lettera 43
22 2 2011
In Usa, una legge vuole controllare gli aborti spontanei.
di Giorgia Rozza
Membro repubblicano dell’assemblea dello Stato della Georgia, Bobby Franklin è da sempre uno dei politici più conservatori del suo partito, convinto che il governo degli Stati Uniti debba ispirarsi non solo ai dettami costituzionali ma anche a quelli biblici.?DA VITTIMA AD ACCUSATRICE. Proprio lui, citando l’Antico testamento, ha definito l’omosessualità un’offesa capitale e ha proposto di mutare, nel linguaggio penale, l'espressione rape victim, «vittima di violenza carnale», in rape accuser «accusatrice di violenza carnale». Anche chi subisce i reati di stalking o di violenza familiare - e sono soprattutto donne - sarà considerato un accusatore e non una vittima.?Gli oppositori di Franklin affermano che il significato intrinseco della sua proposta non è certo solo semantico ma mira a scoraggiare la denuncia di questi delitti e affonda le radici in una misoginia che si rivela di giorno in giorno sempre più radicata. Basti pensare all’ultima pensata politica di Franklin: una proposta di legge che consente la formazione di una nuova autorità chiamata probabilmente Uterus Police, Polizia uterina.?INDAGARE SULL'ABORTO. Gli agenti di questo nuovo corpo dello Stato dovrebbero verificare che gli aborti spontanei non siano in qualche modo indotti e voluti dalla donna. Se quest’ultima non riuscisse a fornire una spiegazione convincente sulla spontaneità dell’aborto, il nuovo corpo di polizia potrà indagare presso parenti e amici.?La legge prevede che ogni aborto spontaneo venga annotato in un certificato, sia che accada in ospedale sia in un luogo dove non vi sia assistenza medica. Visto che una gravidanza su cinque termina con un aborto spontaneo, il lavoro sarà cospicuo e visto che la maggior parte degli aborti spontanei avviene senza preavviso e senza una motivazione che possa compiacere la giurisprudenza, la legge proposta da Franklin sa di persecuzione statale nella vita privata delle donne.
Martedì, 22 Febbraio 2011