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Repubblica Roma
25 11 2014

Raddoppia il numero delle strutture per il contrasto alla violenza sulle donne nel Lazio: alle 19 già operative (tra centri antiviolenza, case rifugio e case per la semi autonomia), nel 2015 se ne aggiungeranno altre 19 per un totale di 58 strutture che andranno a coprire tutte e cinque le province. È l'impegno della Regione Lazio, contenuto nella delibera approvata oggi in giunta e presentata presso l'Accademia l'Oreal di piazza Mignanelli, proprio in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Ad illustrare i contenuti della delibera, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, l'assessore alle Politiche sociali Rita Visini, il consigliere Marta Bonafoni e il consigliere Eugenio Patanè, presidente della Commissione Cultura della Pisana, che ha affrontato la discussione della legge 4/2014 per il contrasto alla violenza sulle donne, approvata lo scorso marzo in Consiglio, il cui primo firmatario è un uomo: il consigliere regionale Simone Lupi.

Lo stanziamento complessivo della delibera approvata dalla Giunta regionale ammonta a quasi 4 milioni di euro: 2 milioni provengono dal bilancio regionale e 1,9 milioni dal riparto del Fondo per le politiche dei diritti e delle pari opportunità. "Alle 19 strutture già operative, centri antiviolenza, case rifugio e case per la semi-autonomia, e presenti nelle sole province di Roma, Latina e Frosinone, si affiancheranno nel 2015 altri 19 strutture, di cui 4 nelle province di Rieti e Viterbo, finora non comprese nella rete regionale anti violenza - ha spiegato l'assessore Visini - I centri antiviolenza, ovvero le strutture che fanno prima accoglienza verso le donne vittime di violenza e che ospitano anche servizi di ascolto, consulenza e animazione culturale sul territorio, passano da 8 a 21. Attualmente esistono 4 centri in provincia di Roma, 1 a Latina, 3 a Frosinone e nessuno nelle province di Rieti e Viterbo. La delibera ne istituisce altri 13: 6 a Roma, 3 a Latina, 2 a Frosinone, 1 a Rieti e 1 a Viterbo.

Per l'avvio e il primo anno di funzionamento di ciascun centro di nuova istituzione, la Regione stanzia circa 58mila euro, mentre assegna 30mila euro per ogni centro già in funzione. Alle 8 case rifugio esistenti, invece, se ne aggiungono altre 5. Le case rifugio sono le strutture protette che ospitano le donne vittime di violenza che corrono un pericolo concreto, anche con eventuali figli minori. Oggi la provincia di Roma ne ha 5: 2 si trovano in provincia di Latina e 1 a Frosinone, per un totale complessivo di 97 posti. In ognuna delle 5 province verrà aperta una nuova casa da 7 posti: alla fine il Lazio ospiterà quindi 13 strutture per un totale di 132 posti. Alle case rifugio esistenti la Regione assegna 1,1 milioni di euro, mentre 350mila euro andranno alle case di nuova istituzione, 70mila euro a struttura".

Inoltre, "verrà aperta anche una nuova casa per la semi-autonomia, una struttura che ospita donne vittime di violenza, ma che stanno raggiungendo l'autonomia economica e lavorativa. La nuova casa sorgerà in provincia di Roma, dove attualmente ne funzionano altre due (una aperta proprio nel 2014 con il finanziamento della Regione). Un'altra struttura si trova in provincia di Latina. Alle tre case esistenti la delibera assegna complessivamente 100mila euro, mentre 60mila euro sono destinati all'apertura della nuova struttura. Infine, con la delibera si stanziano 170mila euro per l'attivazione delle reti territoriali antiviolenza, ovvero quei servizi, come gli sportelli informativi antiviolenza, frutto della collaborazione tra istituzioni, enti locali, cooperative sociali e associazioni di volontariato. Nel 2013 erano 10 gli sportelli antiviolenza: 8 in provincia di Roma, 1 a Frosinone e 1 a Rieti. Il finanziamento 2014 consentirà di aprire altri 5-7 sportelli e di coprire tutte le province".

Violenza, i fondi rimasti congelati

Donne e centri antiviolenzaNon hanno visto un euro di quel finanziamento di 17 milioni (diventati 16 milioni e 450 mila) previsto per il biennio 2013/2014 dalla legge 119, la cosiddetta contestata legge sul femminiciclio. Soldi che in teoria dovrebbero integrare e non sostituire le scarse risorse di cui dispongono perlopiù i circa 350 centri attivi in Italia 
Giusi Fasano/Giovanna Pezzuoli, Corriere della Sera ...

Ediesse
13 11 2014

25 novembre GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini

Esce la seconda edizione ampliata con la mappatura aggiornata dei centri che si occupano degli uomini violenti.

Comprendere che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini, tutti, significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori.

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne arriva in libreria la seconda edizione del libro curato dall’Associazione LeNove.

Il volume analizza profili, comportamenti, ragioni e vissuti degli uomini autori di violenze sulle donne e di femminicidio. Chi sono? Perché sono violenti? Come intervenire? Bisogna agire sui modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate.

Nell’ultimo anno la tematica ha riscontrato un interesse sempre maggiore, portando a una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Le discussioni nate attorno al libro hanno senz’altro contribuito alla crescita di consapevolezza del fenomeno anche da parte degli uomini. In questa seconda edizione si fa il punto della situazione e si propone una mappatura aggiornata al 2014 dei centri che in Italia si occupano degli uomini violenti. La fotografia che l’aggiornamento della mappatura ci consegna, a circa due anni di distanza dalla prima, mostra un certo fermento: sono nati nuovi Centri rivolti agli uomini che hanno agito/agiscono violenza e altri sono in fase di progettazione. Un dato significativo, elemento di interesse e discussione anche nella dialettica che si è aperta con i centri antiviolenza.

Altrettanto importante è l’aumento della partecipazione di gruppi, associazioni, singoli professionisti, ma anche operatori/operatrici di servizi pubblici interessati al tema e disposti ad avviare un dialogo sul piano operativo per uno scambio sulle metodologie di intervento. Né va dimenticata la riflessione di taglio più teorico che nel frattempo si è andata ampliando e approfondendo sulle trasformazioni dell’identità maschile da parte sia di un’associazione come Maschile Plurale ma anche di altri gruppi di uomini attivi in diverse aree dell’Italia.

Insomma, c’è ancora tanto da fare. Ma un cammino nuovo è stato intrapreso.

Le autrici e gli autori: Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Marco Deriu, Monica Dotti, Francesca Garbarino, Paolo Giulini, Bruno Guazzaloca, Monica Mancini, Barbara Mapelli, Massimo Mery, Cristina Oddone, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Stefania Pizzonia, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Amalia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.

Ma guarda, un'emergenza

  • Lunedì, 13 Ottobre 2014 11:24 ,
  • Pubblicato in Flash news

Lipperatura
13 10 2014

D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, ha scritto una lettera aperta. Qualcuno l’ha letta? Mi auguro di sì, perché appunto in tempi in cui le femministe sono latitanti blablabla, ho la sensazione che atti e documenti e azioni vengano ignorate. Dunque esiste una lettera, indirizzata al sensibile presidente del consiglio e a Ermenegilda Siniscalchi, a capo del dipartimento Pari Opportunità, dove si dice chiaro e tondo che le politiche contro i femminicidi non sono soddisfacenti.
In particolare:

“Ci preoccupa l’approccio securitario e di emergenza emerso in particolare dal tavolo Codice Rosa. È necessaria, invece, una metodologia progettuale ed integrata tra tutti i servizi e le agenzie, che permetta alle donne vittime di violenza la massima libertà di scelta sul percorso da intraprendere e consideri prioritaria la loro protezione e quella dei minori coinvolti, non disgiunta dalla costruzione del loro nuovo progetto di vita.

Dai documenti espressi dai tavoli di lavoro interministeriali emerge anche l’alto rischio della burocratizzazione del sistema di intervento, focalizzato su una filiera di servizi che perde di vista l’obiettivo primario di rispondere ai bisogni e alle richieste delle donne e dei minori vittime di violenza e in cui i centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne, perdono la loro connotazione originaria di agenti femminili di cambiamento culturale.

Gli interventi efficaci contro la violenza alle donne necessitano, invece, di politiche globali e coordinate, di un approccio integrato e di sistema che preveda un percorso centrato sulla donna, di un coinvolgimento in primo luogo dei centri antiviolenza, quali luoghi privilegiati dell’accoglienza e di forti reti territoriali e nazionali orientate ad un approccio di genere”.

Strano, buffo paese, dove si ragiona per emergenze, il tempo di una breve stagione e le emergenze, puff, non ci sono più, perché ne sono arrivate altre, e quelle precedenti, per favore, stiano in coda.
Buon lunedì.

Il Fatto Quotidiano
19 09 2014

L'iniziativa partirà il 19 settembre in piazza Sant'Egidio a Roma, dove le operatrici di Be Free organizzeranno incontri e dibattiti di sensibilizzazione sul tema. Ma sarà possibile partecipare da tutta Italia: basterà stendere un lenzuolo alla finestra

Si chiama #BeFreefromViolence ed è la nuova campagna di sensibilizzazione e informazione sulla violenza contro le donne. A promuoverla è la cooperativa sociale Be Free, che dal 2007 mette al centro della propria attività il tema della violenza di genere, della tratta di esseri umani e delle discriminazioni. Patrocinata dall’Assessorato alla Scuola, all’Infanzia, ai Giovani e alle Pari Opportunità di Roma Capitale e promossa in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Blue Hive Roma e la Casa d’aste Minerva Auctions, #BeFreefromViolence vuole diffondere la consapevolezza sul tema della violenza domestica, “intesa non come un fatto privato, da risolvere in famiglia, ma come un problema sociale, da affrontare nei luoghi pubblici, a viso scoperto”, afferma Oria Gargano, presidente della cooperativa. “Non a caso – prosegue – come simbolo della campagna è stato scelto un lenzuolo, in quanto oggetto comune, riconoscibile da tutti, qualcosa che appartiene alle nostre case e quindi in grado di evocare l’ordinarietà della violenza”.

La campagna aprirà il 19 settembre in piazza Sant’Egidio a Roma, dove le operatrici di Be Free stenderanno i lenzuoli con lo slogan dell’iniziativa e coinvolgeranno i cittadini attraverso momenti di confronto e di condivisione sul tema della violenza domestica. In contemporanea con l’evento di Roma, saranno invitati a stendere i lenzuoli anche gli abitanti di altre piazze d’Italia, per richiamare simbolicamente la trasversalità e la globalità del fenomeno della violenza. “Uno di questi lenzuoli – prosegue Oria Gargano – è stato commissionato ad alcune detenute nel carcere di Rebibbia che lo hanno ricamato appositamente per #BeFreefromViolence.

Secondo i dati raccolti dalla Casa delle donne di Bologna nel 2013, in Italia, 117 donne sono state uccise da uomini mentre una ricerca condotta dall’associazione Intervita ha calcolato che il costo sociale di tale violenza è di 17 miliardi di euro. “Tuttavia nel nostro paese non esiste strategia politica adeguata e uniforme per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e per la protezione delle vittime – afferma Loretta Bondi, di Be Free – Non c’è, ad esempio, un sistema uniforme e affidabile per la raccolta di dati qualitativi e quantitativi sulla violenza di genere, né un piano nazionale d’azione per contrastarla. Per questo la violenza maschile sulle donne rimane uno degli ostacoli principali all’uguaglianza e al godimento dei diritti umani di queste ultime. Al contrario, il contrasto di questi fenomeni sociali, richiede una serie di interventi diversificati nell’ottica dei diritti umani di genere, quali servizi, assistenza, formazione e strategie di comunicazione per l’empowerment delle utenti e delle operatrici. L’obbiettivo della campagna è proprio di stimolare, mettere in atto e sostenere tutto questo, attraverso cambiamenti nella percezione e nel trattamento della violenza di genere”.

Si può contribuire alla campagna partecipando agli eventi, appendendo lenzuola con lo slogan #befreefromviolence alle finestre e ai balconi di casa, scattandosi un “selfie” con il cartello #befreefromviolence e invitando i propri contatti a fare altrettanto.

APPUNTAMENTI

Evento al Casale Rosa – Il 29 Settembre alle ore 18.00 si svolgerà la seconda tappa della campagna presso la sede del servizio SoS H24 del Comune di Roma gestito da Be Free 8 Casale Rosa, in via di Grotta Perfetta 610). In questa occasione la Fondazione Résonnance, terrà un concerto per piano e voci.

La mostra – Il 2 ottobre, presso lo Spazio Factory della Pelanda (Ex Mattatoio- Testaccio), verrà inaugurata la mostra d’arte #BeFreefromviolence che sarà visitabile fino all’8 ottobre. All’interno saranno esposte le opere di 27 artisti italiani e internazionali sul tema della violenza domestica. Dalle 19.30 alle 20, ogni sera, lo spazio dell’esposizione sarà teatro di performance ed esibizioni teatrali.

L’asta – Il 9 Ottobre si terrà l’asta delle opere presso lo Spazio Factory della Pelanda. Il ricavato della vendita sarà devoluto alle attività di BeFree, in particolare dello Sportello Donna H/24, attivo presso il Pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Dal 2009 ad oggi lo Sportello Donna ha sostenuto oltre 3000 donne vittime di violenza, ma il progetto, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è in scadenza il 19 novembre 2014.

Manuela Campitelli

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