×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 415

Coppie gay, non uguaglianza ma parità di diritti

Pride-DirittiIl dibattito sulle unioni gay, sul futuro della famiglia, sulle adozioni si è acceso anche in Italia, prendendo toni estremi e soffocando il confronto delle idee.
Elena Loewenthal, La Stampa ...
"Quello che veramente conta per la crescita di un minore - ha spiegato il presidente dell'Associazione italiana di psicologia giuridica, Paolo Capri - è l'equilibrio dentro la famiglia, non essendoci evidenze scientifiche, suffragate da statistiche e studi, che dimostrino come un bimbo cresciuto all'interno di una coppia dello stesso sesso,
Camilla Mozzetti, Il Messaggero ...

la Repubblica
16 10 2014

Coppia omosessuale chiede all'Italia di riconoscere l'adozione dei bimbi fatta in America. La procura dei minori si oppone

Negli Stati Uniti sono una coppia da anni, e da dieci sono diventate entrambe madri con la fecondazione eterologa da donatore anonimo. Poco dopo le nascite di una bimba e di un bimbo, ciascuna ha ottenuto l'adozione del figlio dell'altra, con sentenze di tribunali americani che hanno attribuito ad entrambe le madri le responsabilità genitoriali.

Dal 2013 a una di loro, insegnante universitaria, è stata attestata la cittadinanza italiana in quanto discendente da italiani: ha preso quindi la residenza a Bologna, dove il nucleo familiare si è trasferito, e ora chiede al tribunale dei Minori dell'Emilia-Romagna che venga riconosciuta anche in Italia l'adozione della figlia della moglie, come sancita dal Tribunale statunitense.

Dal 2013, infatti, le due donne sono sposate negli States. In precedenza erano legate da una "domestic partnership", un'unione civile. Ora l'istruttoria al tribunale dei Minori si è conclusa e si sta attendendo la decisione del collegio dei giudici. Ma con il parere negativo, e già depositato, della Procura dei minori, dove si sottolinea come un accoglimento della richiesta sarebbe contrario alla legge italiana.

Nel ricorso presentato dall'avvocato Claudio Pezzi, che assiste la donna - richiamandosi ai principi della Convenzione di Strasburgo sui diritti umani e alla giurisprudenza europea formatasi attorno ad essi - si fa notare come la domanda, "che è espressa anche nell'interesse della minore, si fonda sull'esigenza di tutelare il diritto alla vita familiare della figlia, che dalla nascita vive una situazione caratterizzata dalla stabilità di relazioni affettive familiari in un rapporto di filiazione con entrambe le madri (la madre biologica e la madre adottiva) e nella relazione con il fratello, di pochi mesi più giovane".

A complicare ulterioremente la vicenda c'è il fatto che il maschietto nel frattempo si è visto attribuire la cittadinanza italiana (la madre biologica è quella che ha già la cittadinanza italiana), mentre l'altra madre e la bimba hanno un permesso di soggiorno europeo concesso nel 2013 dalla questura di Bologna per ragioni familiari, in virtù dell'accertamento di un valido nucleo familiare costituito all'estero.

Il ricorso fa notare "il grave ed oggettivo vulnus" per la bimba, che deriverebbe dal mancato riconoscimento dell'adozione. In questa ipotesi, infatti, la bambina si vedrebbe privata "del riconoscimento di un legame di filiazione che è per lei tale fin dalla nascita. E così anche nel rapporto con il fratello, che per lei è tale fin dalla nascita di quest'ultimo. Inoltre, si vedrebbe privata del diritto di cittadinanza italiana ed europea che le deriva quale figlia di cittadina italiana, con tutto ciò che ne consegue sotto il profilo anche culturale e sociale, nonché giuridico", con riferimento ad esempio all'opportunità futura di studiare e lavorare in Europa. Così si verrebbe oltrettutto a creare "un' incomprensibile discriminazione con il fratello".

Ora, appunto, si attende la decisione del Tribunale dei Minori dell'Emilia-Romagna. "Il caso - dichiara il presidente del Tribunale, Giuseppe Spadaro - verrà trattato con la consueta attenzione e celerità, senza farci condizionare da argomenti di natura diversa da quella giuridica e tentando di approntare la massima tutela dell'interesse dei minori coinvolti nella vicenda".

Alice ha due mamme

  • Mercoledì, 10 Settembre 2014 10:16 ,
  • Pubblicato in AVVENIRE
Micromega
10 09 2014

Alice ha cinque anni. La descrivono come una bella bambina serena e allegra, con buoni rapporti con i bambini della sua età. Alice ha due mamme, Anna e Alessia. Anna l’ha portata in grembo, entrambe le fanno da mamma da sempre. Alice ha sempre avuto una famiglia normale: Anna e Alessia hanno una buona posizione, si amano e sono sposate da anni.

Adesso la famiglia di Alice è persino banale. Le sue due mamme sono le sue due mamme anche per la giustizia italiana. Da oltre trent’anni c’è una legge che consente a chi vive con il genitore biologico di un minore, a prescindere dal suo stato civile e dalle sue scelte sessuali, di poterlo adottare. Nell’interesse e per il bene del minore stesso. È una legge che non era mai stata applicata a un coppia dello stesso sesso, fino alla decisione del Tribunale dei minori di Roma di qualche giorno fa. Una sentenza basata su tante altre sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione, come ha autorevolmente ricordato Stefano Rodotà su Repubblica.

Alice ha una famiglia normalissima, ma qualcuno vuole farle credere che è anormale. I vecchi bigotti del Nuovo Centrodestra hanno sostenuto che i giudici sono stati “leninisti”, “eversivi”; esponenti di Forza Italia hanno parlato di “golpe sudamericano”, di “decisione illegale”. Hanno cercato di far credere che Alice sia una povera orfanella affidata a una coppia di donne debosciate.

Alice ha due mamme, l’omofobia ha invece molti padri. Il quotidiano dei vescovi Avvenire ha ospitato un commento non firmato – attribuibile quindi al direttore – dal titolo Se il sogno impossibile diventa «diritto» sulla pelle del più debole, in cui si parla di “danno enorme” e di “sfregio alle leggi e al normale buon senso”. Agli occhi della dottrina, Anna e Alessia hanno gravemente peccato almeno quattro volte: con il loro amore, con il loro matrimonio, con il ricorso alla fecondazione assistita, con la richiesta di adozione. Avvenire le accusa di aver “pagato la vita” di Alice. La legge e la sentenza parlano dell’interesse e del bene di Alice, il quotidiano cattolico no, si limita al livore verso Anna e Alessia.

Siamo l’unico paese dell’Europa Occidentale che non riconosce le unioni omosessuali.

Alice non lo sa, ma non vive in un paese normale. Forse lo sarà quando Alice sarà grande. Grazie anche a famiglie come la sua.

PS: i nomi sono di fantasia, tutto il resto no.

Raffaele Carcano, segretario Uaar – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti


Il risultato, a parte i registri comunali, è un livello zero di diritti talmente allucinante da dare talvolta persino l'abbaglio che non possa essere vero. ...

facebook