, che è già giustamente intervenuto sulle ulteriori offese che vengono dal sindaco Brugnaro nei confronti dell'editoria per ragazzi.
La città dei bambini nella mente degli adulti. Differenze e integrazioneScosse
16 giugno 2015

In questi giorni sui social network e su whatsapp è stato diffuso da insegnanti di religione e genitori cattolici un messaggio allarmistico sulla salute psicofisica dei bambini e delle bambine
Diritto-alla-cittàRete per il Diritto alla Città
16 giugno 2015

Dagli spazi sociali l'appello alle Reti solidali per costruire una grande assemblea il 20 giugno (ore 17). Un confronto pubblico sulla città e sulle vite di chi la abita, che oggi più che mai ci dobbiamo riprendere. 

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