Il Manifesto
29 04 2015
Erocaravana 43. Il viaggio in Europa di una delegazione di genitori, studenti e difensori dei diritti umani in movimento per chiedere la restituzione in vita dei 43 studenti della scuola normale di Ayotzinapa, stato del Guerrero Messico, scomparsi sequestrati durante un’azione congiunta di polizia municipale, esercito e gruppi narcotrafficanti la notte tra il 26 e 27 settembre 2014.
Nel Messico falcidiato da oltre centoventimila desaparecidos il caso Ayotzinapa è diventato un simbolo dell’insicurezza e delle compromissioni che la politica messicana ha con gruppi malavitosi e grandi imprese. Ed è proprio la determinazione, la forza e l’ostinazione dei padri e della madri di famiglia a guidare questa lotta che così si è trasformata in simbolo non solo nel paese latino americano. Eurocaravana 43 è un occasione d’incontro con la storia di Ayotzinapa, una storia che è ben più lunga della sola movimentazione nata attorno alla sparizione dei 43. Le scuole normali rurali sono nate nei secondi anni venti del novecento post rivoluzione, e sono nate per dare un istruzione degna e possibile ai contadini lontani dalla città. Non solo, l’idea della scuole normali rurali è quella di dare ai propri studenti un mix di istruzione generale e istruzione contadina.
Non è un caso che proprio le scuole normali rurali sono da sempre oggetto della repressione dello stato, anche per il fatto di essere l’esempio più alto di istruzione pubblica, gratuita e attraversabile da chiunque nel paese.
Eurocaravana 43 però è occasione non solo per incontrare una lunga storia di dignità, non è solo la scusa per conoscere meglio questo movimento di genitori e studenti che da sette mesi commuove il mondo con la degna lotta di ricerca dei 43 studenti. Eurocaravana 43 è il momento per confrontare e congiure esperienze diverse, divise da un oceano ma vicine dal punto di vista dei contenuti e degli obiettivi.
Eurocaravana 43 infatti pur attraversando le città dove ci sono rappresentanze istituzionali messicane ha deciso di non cercare interlocuzioni dirette con la politica istituzionale degli oltre dieci paesi che attraverserà fino a metà maggio, ma ha deciso di fare incontri solo con la società civile, con i collettivi, con gli studenti e in generale con le realtà che pratica e fanno politica fuori dal potere istituzionale. Insieme a questi gruppi la delegazione dei tre uomini di Ayotzinapa crea momenti di pressione sulla politica messicana. Esattamente quello che accadrà oggi a Roma, dalle 11,00, con un presidio sotto l’ambasciata Messicana o come accaduto ieri a Milano sotto il consolato. Eurocaravana 43 quindi vuole essere un momento di congiuntura tra storie differenti, che troppo spesso manifestando o praticando realmente forme di vita che provano a fare esodo dai dispositivi del neoliberismo vengono represse, attaccate, marchiate come forme di primitivismo.
Ma con questo viaggio si vuole anche rimarcare le responsabilità degli stessi paesi europei che essendo legati a doppio filo con accordi commerciali con il Messico tacciono e non prendono posizione di fronte ad atti di lesione dei diritti umani, proprio come nel caso dei 43 studenti.
L’incontro/scontro con la delegazione di Ayotzinapa è un modo per responsabilizzare la stessa società civile che in Messico come in Europa non può sentirsi assolta e estranea a quello che accade ad attivisti e attiviste nel proprio paese così come nel mondo stesso.
Comune - info
27 04 2015
Il 17 aprile è partita la Carovana per i Desaparecidos di Ayotzinapa e del Messico per denunciare la grave crisi dei diritti in Messico, chiedere giustizia, costruire nuove alleanze. Dopo un mese negli Stati uniti, ora tocca all’Europa: 13 paesi in 33 giorni. Il 28 aprile la Carovana è a Milano e il giorno dopo a Roma. Si può seguire la carovana su Twitter con l’hashtag #EuroCaravana43. Questo il messaggio diffuso per la tappa in Italia.
VOLEVANO SEPPELLIRCI,
NON SAPEVANO CHE ERAVAMO SEMI.
AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE DI ROMA,
Siamo a poco più di sei mesi dalla tragica notte di Iguala, nello stato di Guerrero, quando una manifestazione di studenti della Normale Rurale di Ayotzinapa veniva repressa brutalmente da gruppi armati appartenenti alle forze di polizia e a gruppi affiliati al crimine locale.
Quella notte tre compagni sono stati assassinati e decine di studenti sequestrati: 43 di loro oggi risultano ancora desaparecidos. La protesta da mesi sta infiammando il Messico; movimenti sociali, basi d’appoggio dell’Ezln, il Congresso Nazionale Indigeno, sindacati degli insegnanti si sono uniti al grido di rabbia dei familiari dei compagni sequestrati, alla “digna lucha” per il ritorno a casa dei ragazzi.
Il governo Peña Nieto ha risposto con la repressione, coprendo le responsabilità di tutti i poteri dello Stato e sostenendo la versione ufficiale offerta dalla Procuradorìa General di Città del Messico, secondo la quale gli studenti sarebbero stati uccisi dalla sola criminalità in collusione con la polizia locale. Di fronte a questo muro di violenze e falsità, i comitati dei familiari e degli studenti hanno deciso di internazionalizzare la lotta, portando la protesta fuori dai confini messicani.
All’interno del primo “Festival mondiale delle ribellioni e delle resistenze contro il capitalismo” di gennaio, organizzato dall’Ezln, è maturata l’idea di preparare una delegazione di familiari e studenti in Europa e portare la mobilitazione in quattoridici paesi del continente, anche per ricordare la connivenza dell’Unione Europea con il governo corrotto e repressivo del PRI.
In Italia, la carovana passerà per Milano il 28 aprile e il 29 sarà a Roma, per un presidio mattutino sotto l’ambasciata del Messico e una successiva iniziativa presso la città universitaria. Il 17 Aprile ci sarà un’iniziativa di avvicinamento al Casale Alba2, per approfondire la questione di Ayotzinapa anche nel racconto dei compagni di ritorno dal Messico: a seguire, serata danzante cumbiera.
“Ho sognato che Ayotzinapa svegliava il mondo” è uno degli slogan gridati dagli studenti messicani nelle ultime manifestazioni. È necessario sostenere attivamente questo sogno: perché la vicenda di Ayotzinapa appare, in tutta la sua brutalità, paradigmatica della violenza e dell’ingiustizia quotidianamente perpetrate da un supposto stato democratico, il Messico.
Affinché ciò che è accaduto il 26 settembre non cada nell’oblio, per chiedere la liberazione in vita dei 43 studenti scomparsi, invitiamo tutte le realtà autorganizzate, gli spazi sociali e i collettivi, a partecipare e costruire insieme questa giornata di lotta con i familiari dei desaparecidos di Ayotzinapa, perché possano trovare sostegno e solidarietà nella loro lotta per la verità e la giustizia sociale anche al di fuori dei confini messicani.
¡PORQUE VIVOS SE LOS LLEVARON, VIVOS LOS QUEREMOS!
Evento romano (29 aprile) su facebook.
Ore 11, presidio sotto l’Ambasciata messicana (via L. Spallanzani)
Ore 13, pranzo presso il pratone della Sapienza
Ore 15, incontro pubblico con la delegazione presso la Facoltà di Lettere della Sapienza
Ore 20, cena presso Acrobax (via della Vasca Navale) per finanziare le spese della carovana