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Già allora i dati sull'economia reale smentivano una così impudente glorificazione dell'austerità - e addirittura dei patimenti sociali che infliggeva - ma l'ultimo numero di Lancet, dedicato alla sanità pubblica in Grecia dopo sei anni di Grande Depressione, va oltre la semplice smentita. ...

Corriere della Sera
24 02 2014

I carcerati ricoverati nell’ospedale della prigione di Korydallos, nei pressi di Atene, hanno iniziato da una settimana uno sciopero della fame e delle medicine per le drammatiche condizioni in cui avviene la loro degenza. Sono anche riusciti a pubblicare alcune immagini su Twitter: «180 persone sciopereranno per sei giorni, anche perché agli avvocati e alle famiglie non è consentito visitare l’area» (Twitter)

Global Project
24 01 2014

I testimoni accusano la Guardia Costiera greca di aver affogato alcuni migranti vicino l’isola di Famakonisi, secondo l’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati.

Secondo l’annuncio dell’UNHCR: “Secondo i testimoni sopravvissuti la nave della Guardia Costiera stava trainando una barca piena di migranti a grande velocità verso le coste della Turchia, quando è accaduto il tragico incidente in mezzo al mare agitato. Gli stessi testimoni hanno detto che la gente gridava chiedendo aiuto, visto che nella barca c’erano molti bambini”.

Le organizzazioni internazionali hanno condannato diverse volte la pratica delle autorità greche per obbligare i migranti a tornare in Turchia.

L’UNHCR ha chiesto spiegazioni alle autorità greche sulla “sparizione” misteriosa di decine di migranti per colpa della polizia greca, su casi che hanno causato proteste internazionali contro il governo greco. In altri casi, i residenti delle isole periferiche hanno riferito che i migranti che dovevano essere trasferiti nei centri di accoglienza dei porti non sono mai arrivati.

L’annuncio completo dell’UNHCR

L’UNHCR dopo il naufragio di Farmakonisi esprime la sua preoccupazione per la continua perdita di vite umane in mare.
Una barca da pesca, a bordo della quale c’erano 28 persone (25 afghani e 3 siriani), inclusi molte donne e bambini, si è ribaltata ed è affondata nella mattina di lunedì 21 gennaio 2014 nelle acque di Farmakonisi. 16 migranti sono stati raccolti dalla Guardia Costiera. Una donna e un bambino di 5 anni sono stati trovati morti vicino la costa turca, mentre altre 10 persone (2 donne e 8 neonati e bambini) continuano a essere dispersi.

Una équipe dell’UNHCR ha visitato martedì 22 gennaio l’isola di Leros dove i sopravvissuti sono stati trasferiti dalla Guardia Costiera e ha parlato con loro e con l’Autorità Portuale.

Secondo le informazioni dell’Autorità Portuale, la barca è stata scoperta dalla Guardia Costiera a mezzanotte di domenica 20 gennaio, ferma e senza luci di navigazione. Tenendo conto della situazione e del maltempo, sono iniziate le operazioni di salvataggio per trainarla fino a Farmakonisi. Durante l’operazione, un gran numero di migranti a bordo si sono concentrati su un lato della barca, che si è inclinata ed è affondata.

Però, secondo i sopravvissuti, la nave della Guardia Costiera stava trainando la barca a gran velocità verso la costa turca quando è accaduto il tragico incidente in mezzo al mare agitato. Gli stessi testimoni hanno detto che la gente gridava chiedendo aiuto, visto che sulla barca c’era un gran numero di bambini.

“L’UNHCR invita le autorità a investigare sulle circostanze nelle quali si è prodotto l’incidente e su come è stato possibile perdere delle vite umane su una barca che veniva trainata”, ha detto Laurens Jolles, rappresentante regionale dell’Alto Commissariato per il Sud Europa.

L’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati ha rivolto un appello ai governi degli altri Paesi europei a lavorare insieme per ridurre le perdite di vite umane nelle traversate pericolose del Mediterraneo e di altre frontiere marittime chiave. L’Agenzia segnala la necessità di un maggior rafforzamento delle operazioni di salvataggio in mare e la creazione di visti per la migrazione legale al fine di evitare i movimenti irregolari su rotte pericolose.

L'Europa è a un bivio, i suoi cittadini devono riprendersela. Dicono i cultori dell'immobilità che sono solo due le risposte al male che in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d'unità nato a Ventotene nell'ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli, ha risvegliato i nazionalismi e l'equilibrio fra potenze che la Comunità doveva abbattere. ...

Il Fatto Quotidiano
13 01 2014

Violenta la reazione del portavoce di Alba dorata Ilias Kasidiaris. Presso la sede della Corte Suprema ha espresso la speranza che "la giustizia greca punti in alto e non soccomba alle pressioni politiche illegali". E attacca: "I terroristi sono a piedi libero, né un deputato o un ministro hanno chiesto un'indagine sugli scandali e sulle tangenti, gli unici che strisciano in carcere sono i membri di Alba dorata".

di Francesco De Palo 

Nel giorno in cui altri due manager pubblici finiscono in carcere per una maxi tangente da 23 milioni per l’acquisto di sottomarini dalla Germania, (sono Sotiris Emmanuel e Iannis Beltsios, ex CEO dei cantieri di stato greci), tre deputati di Alba dorata vengono arrestati e portati in carcere con misure di sicurezza draconiane: un corteo composto da nove fuoristrada e otto motociclette. Nel carcere ateniese di Korydallos sono stati condotti i deputati di Alba Dorata George Germenis e Panayiotis Iliopoulos, dopo che nella notte di sabato erano stati interrogati per diverse ore dai pm. Nel carcere della città di Nafplio invece è stato condotto un altro membro, Eustatius Boukouras, interrogato a lungo domenica pomeriggio. Sono accusati dell’appartenenza a un’organizzazione criminale. Tutti negano le accuse. In particolare Efstathios Boukouras rifiuta le accuse e prende le distanze dal partito nazista, asserendo di essere un padre di famiglia amante della pace, fedele alla Costituzione e alle leggi. Intanto all’esterno delle due strutture forte tensione con un gruppo di manifestanti di Alba dorata che protestano, inneggiando alla libertà della Grecia dalla troika e dai politici che l’hanno ridotta sul lastrico.

Il suo avvocato, il mito penalista Alexis Kougias, ha detto ai giornalisti asserragliati fuori dal carcere che “quando la giustizia crolla, crolla tutto”. Accusando il giudice istruttore di aver deciso per l’arresto dopo l’interrogatorio senza avvisare il collegio difensivo. Tutti sono sospettati di commettere nuovi reati, per questo il giudice istruttore Joanna Maria Klapa Dimitropoulou e il capo della Procura Isidore Ntogiakos considerano i parlamentari pericolosi, e in grado di mettere in pratica altre azioni razziste e xenofobe. Un altro elemento che aggrava la posizione dei tre, secondo fonti giudiziarie, sembra essere il fatto che gli imputati mostravano un forte attivismo contro gli immigrati nei collegi di appartenenza. Sono anche accusati di altre attività illecite come banda armata e riciclaggio. I pm stanno valutando anche gli elementi sequestrati nelle abitazioni degli arrestati, come vecchie foto e file sui pc. Vi sarebbero anche le modalità con cui conferire i “diploma” di chrisìavghites agli adepti dopo il superamento di una prova nei campi di addestramento. Germenis è stato interrogato nella notte per sette ore mentre il suo collega Iliopoulos per cinque.

Violenta la reazione del portavoce di Alba dorata Ilias Kasidiaris (nella foto). Presso la sede della Corte Suprema ha espresso la speranza che “la giustizia greca punti in alto e non soccomba alle pressioni politiche illegali”. E attacca: “I terroristi sono a piedi libero, né un deputato o un ministro hanno chiesto un’indagine sugli scandali e sulle tangenti, gli unici che strisciano in carcere sono i membri di Alba dorata” ha detto.

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