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I grandi valori dell'antifascismo sono stati progressivamente svuotati. Le ragioni della cosiddetta realpolitik hanno permesso agli ex fascisti di rientrare a pieno titolo negli organi più strategici degli apparati di molti Stati fra cui, in modo vergognoso, l'Italia.  ...

DinamoPress
24 04 2014

Considerazioni sul meeting europeo antifascista tenutosi ad Atene dall'11 al 13 aprile 2014. Uno spazio di incontro per condividere analisi, costruire connessioni con esperienze di lotta e movimenti dell'est europeo e dei balcani, immaginare nuovi percorsi comuni di lotta nella crisi. [Leggi l'appello - il documento conclusivo]

Qui l'approfondimento multimediale: le VIDEOINTERVISTE ad attivisti e militanti da Bosnia, Grecia, Ucraina, Croazia, Germania e Bulgaria

Per tre giorni l’accademia di Belle Arti di Corso Pireos ad Atene si è trasformata in uno spazio di discussione e connessione politica tra esperienze di lotta antifascista provenienti da tutta Europa. “There is no alternative”, recita uno striscione all’ingresso dell’accademia, e continua “bisogna contrastare le risposte da destra alla crisi”. Il messaggio è chiaro: assieme alla violenza delle politiche di austerità della troika bisogna costruire un’a ferma opposizione nei confronti dell’autoritarismo nazionalista reazionario, che emerge tanto nelle istanze della destra radicale francese quanto all'interno dei governi e partiti neonazisti dell’est, in crescita anche a livello elettorale. Non a caso accanto alla scritta “Anti Nazi Zone” compare sui muri lo slogan “Stop austerity”, in un’Atene militarizzata per la visita della Merkel, che proprio poche ore prima del meeting aveva attraversato il centro della città, trasformandola in un’enorme zona rossa.

Oltre quattrocento attivisti e attiviste, studenti e migranti, militanti di esperienze autorganizzate, di lotte territoriali e di alcuni partiti della sinistra, hanno condiviso per tre giorni uno spazio in cui costruire nuove relazioni tra le lotte su un livello transnazionale e condividere analisi sulla nuova fase espansiva dei nazionalismi, della violenza neonazista e del razzismo. Per contrastare la codificazione reazionaria delle spinte anti-troika in Europa che rappresentano oggi un’opzione preoccupante, la tre giorni ateniese è stato sicuramente un punto di partenza molto interessante. Innanzitutto, perché ha saputo collocare la discussione all’altezza della fase della crisi, individuando battaglie comuni contro le misure neoliberiste, contro il razzismo, la criminalizzazione della protesta e le diverse forme di neofascismo. Ma anche perché, interrogandosi sull’estensione dello spazio europeo verso est, ha cominciato a costruire connessioni transnazionali che, effettivamente, ad oggi risultano ancora insufficienti.

L’Europa è identificata da tutti come uno spazio che non coincide più solamente con la sua dimensione istituzionale, né tantomeno solo con la sua parte occidentale: diventa semmai, uno spazio che le lotte anti austerità tentano di risignificare e ridefinire, dalla sponda atlantica fino ai paesi ex sovietici (dove molto spesso i discorsi nazionalisti sono parte integrante anche dei linguaggi della sinistra) fino ai Balcani e allo spazio mediterraneo.

Molto interessante è stato, a nostro avviso, l’incontro con i compagni e le compagne dell’est europeo e in particolare con attivisti antifascisti ucraini ed ungheresi piuttosto che alcuni attivisti dei “Plenum”, assemblee popolari del movimento anticapitalista e di massa che ha attraversato la Bosnia in questi mesi. Analizzare assieme, per denunciarla e combatterla, la violenza autoritaria dei governi e l’emergere delle destre neonaziste, i pogrom contro i rom, le relazioni tra razzismo e austerità, serve a tutti per comprendere su quali percorsi comuni costruire un’Europa delle lotte non-eurocentrica, capace di guardare a sud e a est, immaginando e costruendo linguaggi e pratiche conflittuali comuni.

Proprio per contrastare la deriva nazionalista e autoritaria che in molti paesi sta già diventando un’opzione concreta, risulta oggi determinante costruire un’Europa dei movimenti: questo emerge da più parti all’interno del dibattito del meeting. Se analizziamo quanto avviene oggi, dalla Francia all’Ungheria, dall’Ucraina alla Grecia, fino alla Turchia, fermare l’autoritarismo e affrontare i nuovi fascismi, è uno degli obiettivi politicamente urgenti in questa fase della crisi. Ma vediamo anche come sempre più spesso le posizioni reazionarie e le spinte antidemocratiche ed euroscettiche vanno perfettamente a braccetto nell'Europa dell'austerity con il liberismo economico e gli ordini di Bruxelles. Molti interventi durante la tre giorni insistono proprio sull’importanza dello spazio europeo come luogo di costruzione di una democrazia radicale intesa come spazio comune dei conflitti per i diritti sociali e sul lavoro, radicalmente anti-liberista, europeista ed anticapitalista.

Una democrazia radicale dentro, oltre e contro l’Europa neoliberista, per abbattere i confini della “fortezza Europa”, combattere il razzismo di stato e non, smascherare e fermare le retoriche delle piccole patrie, i populismi delle destre radicali, le violenze dei neo-nazisti. Va cercata a partire dai movimenti nello spazio transnazionale una risposta altra, un’alternativa radicale, che coinvolge le contraddizioni della piazza Maidan di Kiev fino alle rivolte di Atene e i conflitti nel cuore dell’Europa continentale.

Non a caso è proprio Atene a ospitare il primo meeting antifascista europeo: l’Atene militarizzata dai MAT, in cui sono estremamente forti e lampanti le connivenze tra polizia e neonazisti - come denunciato da anni dai movimenti e testimoniato anche dall’ultimo rapporto di Amnesty International e dove austerità, nazionalismo e neofascismo assieme alle retoriche degli opposti estremismi hanno cominciato da tempo a collaborare, e a colpire, assieme. Se Alba Dorata oggi affronta una fase difficile, dopo la forte resistenza della società civile e dei movimenti, la crescita delle pratiche di antifascismo militante nei movimenti sociali, gli arresti di alcuni dirigenti albadorati seguiti all’omicidio di Pavlos Fissas, la Grecia continua ad essere segnata quotidianamente ancora dalle aggressioni, dalla povertà, dal razzismo di stato, dai casi di tortura della polizia e dagli omicidi razziali (pochi giorni dopo il meeting è arrivata la condanna per due militanti di Alba Dorata per l’omicidio un giovane migrante).

La plenaria di apertura ha visto l’intervento di una ventina di realtà diverse provenienti da altrettanti paesi, molte della quali si sono incontrare qui ad Atene per la prima volta. La possibilità di entrare in contatto con così tante esperienze di lotta, soprattutto dell’est europeo, è stato di certo un primo elemento utile e importante.

C’è grande attenzione, tanti incontri informali, curiosità, scambi di contatti, interviste, chiacchierate, materiale distribuito in varie lingue. Le mense autogestite garantiscono pranzi e cene a prezzi popolari, gli operai della VioMe – fabbrica occupata di Salonicco – vendono i prodotti di pulizia biodegradabili della cooperativa senza padroni, ci sono riviste e produzioni culturali delle varie realtà che animano la scena politica di movimento in Grecia.

L’assemblea plenaria è ancora in corso quando viene presentato Fascism INC. il documentario autoprodotto dagli autori di Debtocracy e Catastroika, mentre poco dopo salgono sul palco rapper dei quartieri popolari per ricordare Pavlos Fissas, in arte Killah P., e continuare il suo impegno artistico e militante.

Un fitto programma di workshops ha caratterizzato la seconda giornata del meeting. Coinvolgendo il mondo del cinema e dell’arte, giornalisti e intellettuali, attivisti e militanti di tutta Europa, si sono intrecciati workshops e discussioni fino a sera. Dal workshop sulle migrazioni, in cui è centrale oggi la battaglia contro la fortezza Europa e contro i CIE ( in Grecia proprio in questi giorni la detenzione amministrativa è stata estesa fino ai 18 mesi) alle discussioni attorno alle azioni del may of solidarity, la settimana di azioni lanciata da Blockupy, che ha coinvolto lo spazio di Beyond Europe. Quest’ultimo è un network antiautoritario transnazionale, che ha co-promosso un incontro attorno alle giornate di azioni e alle prospettive dell’Europa delle lotte, sperimentando la condivisione con molte realtà dell’Europa dell’est dei percorsi di Blockupy e di Agorà99.

La domenica è la giornata della plenaria finale, dove vengono riportate le discussioni dei vari workshops e si stilano le conclusioni relative alle date di mobilitazione antifascista a livello europeo. Ma quello che è importante di Atene è il processo di costruzione di relazioni, è ciò cui darà vita più che ciò che è stato deciso, è un tassello in più per un percorso comune dei movimenti europei contro il neoliberismo e il neofascismo.

In questo contesto segnato dalla ridefinizione delle politiche di gestione della crisi, in continuità con i diktat neoliberisti rispetto ai tagli alla spesa pubblica, al rafforzamento delle frontiere, alla costruzione di nuove esclusioni interne alla composizione del lavoro e lungo la linea del colore, l’antifascismo per i movimenti sociali incontratisi ad Atene è parte integrante di un processo volto costruire una risposta alle politiche della troika, capace di sviluppare alternative concrete ai paradigmi dominanti per continuare a immaginare e praticare una rottura anticapitalista. Ovvero, della sfida comune dei movimenti radicali oggi in Europa.

Alioscia Castronovo e Natascia Grbic

Hashtag: #AntifaMeetingAthens2014 Profilo twitter: @AntifaAthens_EU

No al raduno nazifascista a Roma

  • Venerdì, 28 Febbraio 2014 11:20 ,
  • Pubblicato in Flash news

Globalist
28 02 2014

Per sabato Forza Nuova ha organizzato un convegno con tutti i movimenti neonazisti, compresa Alba Dorata. La protesta delle forze democratiche.

È allerta nella Capitale, dove tra meno di 48 è in programma un grosso raduno nazifascista. Questo sabato le forze di estrema destra si riuniranno in occasione del convegno organizzato da Forza Nuova dal titolo "L'Europa risorge". Un'iniziativa a cui presenzieranno i nomi più noti dell'estremismo nel continente e che per questo, si teme, richiameranno molti militanti.

Alla manifestazione, in programma dalle 17 all'Hotel Pineta Palace, sarà presente ovviamente Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova. Insieme a lui, parteciperanno il deputato greco di Alba dorata Antonios Gregos, il Presidente del partito nazionalista spagnolo Democracia National Manolo Canduela e l'eurodeputato britannico e Presidente del British National Party, Nicholas Griffin. In programma anche un collegamento audiovisivo con il partito Elam, da Cipro.

Un raduno che rischia di diventare scomodo per la città, dove le forze democratiche sono già in allarme. La richiesta è che la manifestazione venga vietata. "Sono affissi in tutta la città manifesti che - si legge nella nota del capogruppo Sel in Campidoglio, Gianluca Peciola - indicono un raduno nazifascista a Roma per il primo marzo". Roma, continua, "non può ospitare convegni di forze politiche che si ispirano al fascismo. La nostra città non può essere oltraggiata dalla sfilata di formazioni politiche che evocano i peggiori scenari della storia contemporanea. Roma città medaglia d'oro della Resistenza rifiuta e si oppone ai rigurgiti del peggior nazionalismo. Chiedo al Ministro dell'Interno e al Prefetto - conclude - di non autorizzare lo svolgimento di questo raduno".

La difesa bolivariana (Gerardina Colotti, Il Manifesto)

"Non permetteremo al fascismo, che ha mostrato i suoi denti da latte nel golpe del 2002 e ora ha grosse zanne, di riportare la miseria e l'esclusione", ha detto ieri la ministra degli affari Penitenziari, Iris Varela, durante la grande marcia delle donne chaviste a favore del governo. ...

Brutti segnali

  • Martedì, 11 Febbraio 2014 10:59 ,
  • Pubblicato in Flash news

Cronache di ordinario razzismo
11 02 2014

Inni fascisti a scuola, il nome di Benito Mussolini inserito nel modello fac-simile di iscrizione di un istituto scolastico. Cosa sta succedendo in Italia?

Questi i fatti. Una donna ha scritto al quotidiano Il Fatto Quotidiano, dopo aver trovato tra gli spartiti della figlia tredicenne anche quello di Faccetta Nera, famosa canzone di propaganda fascista. “Non voglio che mia figlia impari a memoria canzoni fasciste”, ha scritto la donna. Insieme a Faccetta Nera, durante le lezioni di musica venivano insegnate anche ‘Ti saluto vado in Abissinia’, le canzoni di guerra ‘Ta pum’, ‘La Tradotta’, ‘La leggenda del Piave’, ‘Giarabub’ e i canti partigiani ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il vento’.

Una panoramica complessiva sul periodo tra le due Guerre, dunque. Ma, fa notare la madre della ragazza, “una cosa è dire che sono esistite queste canzoni, una cosa è farle imparare a memoria. Quale spirito critico si può avere a 13 anni? A volte anche gli adulti hanno difficoltà a capire. Quella canzone parla di invadere un paese, senza contare la possibilità di offendere le persone”.

Alle domande della donna, la preside della scuola ha risposto che si tratta di un programma votato dal consiglio di classe su programma ministeriale, in cui viene affrontato il periodo storico che va dalle guerre di indipendenza alla II guerra mondiale. Il Ministero dell’istruzione non prende posizione perché si tratta di una “questione interna”, “esiste l’autonomia della scuola ed è il dirigente scolastico che deve rispondere”.

Nel frattempo, sempre in Lombardia, sul sito della Regione http://anagrafestudenti.servizirl.it/, nel fac-simile del modello per l’iscrizione al prossimo anno scolastico destinato agli enti di formazione professionale regionale compare il nome di Benito Mussolini. Proprio così: il modello online è stato compilato con nome e cognome del Duce, e di una certa Benita Mussolini, per l’esempio femminile. “Un incidente gravissimo”, ha commentato Valentina Aprea, assessore lombardo all’istruzione, annunciando l’avvio di una verifica interna e la modifica immediata della pagina web. “Sono molto adirata e sebbene si tratti di un manuale tecnico non accessibile al pubblico, ma all’interno di un’area riservata del sito rivolta esclusivamente agli operatori accreditati, considero gravissimo e inammissibile questo incidente”.

Due episodi che, seppur isolati, appaiono preoccupanti, e rischiano di concorrere alla normalizzazione di una parte della storia italiana fatta di ‘leggi razziali’, persecuzioni, tirannia.

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