Internazionale
07 11 2013
La polizia greca ha sgomberato la sede della radiotelevisione di stato Ert, usando i gas lacrimogeni per entrare. Diverse persone sono state arrestate.
Nikos Tsimbidas, rappresentante del sindacato dei lavoratori di Ert, ha detto all’Afp di essere "in stato di arresto" e l'agenzia di stampa Ana ha riferito di altri tre arresti eseguiti nei confronti di ex dipendenti dell’emittente, tra cui il leader del sindacato Pospert, il giornalista Panagiotis Kalfagiannis.
La sede dell'Ert è stata occupata l'11 giugno dai giornalisti dell'emittente, in protesta contro i licenziamenti decisi dal governo per far fronte ai tagli imposti dalla troika (Banca centrale europea, Commissione europea e Fondo monetario internazionale).
Il governo di Antonis Samaras ha giustificato la sua decisione dicendo che la radiotelevisione di stato costa troppo, e non può essere mantenuta in questo momento di crisi economica.
La chiusura della televisione ha portato al licenziamento di 2.600 dipendenti. Nel frattempo, ricorda Kathimerini, un network provvisorio sta trasmettendo al posto dell'Ert.
Femminismo a Sud
28 10 2013
Da Abbatto i Muri:
Il Partito Nuova Democrazia, di cui leggo qui, potrebbe essere una riedizione del partito di centro destra che porta lo stesso nome in Grecia. Potrebbe, non so. In rete immagino possiate trovare info e approfondimenti. Quello che so (grazie a Ettore che me l’ha segnalata!) è che sta facendo una campagna promozionale contro la violenza sulle donne basata sullo slogan:
“Chi tocca una donna, tocca tua madre, tocca la vita, quindi tocca tutti noi, basta con la violenza sulle donne! Una legge severa immediata per fermare il femminicidio!“.
Il marketing sta sul sito, sulla pagina facebook, compare come inserzione sul social network.
Ed è uno dei tanti modi, legittimi, di pubblicizzare un partito nuovo che vuole imporsi al grande pubblico e suscitare interesse.
Dunque la lotta alla violenza sulle donne come brand in definitiva vende tutto, inclusi i nuovi partiti. Non fosse così chi ha promosso la campagna si sarebbe occupat@ di quel che significa ogni singola parola espressa e di quanto sia sessista dire di voler lottare contro la violenza sulle donne e allo stesso tempo identificarle in un ruolo stereotipato veicolando la stessa, identica, radice culturale che della violenza di genere è causa.
Lo stesso, d’altro canto, fa anche il decreto #femminicidio, paternalista fino al midollo, sposato da gruppi filo/governativi che non hanno evidentemente la più pallida idea di cosa sia quella violenza che loro stessi dicono di voler combattere.
L’avviso, in questo caso, è molto da fratello, marito, padre protettore, appunto, di chi dice che non bisogna toccare la moglie, figlia, la sorella, imprimendo una appartenenza e legittimando la logica di possesso che è la stessa che genera, ancora, il femminicidio.
La violenza sulle donne riguarda tante a prescindere dal ruolo di genere attribuito e immaginare di voler occuparsi di questo in quanto che si ritiene che altrimenti si toccherebbe la donna incinta, fonte di vita, la riproduttrice, la madre, è quanto di più matriarcale e paternalista possa esserci e svela esattamente quanto confermato dal governo:
non è la violenza sulle donne che si contrasta ma si tenta, in chiave securitaria, preferendo a strumenti di prevenzione quelli repressivi che tante donne non hanno MAI chiesto, di salvaguardare la funzione meramente biologica delle donne e il loro ruolo di cura.
Direi No, Grazie. Personalmente io non voterei mai un partito che la pensa così.
La Stampa
23 10 2013
Il testo approvato nella notte dal parlamento greco. Accordo raggiunto tra partiti al governo
e opposizioni di sinistra.
Sono stati sospesi nella notte i finanziamenti pubblici al partito neonazista Alba Dorata nelle cui fila ci sono sei deputati accusati di costituzione di banda criminale. Il provvedimento - che prevede il congelamento a tempo indeterminato degli aiuti destinati a quei partiti i cui leader sono oggetto di accuse di coinvolgimento in attività di gruppi criminali o terroristici - è stato approvato nella notte dalla maggioranza dei deputati (235 su 300) del parlamento greco.
La nuova misura, che porta la firma del ministro degli Interni Yiannis Michelakis, è stata proposta di comune accordo tra i partiti al governo (Nea Dimokratia di centro-destra ed il socialista Pasok) e le opposizioni di sinistra. I deputati di Alba Dorata hanno denunciato la misura come «incostituzionale» e hanno abbandonato l’aula al momento del voto.
Il testo prevede la “sospensione dei contributi pubblici a un partito i cui leader o un decimo degli eletti sono sotto inchiesta per costituzione o partecipazione a un’organizzazione criminale”, esattamente la situazione in cui si trova Alba Dorata. Le autorità greche hanno compiuto una raffica di arresti tra le fila dei militanti neonazisti dopo l’assassinio il 18 settembre di un cantante antifascista da parte di un membro di questo partito. Tre di loro sono in un carcere di massima sicurezza.