l'Espresso
20 03 2015
Cara Rossini,
i miei figli stanno scivolando verso l’estremismo di destra. Io sostanzialmente di sinistra cerco di farli riflettere, cerco di mediare ma, confesso, con scarsi risultati. Ultimamente mio figlio ha subito il furto del motorino, poi ritrovato ma ovviamente danneggiato. Mia figlia ha osato parcheggiare troppo in prossimità di una entrata abusiva di un campo nomadi, in una zona non degradata, e la vecchia utilitaria è stata vandalizzata. Ha sporto denuncia contro ignoti e persino le forze dell’ordine la sconsigliavano vista l’inutilità. Mio figlio è stato multato mentre consegnava le pizze per una piccola scorrettezza, e mi sta bene, ma certo osserva sconfortato la disparità di trattamento.
Questi fatti innescano delle accese discussioni a tavola e le loro parole sono spaventose, irripetibili. Notano che le forze preposte al controllo del territorio non vanno dove l’illegalità è tanto palese. E’ chiaro che intervenire in certe aree è più impegnativo e rischioso, più facile fermare un diciottenne italiano. Aggiungete gli slogan xenofobi in salsa salviniana ed il gioco è fatto. Io mi sforzo di ricordare che i reati sono individuali, che non esistono discriminazioni, che davanti alla legge siamo tutti uguali, ma quando alle belle parole non seguono i fatti tutto appare illusorio per non dire falso. Che debbo fare per invertire questa deriva per me inaccettabile?
Marco Bernardi, Roma
Caro Bernardi, non si senta isolato, perché la reazione dei suoi ragazzi all'illegalità manifesta è piuttosto diffusa. Del resto è comprensibile che a quell'età si risponda così. E' il corto circuito dell'immaturità, che colpisce anche gli adulti (vedi Salvini e il suo seguito) e che su grande scala spesso governa il mondo.
Non ho formule da consigliarle, se non quella di continuare nella fatica immane di fare il genitore, aiutando i suoi figli a ragionare e a distinguere. Provi a spiegare che la destra, inculcando la xenofobia, nega la realtà del mondo globalizzato e si chiude in un ghetto, ma che la sinistra non ha ancora fatto i conti teorici e pratici con il problema della sicurezza. E che tocca anche a loro, ormai cittadini adulti, contribuire a trovare strade nuove e migliori.
La Stampa
05 03 2015
La cascina Raticosa è un rifugio sui monti sopra Foligno che durante la Resistenza ospitò il comando della quinta brigata Garibaldi. Nei giorni scorsi qualche nostalgico dello sbattimento di tacchi ha rubato la targa commemorativa e disegnato una svastica enorme sul muro. Forse non sapeva che nei pressi della cascina, in una notte di febbraio del 1944, ventiquattro partigiani appena usciti dall’adolescenza erano stati catturati dai nazisti, caricati su vagoni piombati e mandati a morire nei campi di concentramento del Centro Europa. O forse lo sapeva benissimo e la cosa gli avrà procurato ancora più gusto. Però non poteva immaginare che tra quegli adolescenti ce ne fosse uno scampato alla retata. Sopravvissuto fino a oggi per leggere sulle cronache locali il racconto dell’oltraggio.
Mentre tutto intorno le Autorità deprecavano e si indignavano a mani conserte, il signor Enrico Angelini non ha pronunciato una parola. Ha preso lo sverniciatore, il raschietto, le sue ossa acciaccate di novantenne ed è tornato al rifugio della giovinezza per rimettere le cose a posto. Con lo sverniciatore e il raschietto ha cancellato il simbolo nazista. E dove prima c’era la targa ha appoggiato una rosa.
Massimo Gramellini
Abbatto i muri
21 01 2015
La strage alla sede di Charlie Hebdo a Parigi ha suscitato moltissimo sdegno in tutto il mondo. Le reazioni, le risposte e le analisi successive alla divulgazione della notizia sono state tra loro molto diverse. L’hashtag #jesuisCharlie (io sono Charlie) ha colpito i social network come un’epidemia sconfinando in strumentalizzazioni anti-islamiche di estrema destra e in usi assolutamente impropri. Nel giro di poche ore, tutto il mondo si è riscoperto paladino e difensore della libertà di espressione e di stampa. Come al solito, purtroppo, la solidarietà sincera di coloro che si sono sforzati di comprendere questa vicenda senza volerne dare interpretazioni superficiali è stata contaminata da un’ipocrisia diffusa.
Come in molti di questi casi sono stati tralasciati alcuni distinguo importanti. Charlie Hebdo è un settimanale satirico irriverente ed irresponsabile i cui vignettisti e redattori si identificano nei valori dell’antirazzismo e antifascismo. Ecco perché non siamo tutti Charlie. Ed ecco perché #Emilioresisti non si diffonderà così viralmente sui social. Emilio è il compagno che sta rischiando la vita a causa delle sprangate che gli sono state inferte durante l’assalto al csa Dordoni di Cremona. Alcuni di coloro che si sono dichiarati difensori della libertà di espressione non si sono sentiti altrettanto coinvolti nella difesa degli spazi collettivi e autogestiti.
Assurdo o rivelatore. Rivelatore dell’ipocrisia di quanti sono saliti sul carro del #jesuisCharlie solo per farne un simbolo del delirio fondamentalista come nemico esterno dell’Occidente. Perché, in realtà, nessuno dei capi di stato che hanno sfilato in parata a Parigi ha veramente a cuore la libertà. Essi sono scesi in strada per difendere l’ordine precostituito, lo status quo, il sistema. Per ognuno di loro il fascismo che prende d’assalto gli spazi autogestiti ed autorganizzati non rappresenta una minaccia. Addirittura c’è chi è capace di negare i presupposti ideologici di episodi come quello di Cremona, riconducendoli a sporadiche follie. In realtà i militanti dei covi neri che prendono a sprangate, 50 contro 10, i compagni del Dordoni sono una funzione del sistema capitalista.
È un ingranaggio del meccanismo di sradicamento di qualsiasi opposizione. E per questo, viene non soltanto combattuto, ma protetto, difeso, spalleggiato. Per questo, pochi tra coloro che sono stati Charlie saranno anche Emilio. Ma proprio per questo, molti o forse tutti gli antifascisti che sabato 24 scenderanno al corteo nazionale antifascista chiamato dal Dordoni per la chiusura immediata di tutte le sedi fasciste in Italia, sapranno di essere stati autenticamente Charlie davanti ad un altro tipo di oppressione.
Contro ogni fascismo: ora e sempre Resistenza.
#Emilioresisti
di Irina