THE INDEPENDENT

(clicca per ingrandire)

Charlotte McDonald-Gibson, The Indipendent

18 settembre 2013

Gay, lesbian and transgender people face shocking levels of violence, discrimination and abuse across Europe, with gaps in EU and national legislation robbing them of justice and creating a climate of fear, a new report by Amnesty International says.
The Indipendent
05 03 2013

The number of children being held in detention for immigration purposes more than doubled in a month, the latest official figures have revealed.

Despite the coalition government claiming to have ended the detention of children of asylum-seekers, Home Office figures show that 31 were held under Immigration Act powers in December last year, compared with 14 in November.

Last year, the Deputy Prime Minister, Nick Clegg, announced that the Government was proud to have ended child detention, a Lib Dem manifesto promise, which soared under the Labour government. But the new figures, the latest that are available, cast doubt on the pledge.

The 31 in December include 12 aged under five, 11 aged between five and 11, six aged 12 to 16, and two aged 17. The majority were held at Cedars, which is classed as "pre-departure accommodation" near Gatwick Airport, while some were held at Tinsley House, an immigration removal centre near by. One child was held at Yarl's Wood, the controversial centre that was supposed to have been closed by this government.

Labour's immigration spokesman, Chris Bryant, said: "Nick Clegg simply isn't telling the truth when he says that child detention has ended. I don't know what he's trying to take credit for."

A Home Office spokesman said: "While we prefer families with no right to be here to leave voluntarily, and offer support to help them do this, it is sometimes necessary for families to stay in our pre-departure accommodation prior to removal. This is done as a last resort."

Per combattere l'AIDS occorre vincere l'omofobia

Il Grande Colibrì
16 10 2012


Ci sono compleanni che sarebbe bello smettere di festeggiare. E' il caso delle prime diagnosi di HIV/AIDS, che risalgono a trent'anni fa, quando - per lungo tempo - si diffuse la credenza che il contagio colpisse principalmente gli omosessuali. Solo negli Stati Uniti, in questi trent'anni, circa 600mila persone sono morte di AIDS e circa il doppio vive oggi con il virus HIV (Huffington Post). E il tasso di contagio rimane allarmante, specie tra la popolazione nera e i latinos, più restii ad usare le adeguate protezioni e a testare la propria salute (FoxNews).

Ma se il virus, ancorché combattuto e in molti casi reso curabile, continua a prosperare - specie in alcune realtà - si deve anche e soprattutto alla grettezza e all'inettitudine di alcuni governi. L'omofobia, per esempio, è tra i migliori alleati del contagio: lo dice con chiarezza Michel Sidibé, presidente di UNAIDS, il programma affiliato alle Nazioni Unite per la lotta alla diffusione di HIV e AIDS. "In molti paesi del mondo le leggi e le pratiche punitive contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender continuano a bloccare una risposta efficace all'HIV. E' essenziale riunirsi, parlarne per sostenere insieme la revisione di queste leggi" afferma Sibidé, osservando che molti dei 79 stati che ancora discriminano le persone omo, bi o transessuali negano anche l'accesso alle cure sanitarie (Têtu).

Naturalmente sono in molti a combattere per l'uguaglianza, anche se in alcuni paesi questo può essere estremamente rischioso. David Kuria Mbote, per esempio, in quanto primo candidato alle elezioni apertamente gay in Kenya, sa che, oltre al suo programma, anche la sua stessa identità può mettere a repentaglio la sua incolumità, ma sa anche che l'attenzione mondiale suscitata dalla sua decisione a mettersi in corsa per un seggio al senato di Nairobi è ciò che lo può meglio proteggere, in uno stato che punisce con il carcere anche solo la dichiarazione di omosessualità (Il grande colibrì).

Conscio del fatto che le politiche attuali hanno fatto salire tra gli omosessuali il contagio del virus HIV al triplo della popolazione eterosessuale, Mbote propone un programma di equità di diritti che è il presupposto per combattere la diffusione del virus, anche se il suo progetto non è limitato alle questioni sanitarie e di diritti ma affronta anche gli aspetti economici che tengono oggi metà della popolazione al di sotto della soglia di povertà, malgrado esistano anche ricchezze e potenzialità nel paese (Indipendent).

Per combattere il virus una buona azione di governo può anche essere quella di diffondere medicinali a costi sostenibili: è quello che ha fatto, senza clamore, il governo indonesiano, che ha autorizzato l'accesso ai brevetti di sette medicinali utilizzati nelle terapie di contagio del virus HIV e dell'AIDS, ponendo così le condizioni perché la popolazione possa acquistare tali principi attivi (Reuters).

Naturalmente si può anche credere al presidente del Gambia Yahya Jammeth, che sostiene di aver curato e guarito con una ricetta segreta a base di erbe una settantina di malati, vincendo così il virus e paragonandosi in qualche misura a Maometto che aveva fatto vincere e affermare l'Islam (Reuters). Certo non sarebbe male, se fosse vero: ma perché allora tenere segreto questo rimedio? Forse per applicarlo solo a chi ne è degno? O forse perché questo rimedio è giusto uno specchietto per le allodole, per nascondere l'omofobia di stato che punisce anche il semplice coming out con il carcere fino a quattordici anni (Il grande colibrì)?


Editoriale del quotidiano finanziario britannico: "Rifiuta ogni critica indipendente"?L'Independent: se il premier può "mentire così spudoratamente", il Paese è a rischio

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

 

LONDRA - "Un pericolo" per l'Italia. Due grandi giornali inglesi, il Financial Times e l'Independent, usano stamane la stessa espressione parlando di Silvio Berlusconi, alla luce delle vicende che hanno recentemente coinvolto il primo ministro e del suo rifiuto di rispondere alle domande che gli ha posto "la Repubblica".

 

Dopo i numerosi servizi dei corrispondenti da Roma della stampa britannica, e due editoriali molto critici verso Berlusconi apparsi sul Times di Londra, quotidiano filoconservatore, e sul Guardian, quotidiano filolaburista, oggi a occuparsi del caso sono il quotidiano della City, considerato l'organo di informazione più autorevole d'Europa, e l'Independent, che dedica alla questione un ampio ritratto del premier italiano su due intere pagine.

 

Silvio Berlusconi "non è chiaramente un altro Mussolini" e il suo potere non comporta il rischio di un ritorno al fascismo, "ma è un pericolo per l'Italia e un maligno esempio", afferma l'editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione del giornale, collocato al primo posto frai tre commenti del giorno nella pagina "Op-Ed" (opinioni ed editoriali) del Financial Times, subito al di sotto del motto del Ft, "Without fear and without favor", ossia senza timori reverenziali e senza fare favori a nessuno. "Mentre vengono poste pesanti domande sulla sua relazione con un'adolescente che sogna di diventare una star, domande che sua moglie è stata la prima a sollevare, Berlusconi si è rivolto contro il suo più ostinato interrogante, il quotidiano di centro-sinistra la Repubblica, ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande sostenendo che sono viziate da un pregiudizio politico. Egli ha mostrato simile belligeranza verso i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell'avvocato inglese David Mills, definendoli "militanti di sinistra, sebbene il parlamento lo abbia reso immune dall'essere processato. E insoddisfatto anche di un così utile parlamento, ha detto che dovrebbe essere drasticamente ridotto a 100 deputati, mentre il potere del premier dovrebbe essere accresciuto".

 

 

Il pericolo rappresentato da Berlusconi, prosegue l'editoriale del quotidiano finanziario, è di "svuotare i media di serio contenuto politico, rimpiazzandolo con l'intrattenimento, di demonizzare i nemici e rifiutare di accettare la legittimazione di ogni critica indipendente". Il pericolo è "mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine di massa, composta da affermazioni di successi ininterrotti e sostegno di popolo". Che Berlusconi sia così dominante è "in parte colpa di una sinistra titubante, di istituzioni deboli e talvolta politicizzate, di un giornalismo spesso subalterno. Ma più di tutto è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio maligno per tutti".

 

Il lungo articolo dell'Independent, firmato dall'ex corrispondente da Roma, Peter Popham, ricostruisce punto per punto tutti gli sviluppi della "Berlusconi's story", chiedendosi se un leader coinvolto in casì tanti scandali, controversie e processi, possa finire per perdere il potere a causa di una vicenda apparentemente minore, come la partecipazione al compleanno di una ragazza diciottenne, riportata inizialmente in un trafiletto di giornale da Repubblica, ma poi gonfiata dalla decisione di Veronica Lario di chiedere per questo il divorzio, sostenendo che suo marito ha incontri "con minorenni", che "non sta bene" e che "ha bisogno di aiuto". L'implicita allusione dell'Independent è allo scandalo Watergate, anch'esso iniziato con una piccola notizia di cronava, un apparente tentativo di forto nel quartier generale del partito democratico americano, ma poi terminato con le dimissioni di Richard Nixon. Il quotidiano londinese conclude che oggi Berlusconi è di fronte al "rischio reale" di perdere consensi alle prossime elezioni europee, particolarmente dopo le critiche espresse da alte autorità della Chiesa cattolica per il suo comportamento. La questione dei suoi rapporti con Noemi Letizia, afferma il giornale, "non è triviale". Vivere in Italia oggi è "come essere intrappolati in un campo di lava che sta lentamente ma inesorabilmente scivolando giù da un pendio". Gli scandali di Mani Pulite, anziché portare alla nascita di una rivitalizzata "Seconda repubblica", hanno condotto a una "Età di Silvio e al lento ma costante degrado delle istituzioni democratiche della nazione". Se il primo ministro può "mentire così spudoratamente" sulla sua relazione con una teen-ager, allora l'Italia "è in pericolo".

(27 maggio 2009)

 

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-3/financial-times/financial-times.html

 

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