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Aumentano i voti per i neonazisti

  • Martedì, 22 Settembre 2015 12:03 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO

Il Manifesto
21 09 2015

Sono l’unico par­tito che cre­sce in numero di voti. Quando nel 2012 fecero il loro rumo­roso ingresso nel par­la­mento di Atene ave­vano rac­colto poco più di 430 mila con­sensi, ora hanno supe­rato di un sof­fio il mezzo milione, sfio­rato com­ples­si­va­mente il 7% e por­tato a quota 18, uno in più rispetto alle scorse ele­zioni, il drap­pello dei loro deputati.

I neo­na­zi­sti di Alba Dorata si con­fer­mano la terza forza poli­tica della Gre­cia, con un risul­tato che rap­pre­senta per molti versi l’equivalente in nega­tivo della vit­to­ria di Ale­xis Tsipras.

Si sapeva che il per­du­rare della crisi sociale e dei dik­tat euro­pei, ma soprat­tutto l’emergenza migranti che ha carat­te­riz­zato gli ultimi mesi del dibat­tito pub­blico, avreb­bero potuto gio­care a favore dell’estrema destra, anche se, alla vigi­lia del voto, sem­brava che sul piatto della bilan­cia potesse pesare anche altro. In par­ti­co­lare, il fatto che ben 78 mem­bri di Alba Dorata, la sua intera lea­der­ship nazio­nale e gran parte dei suoi eletti, dopo aver già scon­tato per que­sto lun­ghe pene di car­cere pre­ven­tivo — fino a 18 mesi -, figu­rino in qua­lità di impu­tati nel pro­cesso per l’omicidio del rap­per e mili­tante anti­fa­sci­sta Pavlos Fyssas.

Una morte per la quale il lea­der dei neo­na­zi­sti, Niko­laos Micha­lo­lia­kos, aveva rico­no­sciuto ai micro­foni della radio nazio­nale la piena «respon­sa­bi­lità poli­tica» a poche ore dall’apertura delle urne in quella che a molti era sem­brata come una sini­stra rivendicazione.

Inol­tre, prima di quell’assassinio del set­tem­bre 2013, gli espo­nenti del par­tito erano ospiti fissi dei talk-show più popo­lari, visto che il loro stile “musco­lare” annun­ciava di tra­sfor­mare in rissa, in senso let­te­rale, ogni dibat­tito, pro­vo­cando un balzo in avanti dello share. Ilias Kasi­dia­ris che guida il gruppo par­la­men­tare di Alba Dorata e ribat­tez­zato dalla stampa inter­na­zio­nale «il por­ta­voce con la sva­stica tatuata», si è illu­strato a più riprese in aggres­sioni fisi­che o ver­bali nei con­fronti di espo­nenti della sini­stra. In que­sta cam­pa­gna elet­to­rale, invece, solo la tv pub­blica Ert ha dato spa­zio, per obbligo isti­tu­zio­nale, ai mee­ting e alle parole d’ordine dei can­di­dati neonazisti.

Al limite della messa al bando anche per il coin­vol­gi­mento dei suoi diri­genti in nume­rose atti­vità cri­mi­nali, iso­lata sul piano poli­tico e pres­so­ché assente dai media, la tenuta di Alba Dorata risulta per­ciò ancora più inquie­tante. Il par­tito raz­zi­sta è in testa nel voto dei disoc­cu­pati e alle spalle della sola Syriza in quello degli under 24. Segnali che sem­brano indi­care come anche al di là del suc­cesso delle posi­zioni oltran­zi­ste sull’immigrazione — che hanno frut­tato un rad­dop­pio dei con­sensi nelle isole di Lesbos e Kos, dive­nuta negli ultimi mesi la Lam­pe­dusa greca, e nella regione della Grande Atene, l’Attica -, il radi­ca­mento dei neo­na­zi­sti cominci a farsi più articolato.

A detta di Dimi­tris Keri­dis, docente di Scienze Poli­ti­che dell’Università di Atene, «que­sto par­tito non incarna più sol­tanto un sin­tomo della crisi greca, quanto piut­to­sto la pro­fon­dità del males­sere della nostra società». Per Ari­sti­des Hatzis, altro poli­to­logo dell’ateneo della capi­tale, «il solo fatto che il voto per Alba Dorata non abbia risen­tito dell’aumento dell’astensione indica un con­so­li­da­mento di idee che rap­pre­sen­tano un peri­colo e una ver­go­gna per il paese». L’inviata del Pais, dopo aver inter­vi­stato Kasi­dia­ris, mette in guar­dia da un ritorno della vio­lenza: «Il voto ha infiam­mato gli animi nel quar­tier gene­rale dei neo­na­zi­sti: ora, per un’esibizione di forza è solo que­stione di tempo».

I significati di un voto storico

Con gli occhi puntati alle urne, ma anche agli schermi televisivi per seguire i risultati, più di 9 milioni e 800mila greci votano oggi in un appuntamento elettorale, considerato da tutti come il più importante dal dopo guerra, anche più di quello che ha seguito la caduta dei colonnelli nel 1974. Allora la democrazia aveva già vinto e si trattava di scegliere il partito di preferenza, di destra, di centro o di sinistra. Ora la democrazia è in gioco nel paese dove è nata.
Pavlos Nerantzis, Il Manifesto ...

Grecia, vivere tra le violenze di Alba Dorata

  • Lunedì, 17 Novembre 2014 13:22 ,
  • Pubblicato in Flash news

Linkiesta
14 11 2014

A ottobre il rinvio a giudizio di 70 membri. Ma il partito estremista non perde popolarità

A cura di Silvia Favasuli

È il 18 settembre 2013 quando il rapper antifascista Pavlos Fyssas viene attaccato e ucciso da un membro del partito di ispirazione neonazista Alba Dorata. Pochi giorni dopo, il 28 dello stesso mese, Nikólaos Michaloliákos, leader e fondatore di quella organizzazione viene arrestato.
Da quel giorno, il 28 settembre 2013, la Grecia ha iniziato ad affrontare la minaccia che porta in seno da tempo, quella “setta” prima minoritaria, divenuta forza parlamentare con le elezioni politiche del 2012.

Insieme al fondatore di Alba Dorata, il 28 settembre 2013 vengono raggiunti dal mandato di arresto della Procura di Atene anche il portavoce Ilias Kasidiaris, il vicepresidente nazionale Christos Pappas, i deputati Ilias Panagiotaros, Yannis Lagos e Nikos Michos, il segretario della sezione di Alba dorata del quartiere ateniese di Nikeia Nikos Patelis e due commissari di polizia. Ma anche dodici dirigenti minori del partito e numerosi attivisti. Trentasei persone in tutto. Tutti con la stessa accusa: membri di una organizzazione criminale mandante dell’omicidio del rapper Fyssas.
Un anno dopo quell’ondata di arresti, il 16 ottobre 2014 il Procuratore Capo Isidoros Dogiakos chiede il rinvio a giudizio di 69 membri e supporter di Alba Dorata (in greco Chrysi Avghi), tra cui compaiono 18 deputati.
L’accusa, per tutti, è di «aver costituito, diretto e fatto parte di un’organizzazione criminale» e di «possesso illegale di armi».
Nelle 700 pagine di report stilato dal Procuratore Dogiakos (il pdf), viene descritta nel dettaglio una vera e propria struttura diretta dall’interno del Parlamento greco, dotata di una compagine militare, gerarchica, e basata sulla cieca obbedienza dei sottoposti ai comandi della leadership.
Vi si descrivono numerosi attacchi a stranieri e attivisti di sinistra commessi da squadre di uomini in divisa nera ed elmetto, armati di randelli. Si parla di tentati omicidi, furti, ricatti, incendi dolosi. Lesioni personali gravi e crimini d’odio. Partecipazione a omicidi.
alba dorata simbolo

Secondo il Procuratore Capo, tutti i deputati di Alba Dorata hanno fatto parte del cuore organizzativo della struttura creata per commettere atti di violenza. Nel report, Dogiakos descrive l’escalation di abusi commessi da membri e supporter di Alba Dorata a partire dal 2012, l’anno dell’ingresso in Parlamento. Elemento chiave, quest’ultimo, per sostenere la tesi dell’esistenza di una «organizzazione criminale» che ha nei deputati la sua testa. Forti dell’immunità parlamentare, il Procuratore ritiene che i parlamentari di Alba Dorata abbiano pianificato i sempre più frequenti scontri nelle strade, dirigendo cellule locali del partito e apparendo poi sui luoghi degli attacchi, a “rivendicare” il controllo degli uomini armati che vi prendevano parte.
Tra i deputati parlamentari rinviati a giudizio c'è anche il portavoce Ilias Kasidiaris, 34 anni, già sottoposto ad arresto preventivo e noto ai quotidiani internazionali per aver aggredito nel 2012 due esponenti della sinistra greca durante un dibattito televisivo: un bicchiere d’acqua in faccia a una e uno schiaffo all’altra.

In un report dell’Ufficio investigativo internazionale consegnato al Procuratore (citato da Der Spiegel), si documenta la collaborazione tra forze della polizia greca ed estremisti di Alba Dorata in 130 casi. Si racconta di come i poliziotti, su ricompensa di membri del partito, rifiutano di raccogliere lamentele e denunce fatte da stranieri, o decidono di non intervenire in attacchi violenti lanciati contro gli immigrati dagli estremisti. O ancora, picchiano gli stranieri detenuti nella prigione di Amygdaleza.

Un clima di violenza diffusa
Nutrita dalla disoccupazione, dalla rabbia e povertà portate dalle politiche di austerità, Alba Dorata ottiene alle elezioni politiche del 2012 ventuno seggi parlamentari su 300, forte di uno slogan che recita: «Così possiamo liberare questa terra dalla sporcizia», dove per sporcizia si intendono gli immigrati. Un risultato decisamente lontano da quello 0,3% dei voti raccolti alle elezioni legislative del 2009, alla vigilia della crisi economica che avrebbe travolto il Paese e l’Europa, accendendo ovunque focolai reazionari, populisti, antieuropei.
Questo partito di estrema destra che si definisce ufficialmente «nazionalista», incentra ancora oggi la sua ideologia sull’opposizione all’immigrazione clandestina, sul culto della nazionalità greca e ariana (nello statuto si legge che solo chi è «ariano di sangue e greco di discendenza» può entrare in Alba Dorata), sulla condanna dell’omosessualità come malattia. Insieme al rifiuto del marxismo e della globalizzazione. Il suo simbolo è una greca nera su sfondo rosso, che ricorda la svastica nazista, sebbene i membri del partito neghino ogni legame.
Gli arresti preventivi di parte dei suoi membri nel 2013 e l’inizio delle indagini a carico dei suoi leader non hanno scalfito granché il supporto della popolazione greca per Alba Dorata. Dopo aver raggiunto il 15% di preferenze nei sondaggi nell’estate del 2013, nel novembre successivo all’arresto di Michaloliakos, Alba Dorata manteneva ancora il 10% dei consensi.

Questo grafico del Wall Street Journal mostra come, dopo la morte del rapper Fyssas, le preferenze per il partito di ispirazione neo nazista sono scese al 7% circa. Pochi giorni dopo, però, il consenso è di nuovo al 10%. Nell’intervallo tra le due misurazioni, due membri di Alba Dorata sono stati ammazzati da esponenti della sinistra radicale: il 1 novembre 2013 un gruppo autoproclamatosi «Poteri rivoluzionari del popolo combattente» uccideva in una sede ateniese di Alba Dorata Manolis Kapelonis and Giorgos Fountoulis, e feriva gravemente Alexandros Gerontas. Rivendicando l’attentato, il gruppo di estrema sinistra parlava esplicitamente di ritorsione a seguito della morte del rapper Fyssas.

Alle elezioni amministrative del maggio 2014, Kasidiaris, portavoce del gruppo prima arrestato, poi rilasciato prima della nuova cattura lo scorso ottobre, otteneva il 16% delle preferenze alla corsa per la poltrona di sindaco di Atene. Alle elezioni Europee che si tenevano quello stesso giorno, Alba Dorata ha ottenuto circa il 10 % dei voti, entrando per la prima volta al Parlamento europeo. In un’intervista rilasciata a RaiNews all’indomani di quel risultato, Dimitris Psarras, autore di La Bibbia Nera di Aba Dorata e considerato il massimo esperto del movimento, descriveva in questo modo il profilo degli elettori del partito estremista: «giovani, in prevalenza uomini, disoccupati e carichi di frustrazione per la crisi. Si è dissolto il tessuto sociale così come quello economico e politico e c’è tanta rabbia, che si riversa nelle urne. E poi, qui in Grecia è noto, c’è molta contiguità con le frange estreme della polizia e degli apparati militari».

Alle accuse del Procuratore Capo di Atene i membri di Alba Dorata hanno replicato dicendo che si tratta di «caccia alle streghe» e di un processo «politico». E c’è intanto chi inizia a credere che se la tesi sostenuta dal Procuratore Isidoros Dogiakos - di «organizzazione criminale» - dovesse risultare infondata, il consenso per Alba Dorata nella Grecia ancora in piena crisi economica potrebbe crescere esponenzialmente.

Alba Dorata choc ai bimbi: "Fate così il saluto nazista"

  • Giovedì, 25 Settembre 2014 10:06 ,
  • Pubblicato in LA STAMPA

La Stampa
25 09 2014

Il giornale greco Kathimerini ha rilasciato lo scorso lunedì un video che mostra apparentemente uno dei leader di spicco di Alba Dorata, partito con 18 seggi nel Parlamento greco ed accusato di far capo a decine di attacchi razzisti contro gli immigrati, insegnare a due bambini come fare il saluto nazista e gridare “Heil Hitler”.

Il video pubblicato sul sito internet del quotidiano sembra esser stato girato dal telefono cellulare del vice leader del partito Christos Pappas e fa parte delle prove raccolte per l’imminente processo contro i maggiori esponenti del partito molti dei quali sono stati arrestati lo scorso settembre con l’accusa di aver formato un’organizzazione criminale e per l’uccisione del rapper antifascista Giorgos Roupakias.

Nel video un ragazzino vestito in bianco, con un fascia nazista al braccio e un gagliardetto , viene incoraggiato da Pappas a cantare “Heil Hitler”, e fare il saluto nazista. In una seconda scena, una giovane ragazza canta e saluta ripetutamente.

Luci e ombre dopo il voto

  • Martedì, 27 Maggio 2014 09:08 ,
  • Pubblicato in Flash news

Cronache di ordinario razzismo
27 05 2014

Sono 1.686.556 i cittadini italiani che si sono riconosciuti nelle parole d’ordine della Lega Nord, il 6,16% degli elettori. I 5 europarlamentari leghisti eletti si troveranno in buona campagnia di euroscettici di varia natura. Secondo le stime, i partiti nazionalisti e anti-europei avranno 140 seggi su 751, 60 in più rispetto alle elezioni europee del 2009.

Tra gli altri:

24 i seggi conquistati dal Front National di Marie Le Pen diventato primo partito in Francia con il 25% dei voti;

3 dallo Jobbik ungherese con il 14,7%;

2 dalla greca Alba dorata al 9,4%;

2 dai Veri Finlandesi al 12,9%;

4 dai polacchi della Nuova destra al 7,1%;

7 dai tedeschi dell’Alleanza per la nuova Germania al 7%;

1 dai danesi del Movimento popolare contro l’UE con l’8%;

4 dai polacchi della Nuova destra con il 7,1%;

4 dell’FPO austriaca al 19,7%;

4 dal Partito olandese delle Libertà al 13,4%.

Come è stato notato da qualcuno, non è scontato il peso politico che questi eurodeputati potranno effettivamente avere in Europa: per l’aggregazione in un gruppo parlamentare servono almeno 25 deputati eletti in 7 diversi paesi europei e per vari motivi un accordo politico tra le diverse destre nazionali non è semplice.

Il dato politico però c’è tutto ed è preoccupante. Vi sono milioni di cittadini europei che condividono lo scetticismo nei confronti dell’Europa, il rafforzamento dei suoi confini, politiche migratorie sicuritarie e in alcuni casi rancore e odio espliciti nei confronti di chi viene da altrove. Probabilmente e per fortuna non potranno condizionare più di tanto direttamente le scelte del futuro Parlamento e della nuova Commissione, ma è probabile che la loro significativa affermazione giocherà un ruolo indirettamente, spingendo le altre forze politiche europee ad evitare di fare passi in avanti nella direzione dell’accoglienza e dell’inclusione di profughi, richiedenti asilo e rifugiati, dell’ampliamento della garanzia dei diritti di cittadinanza dei migranti e delle minoranze, del rafforzamento degli strumenti e degli interventi di prevenzione e di lotta contro le discriminazioni.

E’ legittimo infatti aspettarsi che non cambi la strategia politica seguita in campagna elettorale da quelle forze politiche che, pur non condividendo il razzismo e la xenofobia che caratterizzano i partiti e i movimenti nazionalisti e di destra, ritengono eccessivamente rischioso contrapporvisi frontalmente.

Il caso italiano ne è testimone. I partiti maggiori, compreso quello che risulta oggi il primo partito italiano, hanno accuratamente evitato di “esporsi” nelle settimane che hanno preceduto il voto in dichiarazioni riguardanti le politiche migratorie. Nè è sufficiente a cambiare il quadro il reiterato annuncio di una riforma della legge italiana sulla cittadinanza effettuato da parte del Presidente del Consiglio.

Ciò nonostante la Lega Nord abbia centrato la sua campagna elettorale sulla miscela ossessiva di messaggi anti-euro, “allarmi” invasione, informazioni distorte sull’insostenibilità sociale ed economica dell’immigrazione e sulla spesa pubblica per l’accoglienza e per l’inclusione dei migranti, presunti pericoli sanitari, antiziganismo e islamofobia. Una miscela vincente che è riuscita a far dimenticare a più di un milione e mezzo di elettori le indagini e gli scandali che hanno coinvolto diversi suoi esponenti, provocandone un crollo a poco più del 4% nelle elezioni politiche di un anno fa.

C’è però anche un segnale positivo: il successo di Siryza in Grecia e il raggiungimento del quorum da parte della neonata Lista Tsipras in Italia. Quest’ultima ha preso circa 583mila voti in meno della Lega Nord, ma a differenza di questa e del suo segretario è stata oscurata scientemente dai media main-stream. Vi è una parte di elettorato che ha voluto esprimere un voto senza se e senza ma a favore dell’uguaglianza e dei diritti per chiunque si trovi (per caso, per scelta o per costrizione) a vivere in Europa. Ad oggi gli italiani che l’hanno fatto esplicitamente sono circa 1 milione e 103mila, ma non è detto che nella società siano molti di più.

 

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