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E così si scopre che il 68 per cento dei consumatori maggiorenni dichiara "di tenere in considerazione la condotta etica di un'impresa al momento della scelta d'acquisto". ...
Martedì 8 Aprile, ore 18
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"Il divenire postumano è un processo di ridefinizione del senso di connessione con il mondo condiviso e l'ambiente: urbano, sociale, psichico, ecologico o planetario che sia.

Una fatwa per salvare l'ambiente

  • Giovedì, 06 Marzo 2014 13:48 ,
  • Pubblicato in Flash news

Giornalettismo
06 02 2014

La massima autorità islamica indonesiana ha emesso una fatwa contro il bracconaggio e il commercio degli animali appartenenti a specie minacciate.

LA NOVITÀ - Secondo il WWF l’iniziativa del Consiglio degli Ulema è una novità assoluta, la fatwa che secondo quanto dichiarato dal rappresentante del Consiglio Asrorun Ni’am Sholeh ad AFP dichiara «contro l’etica, immorali e peccaminose» la caccia e il commercio illegali di animali di specie a rischio d’estinzione.

LA FATWA - «Tutte le attività che hanno come conseguenza l’estinzione di forme di vita selvagge senza giustificati motivi legali o religiosi sono haram (proibite). Queste includono la caccia e il commercio illegale delle specie dichiarate in pericolo», e ha continuato: «Chiunque prende una vita uccide una generazione. Questo non vale solo per gli umani, ma comprende anche le altre creature viventi di Dio, specialmente se muoiono invano».

IL DISASTRO ECOLOGICO - L’indonesia è il paese islamico più popoloso del mondo, ma è anche un paese nel quale il disboscamento delle grandi foreste pluviali e la conseguente riduzione dell’habitat originario di centinaia di specie animali, delle quali molte a rischio d’estinzione. Tuttavia l’Indonesia è anche un paese musulmano a modo suo e non è per niente detto che la fatwa potrà avere qualche effetto pratico, sia perché il governo è del tutto insensibile alle pronunce dei religiosi, sia perché l’Islam indonesiano è molto lontano da quello degli abitanti del Golfo.

MORALMENTE VINCOLANTE - Secondo il WWF la fatwa «fornisce un punto di vista spirituale e richiama l’attenzione morale, che ci aiuterà nel nostro compito di proteggere quel che resta della vita selvaggia nel paese, come nel caso della tigre e del rinoceronte di Java, a rischio d’estinzione imminente». La fatwa non pone quindi implicazioni legali, ma, come ha detto il portavoce degli Ulema, implicazioni divine, perché il credente che trasgredisce si gioca la benevolenza di Dio.

Articolo Tre
02 01 2014

Previsioni troppo ottimistiche. Il riscaldamento globale aumenta più velocemente del previsto.

Gli scienziati si sono sbagliati, il riscaldamento globale è molto più rapido di quello che si pensava.

Uno studio dell'australiana New South Wales University pubblicato dalla rivista scientifica Nature, dimostra come le previsioni sul riscaldamento del pianeta si siano basate su modelli troppo ottimistici che sovrastimavano gli effetti della nuvolosità sul clima.

Il risultato? Che gli scienziati si sono sbagliati e il riscaldamento globale sta aumentando più rapidamente di quanto stimato.

Come riporta il quotidiano britannico The Daily Telegraph, uno degli effetti dei cambiamenti climatici è infatti quello di ridurre la copertura delle nuvole e quindi gli effetti di raffreddamento associati.

Il 2013 è stato il quarto anno più caldo da oltre un secolo a questa parte, ma il più caldo in assoluto per un anno in cui non si è verificato il fenomeno del "Niño".

Il Fatto Quotidiano
27 12 2013

Dal 26 dicembre l’acqua potabile italiana dovrà contenere meno piombo. Entrano infatti in vigore i nuovi limiti previsti dal decreto legislativo 31 del 2001, che riduce di oltre la metà la quantità ammessa, da 25 a 10 microgrammi per litro.

Un limite che in realtà era già stato previsto da una direttiva europea del 1998, ma che in Italia non è stato possibile rendere efficace da subito. Si è così disposta una fase di transizione, per consentire un adeguamento graduale per tutti gli edifici, pubblici e privati, da parte di Regioni, Asl e gestori degli acquedotti.

Il piombo infatti è un metallo tossico. Può causare disturbi neurologici e del comportamento, malattie cardiovascolari e, secondo il recente allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche ritardi nello sviluppo neurologico dei bambini. Senza dimenticare problemi ai reni, ipertensione, ridotta fertilità, aborti, ritardo nella maturazione sessuale e alterato sviluppo dentale.

Tuttavia, al momento, non è possibile conoscere la situazione degli edifici italiani, perché non esistono dei dati aggiornati e precisi sugli edifici. “E’ piuttosto complicato da capire – ammette Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – La presenza di piombo è legata alle tubature vecchie, fatte in piombo. Non è stato possibile adeguarsi da subito ai limiti imposti dall’Europa perché sarebbero stati troppi i soldi da spendere per mettersi in regola, così si è deciso per una fase di transizione, in modo da consentire un passaggio graduale. Da quel che sappiamo ci sono degli edifici fuori norma, ma si tratta di situazioni locali abbastanza limitate. In molti casi sono stati fatti lavori di adeguamento nelle strutture pubbliche”.

Anche l’Istituto superiore di sanità ha da poco pubblicato sul sito una “Nota informativa in merito alla potenziale contaminazione da piombo in acque destinate a consumo umano”, ma neanche questa presenta dati aggiornati. Sugli edifici ad uso privato, spiega l’Iss, “i dati di alcune Regioni evidenziano sporadiche criticità in vecchie costruzioni”, e si cita il caso della Toscana, e in particolare di Firenze, dove si stima che circa il 30 per cento degli edifici sia a rischio, e dove è stato rilevato un superamento del valore di 10 microgrammi su circa il 5 per cento di campioni analizzati.

A livello nazionale, gli ultimi dati sono piuttosto vecchi e risalgono ad un progetto di ricerca supportato dal ministero della Salute e condotto dall’Iss tra il 2002 e 2004 in 21 città di 15 regioni ed una provincia autonoma. Su circa 6mila prelievi in 3.800 utenze, di cui circa il 60 per cento in abitazioni private, sono state evidenziate concentrazioni di piombo al rubinetto con valori superiori alla norma in circa il 2-4 per cento dei controlli, soprattutto negli edifici costruiti prima degli anni Sessanta.

Il vero rischio è legato quindi alle tubature nei vecchi palazzi. In caso di edificio pubblico, invece, la Asl può intervenire per obbligare ad un intervento, anche se non è chiaro quali possano essere le eventuali sanzioni. I controlli a monte, nel percorso dagli acquedotti fino agli edifici, non hanno registrato problemi. Il problema quindi è per i privati.

Generalmente, rassicura l’Iss, le acque fornite dal gestore del servizio idrico contengono livelli di piombo significativamente inferiori ai 10 microgrammi, anche se concentrazioni superiori possono essere riscontrate al punto d’utenza in edifici con tubature, rubinetteria o altre componenti o saldature in piombo o stagno, per via della corrosione dei materiali con conseguente rilascio del metallo nell’acqua. I centri o i quartieri storici sono le aree più a rischio.

“Non sappiamo se ci sono delle situazioni di rischio – spiega Loredana Musumeci, direttore del Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Iss – Quello che possiamo dire è che un problema generale non c’è. L’indicazione che diamo ai condomini è di fare controllare l’acqua del loro edificio a laboratori specializzati, anche perché non ci sono dei segnali visibili a occhio nudo della presenza di piombo”.

L’unico dato sicuro al momento è che, ancora una volta, dovranno essere i singoli cittadini a preoccuparsi e pagare per l’eventuale messa a norma delle tubature delle abitazioni.

Adele Lapertosa

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